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Giornale di Brescia – Centrale, il Brownlee ritrovato vale la sesta vittoria

Fa maggiore effetto la serie (aperta…) di sei vittorie consecutive, oppure il secondo posto solitario (sempre più solitario…) in classifica al termine del girone d’andata? In entrambi i casi si tratta di situazioni senza precedenti da quando la Centrale del latte milita nella seconda serie nazionale, ma rarissime anche considerando gli anni d’oro del Basket Brescia. Questa squadra vince infatti con ima regolarità sbalorditiva quanto esaltante, al punto che la sua fase ascendente è addirittura più brillante di quelle del Filodoro di Bernardi, Mitchell e Hughes, della Silverstone di Taurisano, Wiltjer e Branson, della Pinti Inox di Sales, Iavaroni e Fleming, giusto per citare tre grandi formazioni che a fine stagione vennero promosse in Al. Nessun paragone, tanto meno nessun pronostico, a maggior ragione essendosi oltremodo ristretta laporta che conduce nel paradiso della palla a spicchi, bensì una semplice constatazione che conforta la sensazione di stare assistendo a una cavalcata straordinaria. L’ultimo ostacolo superato dalla Centrale è stata una Trapani vivace e al tempo stesso solida, capace di lottare fino all’ultimo secondo, quando il suo limite maggiore finora era stato il lento, quasi inesorabile spegnersi nella seconda parte di gara. Ieri invece la squadra di Lardo (comunque sulla graticola e non vuole essere un gioco di parole) ha saputo replicare con puntualità agli scatti della Centrale, rifiutando ostinatamente di interpretare il ruolo di Tonkov sulla scia dello scatenato Pantani sulla salita di Montecampione del Giro d’Italia del ’98. Così Brescia, avanti di 9 punti sul 38-29 a 3’44’ dall’intervallo, è stata riagguantata a quota 41 a 6″ dal rientro negli spogliatoi, né sorte granché migliore ha avuto il primo e unico vantaggio in doppia cifra sul 62-52 all’8’06” del terzo parziale, visto che in apertura di ultimo quarto la Centrale conduceva soltanto per 64-61. E così via, con Trapani a sperare sull’83-80 per i biancoblù a poco meno di un minuto dal termine. Biancoblù che hanno però avuto l’enorme merito (e l’enorme forza) di non farsi mai agguantare né tantomeno superare se non sul fugace 45-43 granata subito dopo il riposo. Biancoblù che tre settimane dopo la rocambolesca partita interna con Agrigento hanno ripresentato Nelson e soprattutto si sono giovati del migliore Brownlee di sempre, per i cui numeri vi rimandiamo alle pagelle. A voler fare sintesi, operazione pericolosa se non proprio insensata quando si commenta uno sport di squadra, la Centrale ieri ha vinto perché la sua ala pivot ha fatto 11 canestri in azione tirando 18 volte, mentre dall’altra parte Legion ha scoccato 26 tiri per raggiungere lo stesso bottino, e perché ha fatto 18/18 dalla lunetta contro il 14/23 dei siciliani. Le cifre, aride ma non troppo, suggeriscono che se la squadra di casa avesse compiuto percorso netto dalla lunetta avrebbe vinto la partita. Più stimolante domandarsi (e rispondersi) per quale ragione Brescia stia diventando una macchina infallibile nei liberi (un solo errore sette giorni fa contro Barcellona, come anche la settimana precedente a Napoli, curiosamente sempre di Loschi che pure guida la classifica di specialità). La spiegazione va ricercata nella forza dei nervi distesi, giusto per citare uno slogan televisivo dei miei tempi, ovvero nella serenità che nasce dal proficuo lavoro settimanale in palestra che consente alla squadra di presentarsi all’esame domenicale con la consapevolezza di essersi preparata al meglio, fatto questo che sicuramente favorisce la messe di vittorie che dal canto suo alimenta il circolo virtuoso e al tempo stesso crea pressione sugli avversari. E qui ci fermiamo, non senza aver segnalato al lettore che ha avuto la pazienza di seguirci fino a questo punto, che l’attacco del pezzo “Fa maggiore” è la tonalità della sinfonia Pastorale di Beethoven. La sesta, appunto. La trovate patetica? Vi sbagliate: quella è la Sesta di Ciaikovski.

