30 Apr 2013

A tu per tu con “Lobito”

Juan Fernandez è una delle più grandi promesse del basket argentino, arrivato al Basket Brescia Leonessa tramite l’Olimpia Milano. Dopo una partenza a rilento, “Lobito” (soprannome la cui origine scopriremo con l’avanzare dell’intervista) è riuscito a trovare una continuità di rendimento che lo ha reso uno dei playmaker migliori del campionato: a una giornata dalla conclusione del campionato infatti l’argentino si trova alla prima posizione nella classifica dei migliori assistman con 4.9 “regali” a partita, oltre ad essere in grado di garantire anche più di 8 punti e 3 rimbalzi nei suoi 28 minuti di media in campo. Iniziamo!

Ciao Juan, come stai?
Ciao a tutti. Sto bene, grazie.

Come ti trovi qui in Brescia?
Benissimo! Amo la città e le persone che ci vivono: con questo clima poi Brescia è ancora più bella del solito.

Cosa ne pensi della squadra e del coach?
Mi piace moltissimo giocare per il Basket Brescia: penso che il coach abbia svolto un lavoro fantastico nel plasmare questa squadra, che è un mix di giocatori di esperienza e di giocatori giovani. Stiamo facendo un ottimo lavoro, il nostro è un ottimo gruppo: spero riusciremo a ottenere più vittorie possibili da qui alla fine della stagione.

Che ne pensi della società e dei tifosi?
La società e i tifosi sono stati fantastici durante l’arco della stagione, ci sono sempre stati vicini anche nei momenti difficoltosi. Mi sono reso conto che con l’avanzare del campionato il tifo è sempre più aumentato e di questo devo essere grato ai nostri tifosi. A nome della squadra chiedo a tutti di supportarci come avete fatto fino a questo momento o, se possibile, ancora di più: stiamo entrando nella parte più importante della stagione.

Che differenze ci sono tra il basket europeo e il “college basketball”?
Ci sono un sacco di differenze tra il basket giocato nei college e quello europeo, a partire da alcune regole (per esempio in America si gioca con 2 tempi da 20 minuti invece che 4 da 10). Oltre a questo è completamente diverso lo stile di gioco e il modo di affrontare una partita: per questo posso affermare che per qualunque giocatore che esce da un college, arrivare in Europa e giocare subito a un livello alto è difficile. C’è bisogno di tempo per ambientarsi: ne è servito anche a me, ma questa “evoluzione” mi ha permesso di migliorare il mio gioco.

Qual è il tuo sogno nel cassetto? Dove vuoi arrivare nella tua carriera?
Il sogno nel cassetto e l’obiettivo della carriera sono, per me, la stessa cosa: avere un ruolo da protagonista in una squadra che disputa  l’Eurolega. Nonostante tutto, penso che ci sia tempo a stagione conclusa per pensare a queste cose: ora gioco per il Basket Brescia, devo concentrarmi al 100% sulle partite di campionato che rimangono e su i Playoff. Penso che rimanere focalizzati sul presente senza distrazioni riguardanti al futuro sia il modo migliore per affrontare la carriera da giocatore professionista.

Dove pensi che possa arrivare la squadra in questa stagione?
Molto lontano. Abbiamo buone  chances di far bene nei Playoff: se rimaniamo in un buono stato di forma e concentrati, possiamo dire la nostra contro chiunque. Ovviamente in cuor mio c’è la speranza di vincere il campionato e portare Brescia in A1.

Il tuo soprannome, “Lobito”, da dove deriva?
Viene da mio padre. E’ ancora il suo nickname, così come lo è per me. Gli affibbiarono questo soprannome quando iniziò la sua carriera da giocatore di basket professionista:  giocava per una squadra la cui mascotte era un lupo (chiamato per l’appunto Lobito) e oltre ad esserne il capitano era anche una vera e propria bandiera. Per sottolineare l’importanza e l’attaccamento alla maglia di mio papà nei confronti della squadra, un giorno un giornalista lo chiamò scherzosamente con lo stesso nome della mascotte. Da quel giorno Lobito è il suo soprannome. Quando ho iniziato a giocare anche io, ero soprannominato “Lobito jr”, poi mio papà si è ritirato è ho ereditato il soprannome originale, “Lobito”. Ecco qui tutta la storia.

