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A tu per tu con Federico Loschi

L’intervistato della settimana è uno degli idoli della tifoseria bresciana, ossia Federico Loschi. Il trevigiano classe 1990 sta disputando la sua prima stagione tra i professionisti e i risultati sono stati, sin dall’inizio, ottimi: uno dei primi ad arrivare quest’estate, Federico sta nelle ultime partite avendo un ruolo sempre più importante. Iniziamo!

Ciao Fede, come ti trovi qui a Brescia?
Mi trovo molto bene,  la città è bellissima, così come la casa, visto che l’ho scelta io. E’ la  città in cui mi sono trovato meglio, insieme a Piacenza.

Come trovi la società, i tifosi e il palazzetto?
Società stupenda, sono tutti sempre pronti ad aiutarti farti sentire il meglio possibile. Basta pensare che ogni mattina dopo l’allenamento ho a disposizione sauna e idromassaggio… Per quanto riguarda i tifosi, sono veramente spettacolari, al palazzetto ci supportano e aiutano sempre, in ogni momento della partita: dopo ogni partita, sul telefono e su Facebook è un continuo arrivare messaggi.

Cosa ne pensi di squadra e coach?
Squadra e gruppo fantastici: senti sempre parlare di giocatori professionisti di Serie A e Legadue che pensano solo al campo e a giocare, ma qui è diverso: ho stretto buoni rapporti con tutti, ci vediamo spesso fuori dal campo di gioco. Per quanto riguarda il coach, devo ringraziarlo, perché mi sta dando fiducia e concedendo minuti importanti. Se penso poi che nel mio ruolo ho davanti a me giocatori come Jenkins e Giddens.

Dove pensi che possa arrivare questa squadra in questa stagione?
Forse la cosa bella di questa squadra è che un vero e proprio obbiettivo non ce l’abbiamo: per assurdo, possiamo retrocedere (anche se quest’anno la retrocessione non c’è) così come andare in A. Sono comunque sicuro che con un gruppo del genere e dei tifosi così possiamo andare molto lontano.

Cosa ripetere e cosa non ripetere di questa prima metà di stagione?
Ripetere sicuramente i massaggi di Giacomini, mentre spero di non ripetere la sconfitta di Imola, la più brutta della mia carriera (dove tra l’altro ho anche giocato la mia partita migliore dell’anno fino a questo momento).

Quanto ti piace stare “al cinema” con noi? Che voto daresti alla tifoseria?
Bella domanda (ride)! Ovunque sono andato ho sempre trovato dei tifosi stupendi: solo per il fatto che paghino per vedere giocare qualcuno mi fa sentire orgoglioso. Ci sono sempre stati vicini, sia nelle vittorie che nelle sconfitte, sono molto importanti per me e per la squadra: nelle ultime partite il nostro pubblico è stato il vero e proprio sesto uomo, non pensavo saremmo arrivati ad avere 2000 spettatori fissi a partita. Se ad inizio anno il voto non sarebbe stato altissimo, adesso sicuramente lo è.

Dove vuoi arrivare nella tua carriera?
Voglio diventare il giocatore più forte di A1, ma non importa tanto dove arrivo, importa il come: voglio fare tutto per bene, un passo alla volta e con calma, perché se arrivo al top ci voglio stare con un ruolo da protagonista e non da comprimario.

Hai un soprannome?
Si, mi chiamano bomber o Fede, dipende dalla giornata.

Qual è il tuo numero fortunato?
Il mio numero fortunato è il numero di maglia di MJ: l’undici, che quell’infame mi ha rubato (ride). E’ il numero che indossava mio papà quando giocava in serie A, non ho mai avuto un numero diverso nella mia carriera tranne quest’anno.

Che squadra tifi?
Nel calcio tifo Juventus, ma solo per rompere le scatole a Scanzi. Nel basket ho sempre tifato per Pozzecco e per la Fortitudo, anche se nel cuore ho sempre avuto la mia Treviso.

Hai un rituale prepartita?
Si, bacio sempre la collanina che ho legata alla caviglia destra che mi è stata regalata da mio padre. Tutto questo oltre ovviamente al saluto pre e post match con JR!

Musica e cantante preferito?
Ascolto molta musica hip-hop e rap, soprattutto adesso i Club Dogo, mentre da giovane ero un fan degli 883.

Piatto preferito?
Devo dire che le penne al granchio di Spatacchio sono un qualcosa di eccezionale, ma in generale amo il pesce. Ah, quasi dimenticavo: le cotolette di mia mamma!

Giocatore più forte incontrato/con cui ti sei allenato?
DerMarr Johnson, che giocava con me ai tempi di Treviso: un vero campione, anche se dopo quell’incidente stradale non è più stato lo stesso di prima. Ora però MJ si sta avvicinando sempre più ai livelli di MJ, se la giocano loro due. Aggiungo che David Brkic è il lungo italiano più forte che abbia mai incontrato in carriera.

Miglior partita di sempre?
L’anno scorso: con la maglia di Casalpusterlengo ne misi 24 contro Santarcangelo.

Un messaggio ad un compagno di squadra?
JR: stai zitto, dici troppe stupidate.
Gino e Eric: vi voglio bene.

Un messaggio a un membro dello staff?
Frati: massaggiami e non dire niente!
Migliorati: smettila con quel riscaldamento assurdo, hai rotto!

Attacco o difesa?
Attacco tutta la vita, non ho dubbi.

Schiacciata o tripla?
Nonostante la schiacciata contro Jesi, dico con certezza che una tripla ignorante da 9 metri dia più soddisfazione.

Un grazie a Federico Loschi che ci ha concesso un po’ del suo tempo per realizzare questa intervista.
Forza Leonessa!