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Bresciaoggi – Alibegovic: «Io e la Centrale andremo lontano »

Il suo cognome evoca nei bresciani tristi ricordi: del resto Mirza Alibegovic ha un padre illustre, Teoman, uno che al vecchio basket Brescia regalò un brutto dispiacere. In maniera indiretta tutto sommato, indossando la maglia della Fortitudo Bologna nella sera in cui la squadra felsinea si salvò sul campo di Reggio Emilia, mentre Brescia, nonostante una vittoria nello scontro diretto con Ferrara, retrocedeva per differenza canestri proprio con gli estensi. «L’ho già sentita…questa storia» racconta con il suo accento friulano «Vorrà dire che dovrò farmi perdonare». Ala piccola di 195 cm classe 1992, 23 anni da compiere a breve (25 settembre), un atletismo dirompente, Mirza, nato qualche mese dopo quella serata di aprile in cui il futuro di Brescia e Bologna sponda F cambiarono completamente il proprio futuro (Brescia scomparve 4 anni dopo, la Fortitudo risalì e scrisse una storia fatta di derby, scudetti ed Europa), si è presentato di fronte al suo nuovo pubblico in maniera importante. Partite chiuse sempre in doppia cifra, voglia di emergere, ma soprattutto di sfruttare questa chance: a Pistoia qualche lite di troppo, una condotta allegra e spensierata fuori dallo spogliatoio ed il trasferimento (forzato) a Brindisi; un trampolino di lancio che si è spezzato insomma e che invece a Mantova la scorsa stagione Mirza ha cercato di ricostruire. La promozione in A2 Gold e poi il passaggio a Brescia: «Quando mi ha chiamato Andrea Diana, quasi non ci credevo: non puoi dire di no davanti a un’occasione come questa; non ho aspettato nessun’altra offerta, avevo già quella giusta». La cadenza, come detto, è quella friulana, e non potrebbe essere altrimenti: ad Udine è di casa Mirza, un passaporto italiano ed uno americano in tasca. Ed una faccia di gomma: a molti ricorda un altro figlio d’arte illustre passato da queste parti, Jack Crow. «Sono stato accostato a lui: stesso ruolo, 3 anni di differenza all’ anagrafe (Jack è classe 1989). Ecco visto che ora Crow gioca in A con Pesaro dove ho giocato anche io (altra analogia), diciamo che ho 3 anni per diventare un giocatore importante». Molto bene: ma cosa abbiamo visto del repertorio di Mirza Alibegovic fino ad oggi? «Qualcosa, non tutto. Avete visto uno che non ha nelle corde l’essere un tiratore…tirare». In effetti è vero ma cosa ci aspetta nelle prossime uscite? «Sicuramente un rendimento difensivo importante: ho un obiettivo in testa, quello di diventare il miglior difensore della Leonessa». Sarebbe anche interessante vedere Alibegovic attaccare il ferro con maggiore continuità. «Con calma, vedrete anche quello». In attesa che oggi cominci anche Justin Brownlee ad allenarsi con i compagni, Brescia scopre il suo terzo americano: Mirza è nato a Corvalis, Oregon, doveva papà Teoman aveva fatto l’Ncaa con i Beavers di Oregon State, lo stesso ateneo da cui è uscito Roberto Nelson: un caso che i due abbiano già legato? «Roberto viene da dove sono nato: è normale che si sia creato del feeling, vista anche l’età molto vicina; credetemi quando vi dico che Roberto sarà importantissimo. E sfatiamo un mito: sono americano di passaporto, ma non mi ritengo il terzo americano di Brescia. Piuttosto uno dei tasselli di questa squadra». Una promozione appena sfiorata (quella di Pistoia 2 anni fa), una conquistata con Mantova: dove vuole arrivare Alibegovic? «Il più lontano possibile: ovviamente con la maglia che indosso; il futuro costruiamocelo un passo alla volta cominciando da Brescia».