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Giornale di Brescia – Centrale alla prova delle grandi

Lo zuccherò nel caffè, la crema nel cappuccino, l’arcobaleno dopo la tempesta, l’alba e il tramonto lungo il mare, un falò sulla spiaggia. La Centrale del latte cerca la quadratura del cerchio, un momento ancora più bello rispetto a quello che già sta vivendo e si è concretizzato in otto vittorie consecutive. «Non guardo al primo posto, non penso alle final Six di Coppa Italia, voglio solo togliermi la soddisfazione di vincere contro una grande squadra, una di quelle costruite per il salto di categoria» scandisce il coach della Leonessa Andrea Diana. Torino, Verona e Ferentino. In poco più di un mese. Da domani al primo marzo. In casa con piemontesi e ciociari, in trasferta con gli scaligeri. Tre squadre, tre corazzate. Guarda caso quelle, le uniche, che nel girone d’andata hanno saputo sconfiggere Loschi e compagni. Con Torino, al PalaRuffini, il 5 novembre all’andata maturò, dopo quattro vittorie di fila, la prima sconfitta stagionale: 106-98 in un match nel quale Amoroso (ora a Pistoia) fece la voce grossa, indossando il mantello di Superman e volando sulla testa dei leoncini biancoazzurri. Segnare quasi un centino aTorino e non vincere fu il grosso rammarico, ma quel giorno i gialloblù piemontesi erano veramente baciati in fronte dalla dea del basket. Il ko con Verona si concretizzò il 19 novembre, due partite più tardi, dopo aver espugnato Trieste e Codogno, e fu un 76-78 (in un San Filippo strabocchevole di tifo) molto amaro perché condizionato nel finale da almeno un paio di decisioni arbitrali determinanti in negativo: un canestro convalidato a Ndoja nonostante fossero ampiamente scaduti i 24 ” e un tiro libero annullato (segnato, fatto ripetere e poi sbagliato) a Cittadini perché i tifosi di Verona facevano ballare il canestro verso il quale tirava il pivot della Centrale del latte. Diversa la sconfitta a Ferentino il 23 novembre. Finì 74-71, anche qui con una buona dose di rammarico, ma stavolta per via di una stanchezza emersa nel momento clou. Era la sestapartita che veniva giocata in 22 giorni, ritmi da Nba, che una rosa allestita per l’A2 Gold non può sostenere senza pagar dazio. In tutti e tre i passi falsi comunque Brescia non ha mai sbracato. «Ce la siamo sempre giocata -analizza il pivot Andrea Benevelli – dimostrando che meritiamo di essere ai vertici della classifica. In ogni caso ci è mancato un quid in più per fare il salto di qualità, quel quid che dovremo ora riuscire a ritrovare per i tre match verità. Ma attenzione a non sottovalutare gli altri incontri che ci aspettano da qui alle final Six di Coppa Italia. Le trasferte con Mantova e Biella nascondono più di un trabocchetto e anche nei match casalinghi con Casale Monferrato e Trieste dovremo essere la solita, affamata Centrale, per riuscire a spuntarla». Intanto sono arrivate come una doccia ghiacciata le dichiarazioni del sindaco Emilio Del Bono secondo il quale l’Eib sarà pronto non prima dell’autunno 2016, quando in un primo tempo si era parlato di Natale 2015. Sul web il primo cittadino è stato protagonista anche di un botta e risposta, non senza esclusione di colpi, con alcuni tifosi arrabbiati. La presidente della Leonessa dei canestri Graziella Bragaglio gli toglie responsabilità e specifica: «Il Comune ha fatto il suo, la tempistica non dipende da loro, ma dall’Ente fiera. Stiamo comunque cercando di farci trovare pronti in caso di promozione in serie A. Con il sindaco ho parlato di un possibile ampliamento della capienza del San Filippo a 3.500 posto oppure a 3.000 (attualmente è 2.698, ndr) con deroga che potrebbe arrivare dalla Federazione avendo un progetto in essere per il nuovo impianto. Inoltre Gold e Silver vogliono chiedere l’abbassamento a 1.500 (da2.000): ciò significa che anche la serie A potrebbe modificare le regole». Cristiano Tognoli