Hai un numero fortunato? Qual è?
Non so di preciso se ho un numero fortunato. Da piccolo giocavo con il 5 semplicemente perché mi piaceva, ma al college quel numero era già occupato e ho dovuto sceglierne un altro. Scelsi il 4: era quello che usava mio padre quando giocava ed è anche il numero preferito di mio fratello. Considerando questi ultimi fatti, forse posso dire che i 4 è una sorta di “numero di famiglia” (o numero fortunato se preferisci).

Che squadre NBA, A1 e Calcio tifi?
Nell’NBA tifo per tutte le squadre in cui gioca qualche giocatore argentino, quindi Rockets (Carlos Delfino), Knicks (Pablo Prigioni), Suns (Luis Scola) e Spurs (Manu Ginobili). Spero in particolare che i Knicks del mio idolo Pablo Prigioni possano vincere il campionato: per quello che ha fatto nella sua carriera, se lo merita. In A1 ovviamente tifo per l’Olimpia Milano, visto che sono loro quelli che mi hanno offerto un contratto e che mi stanno facendo vivere questa fantastica esperienza a Brescia. Purtroppo hanno disputato una stagione difficile, tra molti alti e bassi, ma sono comunque fiducioso per i Playoff. Per quanto riguarda il calcio, non seguo molto quello italiano, ma sono un fan sfegatato del River Plate: seguo in generale il calcio argentino, mi piace moltissimo.

Hai un qualche rituale pre partita?
Non voglio dire di avere un rituale, bensì una routine. Tutto comincia un’ora e mezza prima della partita, quando arrivo al Palazzetto: li comincio a fare sempre le stesse cose nello stesso ordine, da quando mi vesto al riscaldamento prima di iniziare a giocare. Suppongo mi aiuti a trovare la concentrazione prima di scendere in campo.

Qual è il tuo genere musicale preferito? E il tuo cantante?
Amo tutta la musica, mi piace ascoltarne di ogni genere. In inglese o spagnolo, dal Pop all’Hip-Hop, dal Reggae alla musica latino-americana, ho dei gusti molto variegati. Uno dei miei gruppi preferiti di sempre sono i “Boyz II Men”.

Qual è il tuo piatto preferito?
Così come amo ascoltare la musica, amo anche mangiare!  E’ difficile scegliere un piatto in particolare, ma ci provo: uno dei mie preferiti è argentino e si chiama “asado”. Si tratta di una grigliata mista di carne.

Qual è il miglior giocatore che hai mai affrontato?
Nel primo anno di college, sono riuscito ad approdare con la mia squadra al torneo NCAA. Al primo turno abbiamo giocato contro Arizona State, dove militava un certo James Harden (che ora gioca in NBA con la maglia dei Rockets ed è uno dei 10 migliori giocatori in attività). Penso che sia uno dei migliori giocatori, se non il migliore, che abbia mai affrontato nella mia carriera fino a questo momento.

Preferisci l’attacco o la difesa?
Beh, essendo un giocatore professionista devo sempre giocare al 100% ovviamente sia in attacco che in difesa, ma se mi chiedi cosa preferisco, io dico senza dubbio attacco.

Un aggettivo per descriverti?
Calmo o quieto.

Un messaggio a un membro della squadra?
Parlo a tutti: siamo nel migliore momento della stagione, quello decisivo, quello in cui da sempre desideriamo di giocare. Se stiamo uniti possiamo fare grandi cose quest’anno.

Un messaggio a un membro dello staff?
Vorrei ringraziare tutti i membri dello staff per il grande supporto che ci hanno dato durante tutto l’arco della stagione: abbiamo bisogno di voi ora più che mai!

Grazie Juan per averci dedicato un po’ del tuo tempo!
Grazie a voi! 

#goleonessago

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