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A tu per tu con Nikos Barlos!

Il giocatore con più esperienza in campo europeo della Leonessa, se non dell’intera Legadue: il greco Nikos Barlos è qui con noi per la consueta intervista settimanale con un giocatore della Leonessa. Iniziamo!

Ciao Nikos, come ti trovi qui a Brescia?
Mi trovo benissimo, le persone sono ottime, la città mi piace, i compagni sono fantastici.

Come trovi la società, i tifosi e il palazzetto?
La società è fantastica, sono orgogliosi di cosa fanno e di come lo fanno. Quando c’è un problema, loro (Matteo e Graziella) sanno sempre come risolverlo: tutti devono aiutarli, sia la squadra che i tifosi,  far continuare il loro sogno. I tifosi sono fantastici, ci sono stati vicini anche nel nostro mese peggiore della stagione, Dicembre, mentre per quanto riguarda il palazzetto, penso che bisogni cambiarlo: questa squadra necessita di molto di più.

Cosa ne pensi di squadra e coach?
La squadra è piena di grandi giocatori, incredibilmente talentuosi: nonostante tutto, penso che possiamo fare molto di più. Per questo ad ogni allenamento lavoriamo duro per migliorare e aumentare il nostro livello di gioco. Il coach ha una grande esperienza, è rispettato da tutti: a lui il compito di guidare un gruppo di ragazzi che lotterà per tutte le opportunità che avrà per far qualcosa di veramente buono.

Dove pensi che possiate arrivare in questa stagione?
Secondo me possiamo arrivare in alto, molto in alto: ma non poniamoci obbiettivi, lavoriamo duro giorno dopo giorno, partita dopo partita e i risultati arriveranno di sicuro.

Cosa ripetere e cosa non ripetere della prima metà di stagione in questa seconda metà?
Non so cosa ripetere, ma so di per certo cosa non ripetere: il mese di Dicembre, in cui abbiamo perso 4 partite. Per fortuna ci siamo ripresi con un Gennaio da sogno, nella quale abbiamo battuto tutti: ora dobbiamo continuare così, senza prenderci un momento di pausa.

Come può essere d’aiuto la tua grande esperienza in una squadra giovane come la nostra?
A questa squadra posso portare la mia mentalità di vincente: penso, anzi, sono certo che sono pronti per questo. Ho sempre giocato per squadre che lottavano per il titolo, in questa stagione continuo e continuerò a giocare per l’obbiettivo più alto.

Primo pensiero alla chiamata da parte di Brescia?
Non ho avuto un pensiero in particolare, ma posso dire con certezza che la chiave del mio trasferimento sono state le parole di coach Martelossi quando mi ha chiamato. Il come mi ha parlato è stato fondamentale al fine della mia firma.

Cosa ne pensi del campionato di Legadue?
Penso che sia il miglior secondo campionato di tutta Europa: ci sono dei giocatori pazzeschi, degli americani strepitosi. Un campionato veramente tosto.

Cosa hai dovuto migliorare per adattarti a questo campionato?
Beh, a dir la verità, non ho dovuto lavorare su un solo aspetto, mi sono allenato come ho sempre fatto: ho cercato di migliorarmi su ogni singolo aspetto del mio gioco, giorno dopo giorno, con il lavoro il palestra e sul parquet. Ovviamente questo discorso va esteso a tutti i membri della squadra: tutti diamo sempre il massimo per diventare sempre più forti.

Oltre a essere un giocatore professionista, sei anche un padre. Come riesci a fai coesistere queste due cose?
Non è tanto difficile, quando stai bene con la tua famiglia e con la squadra, tutto è più semplice, perché è tutto collegato: come dico io, il benessere porta benessere.

Che importanza ha lo sport per i giovani?
Beh, direi che è fondamentale, soprattutto se si tratta di sport di squadra, come il basket: giocare con altri ragazzi, condividere momenti importanti con altre persone ti prepara anche alla vita. TI insegna a pensare anche per gli altri e non solo a te stesso.

Qual è il ricordo della tua carriera che ti porterai sempre dentro?
Le finali di campionato tra l’Olympiacos e il Panathinaikos: giocare a Oaka con 20000 spettatori indiavolati… penso che non me lo dimenticherò mai.

Hai un soprannome?
Qui non ancora, ma quando ero in Grecia ero soprannominato “The Fighter”, il combattente, ovviamente riferito al mio stile di gioco.

Qual è il tuo numero fortunato?
Il 19, che è anche il mio numero di maglia. Perché? Perché è il giorno in cui è nato mio figlio, Andrea.

Che squadra tifi?
Sono affezionato a tutte le squadre per cui ho giocato, ho sempre giocato con il cuore quindi è difficile scegliere. Mio figlio Andrea dice che la fetta di cuore più grande è per l’Olympiacos…

Hai un rituale prepartita?
Si, non è proprio un rituale, ma si: prima di ogni partita la mia famiglia mi fa gli auguri.

Musica e cantante preferito?
Ascolto un sacco di musica greca, soprattutto di qualche anno fa. Oltre a questo, mi piace un sacco il rock anni ’80: AC/DC, Guns ‘n Roses, Pink Floyd.

Piatto preferito?
Non ho un piatto preferito, ma divento letteralmente matto per il pesce fresco, appena pescato.

Il giocatore più forte che hai incontrato/con cui ti sei allenato?
Sicuramente Sofoklis Schortsanitis , quando giocava insieme a me all’Olympiacos.

Miglior partita di sempre?
Non ho partite migliori, ho partite importanti, come quelle delle finali di campionato tra Pana e Olympiacos  che ho già citato.

Attacco o difesa?
Il basket è sia attacco che difesa: con il primo diverti il pubblico e vendi i biglietti, con la seconda vinci le partite.

Un messaggio ad un tuo compagno di squadra?
Vorrei mandare un messaggio a tutti quanti: ragazzi, facciamo un qualcosa di speciale nella nostra vita, vinciamo questo campionato!

Un messaggio ad un membro dello staff?
Anche questa volta, mi rivolgo a tutti: continuiamo a fare bene il nostro lavoro e seriamente, come stiamo facendo ora.

Grazie a Nikos per il tempo che ci ha dedicato: FORZA LEONESSA!