Franco Bassini

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Aveva un cerchio da chiudere, sentiva di dover completare l’opera di sdebitamento verso staff, compagni e tifosi. Justin Brownlee dal suo cilindro ha estratto la partita perfetta. Sorride a fine gara e risponde «Perché no?» ai giornalisti siciliani che gli chiedono se ha intenzione di fare canestro anche nella notte quando chiuderà gli occhi per addormentarsi. I suoi 36 punti sono l’high stagionale di ogni giocatore biancoazzurro, l’8/13 da 3 punti sono la fotografia di una partita in cui il canestro per lui era simile a una vasca da bagno, i 12 rimbalzi sono la conferma che non siamo assolutamente di fronte all’americano che pensa solo a se stesso. «Mi piace fare quello che serve alla squadra – racconta – e dopo due buone prove difensive con Napoli e Barcellona, stavolta ci ho messo anche un qualcosa in più, ci ho messo i canestri». Per vincere, ma questo lo aggiungiamo noi perché il primo pensiero di Justin va ai compagni. «Merito loro che mi hanno servito in modo perfetto, il resto l’ha fatto la fiducia che sentivo crescere in me più passavano i minuti e più segnavo». Fiducia, forza interiore, al punto da arrivare a «beccarsi» col pubblico. È successo nel primo tempo dopo una schiacciata finita sul ferro che ha scatenato una bordata di fischi ai quali Brownlee ha risposto portandosi la mano all’orecchio e poi agitando la mano destra come a dire «più forte, più forte, che non vi sento…». In sala stampa l’ala-pivot della Centrale minimizza: «Non c’era cattiveria nel mio gesto, mi è uscito d’istinto. Ho rischiato il tecnico? Può darsi, come può darsi che quell’episodio mi abbia dato un’energia supplementare per il resto del match…». Domenica 14 dicembre, quando non si presentò al San Filippo per il match con Agrigento, sembra lontana anni luce. Parlandoci, guardandolo negli occhi, capisci che i problemi personali che l’avevano portato a quel gesto clamoroso non sono spariti, ma «adesso quando scendo in campo riesco a pensare solo alla partita. Il resto lo lascio a casa». Se tutto è tornato come prima, anzi forse pure meglio, il merito è di chi gli sta attorno: «Tutti mi hanno fatto sentire calore umano, hanno creduto in me, come se niente fosse successo. Un grazie ai coach, ai compagni e ai tifosi». Il grazie si estende al modo di giocare che ha la squadra: «Mi esalto quando andiamo in contropiede e scarichiamo per un tiro da 3. Gli allenatori ci mettono nelle condizioni migliori per sfruttare le nostre qualità».

Cristiano Tognoli

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Questa volta lo possiamo dire senza tema di apparire esagerati: Andrea Diana è raggiante quando si presenta nella sala stampa che invece verrà disertata dal suo collega Lino Lardo, primo atto del silenzio stampa imposto ai tesserati dalla società granata. «Sapevamo che sarebbe stata una battaglia -esordisce il tecnico livornese – e così è avvenuto. A mio modo di vedere è stata anche una partita bella tra due squadre che hanno dato il massimo, esprimendo una pallacanestro di alto livello. A noi è andata bene perché abbiamo tirato con percentuali stratosferiche da 3 punti, fatto che ci ha consentito di tenere a distanza un’avversaria mai doma che ha dato il meglio di se per restare a contatto. Dal nostro punto di vista è stato poi importante avere pareggiato a rimbalzo, così come riuscire a correre non appena se ne vedeva la possibilità. Nonostante gli 88 punti subiti, ritengo che alcune giocate difensive siano risultate decisive». Brownlee ha fornito un grande contributo. «Sono molto contento che Justin si sia sbloccato. Nelle ultime due settimane aveva lavorato con grande impegno e in effetti la domenica aveva dato un prezioso apporto in difesa e a rimbalzo, mentre stavolta sono arrivati anche i canestri e come mai aveva fatto prima in Italia: bentornato Justin». Non altrettanto positiva è stata la prova di Fernandez. «Quando si vince in trasferta, giocando per di più una buona partita non ci sono prestazioni insufficienti. Juan non ha fatto canestro ma ha servito 4 assist e guidato la squadra. In avvio di gara si scivolava e questo gli ha tolto reattività condizionandolo in fase di tiro. La forza di questa squadra resta comunque la capacità di passarsi la palla e sfruttare al meglio chi è in striscia. Prendiamo il caso di Brownlee: lui era ispirato, ma i suoi compagni sono stati bravi a rifornirlo con continuità». Sei successi consecutivi sono una dimostrazione di forza. «La nostra è una squadra affamata e motivata: tutti i giocatori sono venuti a Brescia con grande entusiasmo, in settimana lavorano con impegno e la domenica danno il massimo. Poi può capitare anche di perdere, ma noi siamo sempre preparati a combattere la battaglia».

f. bass.

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FERNANDA 6
Per gran parte del match sembra Superman alle prese con la criptonite e lo 0/7 al tiro centra come i cavoli a merenda con quello splendido giocatore che avevamo ammirato fino a prima di ieri. Soffre le marcature di Bray e Meini. Nel finale però c’è anche la sua griffe di classe: 4/4 ai liberi, 4 assist, più un canestro su azione che i refertisti probabilmente han dimenticato e un passaggio a una mano a tutto campo che non dimenticheranno invece tanto in fretta.

