Giornale di Brescia – La Centrale vola ancora, stacca Torino e avvicina Verona
Andrea Diana ha un bel dire che l’obiettivo di questa squadra è “cercare di arrivare all’ottavo posto” e che la Final Six di Coppa Italia non rientra neppure tra i traguardi della stagione, ma la sua Centrale continua a dar prova di solidità e compattezza, mentre le avversarie gettano punti al vento. E se le corazzate imbarcano acqua, le golette verdi possono prendere il largo. L’undicesima giornata di A2 Gold è stata tra le più positive perla Leonessa, che ha espugnato con autorevolezza e quindi con facilità il parquet di una commovente Forlì, mentre Torino, fino a ieri al suo fianco, è caduta ad Agrigento e la capolista Verona, che soltanto dieci giorni fa sembrava inaffondabile, si è arresa in casa a Jesi nel giorno in cui ripresentava un Monroe che pure ha fatto appieno la sua parte (26 punti e 8 rimbalzi). E così, a quattro giornate dal termine dell’andata, la Centrale è da sola sulla piazza d’onore, essendo tornata nella scia degli scaligeri. Lo so: il compito che attendeva i biancoblù ieri al PalaCredito non era affatto proibitivo, appena un po’ più complicato di quello svolto una settimana prima contro Veroli. Ma l’ampiezza di entrambe le vittorie è lì a testimoniare della forza di un gruppo tra i cui meriti va annoverato quello di saper rendere ancora più facili i compiti alla portata, l’esatto contrario di quanto è successo nel recente passato alla Centrale e di quanto accada con più frequenza di quanto non si possa immaginare ai livelli più diversi. Non a caso Gioanbrerafucarlo amava ricordare che lo scudetto più soventemente lo vinceva chi tra le grandi faceva 12 punti con le tre squadre che venivano retrocesse (era l’epoca in cui la vittoria valeva due punti). Detto di passaggio che la sconfitta contenuta di Veroli nel derby con Ferentino rende ancora più eclatante l’ultimo successo interno della Leonessa, ieri al PalaCredito abbiamo ammirato una squadra ancora impeccabile nell’approccio (6-0), prontissima a replicare all’unico vantaggio interno dei locali con un perentorio 9-0, implacabile nelT allungare così da chiudere di fatto la gara all’intervallo. E questo contro una Fulgor che nelle due precedenti uscite in versione autarchica era stata protagonista di due primi tempi eccellenti, completando l’opera in casa con Casalpusterlengo e arrendendosi soltanto nel finale a Ferentino. Ieri invece Forlì è stata costretta ad alzare bandiera bianca con ampio anticipo, ma la superiorità dei bresciani è stata talmente evidente che il pubblico di casa non ha minimamente contestato i propri giocatori, tributando anzi loro autentiche standing ovation, evidentemente riconoscendo lo stato di inferiorità tecnica nel quale si sono venuti a trovare in seguito alle note vicende societarie. E questo nella giornata in cui Diana ha utilizzato per poco più di quattro minuti Juan Fernandez, reduce da una settimana di pochi allenamenti per un problema muscolare all’addome, avendo l’attesa risposta da Marco Passera, che ha smazzate 7 assist nei 32 minuti in cui ha diretto la squadra. Una squadra sempre più profonda, come testimoniano i bottini di Alibegovic (21 punti in 25 minuti) e Benevelli (18 in 21) e la permanenza sul parquet per 14 minuti di Tomasello. In campo e a bersaglio anche Vertova, all’appello è mancato il solo Giammò, a sua volta quasi sempre ai box in settimana per un’infiammazione tendinea. Sfruttati al meglio, sotto tutti i punti di visti, due turni oggettivamente favorevoli, Brescia può guardare con crescente fiducia ai prossimi insidiosi impegni, a partire da quello con Agrigento in calendario domenica al San Filippo. I siciliani intanto, confermando la vocazione casalinga, hanno fermato Tornio, che ha manifestato una volta di più una vulnerabilità esterna più facile da spiegare con ragioni non strettamente tecniche. Ma i guai delle corazzate francamente ci interessano poco, a maggior ragioni potendo goderci le evoluzioni di questa agile goletta verde che non ha nessuna paura di affrontare il mare aperto.
