Skip to main content
             

Giornale di Brescia – Centrale, test da grande

Incontrare Andrea Diana a meno di due giorni dalla sirena della sfida con Verona e a 48 ore esatte dalla partita di Ferentino, significa quanto meno aggiungere un paio di post scriptum al big match di mercoledì. Oggetto, neanche a dirlo, le due decisioni arbitrali più contestate. «Abbiamo visto e rivisto l’azione dei 24″ – racconta il coach della Centrale – e vi posso assicurare che il tabellone si è illuminato quando Giuri iniziava la fase di caricamento del tiro, vale a dire con il pallone ancora basso». E quel libero fatto ripetere? «L’arbitro ha fischiato pochissimi secondi prima che Cittadini tirasse, avendo notato che il ferro si muoveva come conseguenza del saltellare dei tifosi scaligeri. La stessa situazione peraltro nella quale aveva scoccato il primo tiro… Di fatto sarebbe come se un arbitro di calcio intervenisse mentre il rigorista effettua gli ultimi appoggi della rincorsa». Spiacevole, ma sempre meglio di quanto si era percepito in diretta, ovvero una ripetizione incomprensibile, visto il successo del tentativo. Ferentino dunque (palla a due alle 18, diretta su Radio Bresciasette, aggiornamenti in tempo reale su www.giornaledibrescia.it) ovvero non certo l’avversariapiù facile per riprendere immediatamente il filo delle vittoria. I ciociari, che dopo il promettente successo di Napoli all’esordio hanno perso quattro delle successive cinque partite – cedendo i due punti anche a Jesi, fatto atutt’oggi unico – sono reduci da due successi consecutivi (su Torino e in casa di Casalpusterlengo) che hanno portato serenità e fiducia, senza dimenticare che finora hanno giocato soltanto tre volte in casa. Sulla qualità della squadra dell’antica Ferentinum (ricordate? Fero fers tuli latum ferre: portare) non si possono poi nutrire dubbi. A partire dalla coppia ben assortita di americani, formata da Omar Thomas, ala trentaduenne la stagione scorsa a Sassari, già Mvp di LegaDue nel 2009/10 a Brindisi e l’anno successivo in Al ad Avellino r e dal play maker Markel Starks (quasi omonimo del pivottone della Fortitudo di primi anni Ottanta, Marcellus, che faceva coppia con il cecchino Charles Jordan) uscito da George-town con 16.5 punti di media, approdato in A2 Gold dopo aver partecipato alla Summer League prima con i Pi-stons e poi con i Timberwol-ves. Due stelle che non possono però offuscare la componente italiana di provata esperienza e affidabilità, con il trio di confermati Guarino, Bucci e Pierich, cui sono stati affiancati l’ex biancoblù Ghersetti e quel formidabile atleta che risponde al nome di Paul Biligha, classe 1990, che diciottenne calcò i parquet bresciani con la maglia della Verolese e ha già assaggiato la massima serie. Ferentino si segnala poi per lo straordinario 90% nei tiri liberi (ma Brescia vanta il percorso netto di Loschi, 21/21 e Fernandez con 19/20) e per essere la squadra che perde meno palloni. «Detto che non ci sono trasferte agevoli – osserva Diana – andiamo ad affrontare una squadra il cui ro-sterlacollocanellaprimafascia. Ferentino unisce talento a qualità, disponendo di diverse bocche di fuoco. Noi però andiamo là senza alcun timore reverenziale». Come sta Nelson? «In questi giorni si è allenato con i compagni, ma gli manca ancora un po’ di spinta. E non è un limite da poco per un giocatore che usa il fisico e fa dell’esplosività una delle sue armi. Capisco poi che per un giocatore giovane convivere con il dolore non sia facile». A proposito di americani: Thomas è un lusso per l’A2. «Sappiamo che è molto pericoloso in post basso e cercheremo di limi- tarlo ricorrendo anche a qualche flottaggio. Con la dovuta cautela però, viste le alternative offensive dei nostri avversari». E poi c’è Ghersetti. «Sarà un piacere rivederlo. Personalmente mi ha dato molto». Brescia anche mercoledì ha dimo -strato di valere i primi posti. «Mi piace pensare che rispetto ad altre compagini che puntano in al- to disponiamo di tanti giovani che stanno accumulando esperienza e sono quindi destinati a migliorare, a maggior ragione avendo gli esempi di Cittadini, Passera e Benevelli. La nostra è una squadra ben costruita, nella quale ognuno è consapevole e al tempo stesso soddisfatto del suo ruolo, circostanza che aiuta a dare il 100%, come è accaduto finora».

Franco Bassini