CITTADINI 6.5
Lascia un po’ troppo fare a Renzi, anche se gli tappa la bocca quando la partita si decide. Chiude comunque in doppia cifra, comunque con 8 rimbalzi. Tiene sempre alimentato il camino sotto canestro.

ALIBEGOVIC 7
Un po’ per merito delle sue prestazioni sempre più in crescita, un po’ per le condizioni fisiche instabili di Loschi, resta in campo 30′ e quello che concede in difesa a «mostro» Legion se lo riprende in attacco perché Mirza è uno che sugli interessi non fa sconti.

BENEVELLI 6
Stavolta non riesce ad eccellere per mancanza di spazio sul palcoscenico: Brownlee è la stella che si prende applausi e fischi (di paura), è il catalizzatore, è l’imprescindibile. E stavolta per Andrea bastano 11 minuti.

LOSCHI 7.5
In settimana più che roteare gli asciugamani per tenere alto il morale della truppa non aveva potuto fare. Scende in campo senza allenamenti e con un fastidio continuo al gluteo, ma il 3/3 da 3 con il quale si presenta fa sparire ogni male.

PASSERA 7
Il motorino della squadra inanella un’altra prestazione da incorniciare. Fa sempre la cosa giusta, al momento giusto. Il suo jump shot, arresto e tiro, è già stato dichiarato arma illegale in più Stati.

NELSON 6.5
Aveva poco meno di 15 minuti d’autonomia e infatti nei 12 ’01” in cui resta in campo dosale batterie senza mai andare in debito d’ossigeno. Bentornato, venti giorni dopo.

BROWNLEE 9
Snoccioliamo tutte le cifre, giusto per non lasciare nessuno scarto in mezzo alla strada: 11/18 (61%) al tiro, 8/13 (62%) da 3, 12 rimbalzi; e con 7 falli subiti per poco non trova anche la tripla doppia. Tra lui e il cilindro ieri c’era un feeling che nemmeno tra i protagonisti di Laguna Blu…

TRAPANI: Renzi 7.5, Meini 6.5, Baldassarre 6.5, Bossi 6, Urbani 6.5, Bray 6, Ferrerò 6, Conti 6, Legion 6.5.

cri. tog.

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E partito domenica mattina in aereo, tornerà oggi con il «bla-bla-car», il nuovo meccanismo di trasporto tramite il quale, on line, si trova una persona che fa il tuo stesso tragitto e ci si accorda per dividere le spese. Brescia-Bergamo-Trapani. E ritorno. Vincenzo Langella è un personaggio ben noto nell’ambiente del tifo sportivo bresciano: lo trovi al basket, ma anche alla pallanuoto e al rugby. 45 anni, figlio di un famoso notaio cittadino, esprime la sua passione per ciò che regala emozione, che è sport, che diventa amicizia. Si è sobbarcato da solo la trasferta di Trapani: l’ha fatto perché ama la Leonessa, l’ha fatto perché con i supporters trapanesi c’era un gemellaggio da celebrare, rinnovare, l’ha fatto perché 1.500 km scorrono via (quasi) come se nulla fosse, quando c’è uno striscione da appendere, una bandierina da mettere, dei colori da onorare. Ha trovato una splendida ospitalità, gli amici Alfonso e Leonardo che l’hanno scortato a pranzo, al palasport; ha trovato i quasi 4.000 del PalAuriga che l’hanno applaudito. Di più: Loschi è andato a prenderlo sugli spalti per festeggiare con la squadra a centrocampo, Diana l’ha citato in conferenza stampa dicendo «la dedica è per Enzo». Ma con lui ieri c’era tutta la Brescia che ama sempre di più la sua Leonessa dei canestri.

c. t.

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Giusto il tempo per godersi la vittoria di ieri a Trapani, che i tifosi bresciani hanno seguito grazie alla radiocronaca su Bresciasette e tramite gli aggiornamenti sul sito del nostro giornale, ed è già tempo di organizzarsi per la trasferta di domenica a Jesi, prima giornata di ritorno. L’intenzione è di preparare un piccolo esodo per quello che non è certo uno spostamento agevole, vista la distanza, ma «Irriducibili» e non sono pronti a sacrificarsi per non far mancare il loro apporto agli uomini di Diana. Il viaggio in pullman costa 22 euro per i tesserati e 27 euro per i non tesserati, mentre il biglietto d’ingresso al palasport di Jesi è di 10 euro l’intero e di 8 il ridotto (14-18 anni, under 14 gratuito). La partenza avverrà alle 10.30 di domenica 11 gennaio dal parcheggio dell’Ortomercato. Per iscriversi telefonare a Daniela 3388091692 oppure inviare una mail a irriducibili.leonessa@gmail.com