Giornale di Brescia – Diana meglio di Taurisano
La buona notizia è che la Centrale sta marciando a un ritmo superiore a quello della Silverstone del 1984/85, ultima squadra bresciana a essere promossa in Al. La cattiva è che all’epoca le prime quattro dell’A2 salivano di categoria (e partecipavano ai play off scudetto: Brescia venne eliminata 2-0 da Cantù), mentre adesso non è sufficiente chiudere in testa la regular season. In effetti trent’anni fa le prime due serie nazionali facevano parte della stessa Lega (oltre a essere entrambe professionistiche…) e questo spiega un’osmosi che era garanzia di interesse al piano di sopra come a quello di sotto. Ora invece il ricambio è ridotto al minimo, circostanza che oltre a penalizzare l’A2 – a maggior ragione nella prossima stagione: se davvero le squadre saranno 32 le probabilità di salire di categoria si avvicineranno a quelle di fare un 5+1 al SuperEnalotto – riduce l’interesse nel massimo torneo, dove oggi, al termine del girone d’andata, la lotta salvezza è limitata a Pesaro e Caserta e giusto perché i campani hanno appena battuto i marchigiani, con relativo esonero di Sandro Dell’Agnello. Ma torniamo a bomba, non senza aver ricordato, in tema di ex allenatori della Centrale, la maledizione supplementari che perseguita Alberto Martelossi, il quale ha rivitalizzato Ferrara vincendo quattro dei primi cinque incontri, ma domenica ha perso in casa con Treviglio al termine di due overtime, incassando così la sesta sconfitta consecutiva in gare concluse dopo il 40′. La Silverstone che salì in Al dove poi disputò tre campionati, ottenendo la salvezza prima con Taurisano, quindi con Fossati al suo primo anno da capo allenatore, era una squadra profondissima, con un’ottima coppia di stranieri e italiani di provata qualità. Eppure il ritorno nell’empireo del basket avvenne soltanto alla trentesima e ultima giornata, quando i biancoblù superarono in casa Ferrara con un rotondo 117-103 (Branson 30 punti, Wiltjer 24 e 14 rimbalzi, Ritossa 21 con 5/6 nelle «bombe») e grazie anche alla concomitante sconfitta di Gorizia a Forlì. Era peraltro un campionato di altissimo livello, che vide la Reggio Calabria di Hughes, Kupec e Campanaro e la Treviso di Solomon e Starks (ma anche di Amos Benevelli e di un giovanissimo Paci) chiudere a quota 40 con 2 lunghezze su Brescia e Pallacanestro Livorno, che avevano in scia Gorizia e Venezia. La Silverstone dunque perse 11 partite, quattro all’andata e sette al ritorno, quando si trovò a fare i conto con gli infortuni di Terenzi, Marusic e Motta. Come evidenziato dal grafico, nelle prime 17 giornate la squadra di Taurisano incappò in cinque battute d’arresto contro le tre di quelle di Diana, che a sua volta ha già dovuto fare i conti con un buon numero di contrattempi e ha sei punti di vantaggio sulla quinta. Mannaggia alla formula!
Franco Bassini