Franco Bassini
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Bisognerebbe riempirsi di polvere per immergersi in un vecchio archivio e capire se ai tempi d’oro era mai successo, per adesso possiamo limitarci al nuovo corso per dire che dal 2009, da quando cioè è tornato il basket d’alto livello in città, non era ancora successo che la Leonessa dei canestri segnasse 17 volte dalla linea dei tre punti. «Sempre bello entrare nella storia» sospira Mirza Alibego-vic mentre, dopo la doccia, si sistema i folti capelli e si aggiusta i due orecchini che sembrano brillare più del solito. Proprio lui con 6/10 ha contribuito alla serata di luna perfetta dei suoi al di là dell’arco. Justin Brownlee se la gode: «A me piace quando la squadra difende duro, va in transizione e prende fiducia per segnare le “bombe”. A me piace da morire allontanarmi da canestro e mettere punti pesanti, quelli che tagliano le gambe agli avversari». Il record precedente da 3 Brescia l’aveva stabilito, con 13 triple, nel 2012 sempre con Forlì come avversaria, ma in un match casalingo. I romagnoli ispirano, accendono la miccia e portano i biancoazzurri a concludere con continuità e precisione dalontano. Un gesto atletico che infiamma il pubblico e annichilisce chi sta marcando. Anche con Barcellona e Capo d’Orlando negli anni scorsi ci si era fermati a 13 mentre contro r«armata Brancaleone» di Veroli domenica scorsa le bombe Justin Brownlee protagonista di un’ottima gara dei biancoazzurri erano state «solamente» 12. Sulla prestazione di ieri Justin Brownlee ha una teoria più che condivisibile: «Aver iniziato forte ci ha permesso d’incanalare la partita nei binari che volevamo. Siamo riusciti a giocare una pallacanestro fatta di difesa dura, intensità e contropiede come piace a noi». Al secondo posto in classifica in posizione solitaria (grazie alla sconfitta di Torino ad Agrigento, che domenica sarà al San Filippo) e a due punti dalla capolista Verona, la Centrale del latte vede la classifica da una nuova prospettiva. Brownlee ripensa alla sconfitta beffa con Verona ed esclama: «Adesso davanti a tutti potevamo esserci noi e l’avremmo anche meritato. Peccato aver perso con la Teze-nis nel modo che tutti sappiamo, cioè ingiustamente». Ci pensa un attimo lo yankee e fa emergere tutto il suo ottimismo: «Comunque tranquilli che c’è tempo per prenderci la rivincita nel match di ritorno. Siamo più forti di Verona e avremo luogo e modo per dimostrarlo. Ora sotto con Agrigento: voglio il San Filippo ancora esaurito».
c.t.
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La compostezza di Diana, la commozione di Finel-li. A fine gara, la difficile situazione della società romagnola è al centro degli interventi dei due allenatori. «Il primo pensiero – esordisce infatti il tecnico della Centrale – va alla squadra e alla città di Forlì, a un pubblico meraviglioso che ha ignorato il risultato per tributare un abbraccio caloroso ai suoi beniamini. Spero che la situazione possa risolversi rapidamente». Il suo collega non lesina i ringraziamenti ai suoi giocatori, allo staff medico, ai collaboratori, ai dirigenti e al pubblico. «Mi piacerebbe poter vivere una realtà regolare come quella di Brescia», osserva Finelli, che poi sottolineala rabbia di chi sa di avere davanti un calendario favorevole, ma teme di non poterlo sfruttare per ragioni che non hanno nulla a che fare con le qualità della squadra. E si commuove, prima di abbandonare la sala delle interviste dove Diana si è trattenuto ad ascoltarlo. Un Diana che analizza la gara partendo dal piano partita che prevedeva un ritmo alto. «Non è stato facile imporlo -osserva – contro una squadra La grinta di coach Andrea Diana che aveva evidentemente l’obiettivo opposto e si chiudeva a zona. Noi sapevamo di dover mantenere alta l’attenzione in difesa, per non concedere secondi tiri e siamo stati bravi a farlo. Partendo proprio dalla difesa ci siamo progressivamente sciolti, abbiamo limitato gli errori in attacco e siamo volati via. Questo grazie a un gruppo che ancora una volta si è confermato unito, passa volentieri la palla al compagno che vede in una condizione migliore per concludere, così da limitare le forzature. La percentuale da 3 punti è stata buona, ma, ripeto, tutto è nato da una difesa forte e aggressiva». La Final Six di Coppa Italia è sempre più vicina. «Ma non è un obiettivo. Noi ci siamo riproposti di dare sempre il 100%. Tutto quello che arriva è gradito, ma se riuscissimo a disputare la finali di Coppa Italia avremmo compiuto un’impresa, non raggiunto un obiettivo». Intanto la Centrale è da sola al secondo posto. «L’obiettivo è cercare di arrivare all’ottavo posto. In estate abbiamo costruito un gruppo equilibrato, nel quale ciascuno è consapevole del proprio ruolo: vedremo dove ci porterà».
f. bass.