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Bresciaoggi – Sinfonia Centrale del Latte, suona la nona col supplemento

La Centrale del latte non finisce di stupire. La nona vittoria consecutiva è arrivata puntuale, dopo la disputa di un tempo supplementare, sofferta perché Torino si è dimostrata quella squadra di rango che si conosceva, ma alla fine i due punti vanno a rimpolpare una classifica che si fa sempre più rigogliosa ed importante. Verona si salva a Trapani e mantiene la sua leadership con un canestro realizzato da Boscagin a 4 secondi dallo scadere, ma ai bresciani poco importava il risultato del veneti. Troppo bello, troppo importante festeggiare la vittoria contro una delle big del campionato: quella Manital che, non va dimenticato, all’andata seppe superare Brescia, unica sconfitta veramente meritata della stagione. È stata la vittoria dei due americani e, per la prima volta si può dirlo, non è statala vittoria della squadra, ma dei singoli. Brownlee e Nelson hanno fatto pentole e coperchi, così come grossi meriti li hanno Cittadini e Fernandez. Ma questa volta gli elogi si fermano qui. Dal tabellino si legge che i due statunitensi hanno realizzato sessanta punti in due, ma pure che dalla panchina non è arrivato nessun punto. Ma conta la vittoria. Dopo tante settimane Andrea Diana ritrova il suo miglior quintetto con Fernandez, Nelson, Loschi, Brownlee e Cittadini, in campo per la prima palla a due. Spettacolare il primo periodo: Brescia tira con precisione dalla distanza, ma trova ottime soluzioni anche servendo la palla sotto canestro soprattutto a Cittadini, che nell’area colorata non sbaglia un colpo. La Manital prova a fare la voce grossa con Fantoni e Rosselli portandosi sull’8 a 4, ma la reazione biancoblù è pronta. Due triple di Juan Fernandez, che non sembra risentire del recente infortunio muscolare, i canestri di Nelson, Cittadini e Brownlee ed una grande difesa consentono alla Centrale di piazzare un break di 14 a 0 che porta sul 18 a 8. L’ex azzurro Giacchetti, a segno da tre, torna a muovere il punteggio di Torino e alla fine del primo periodo la Leonessa, dopo il massimo vantaggio sul 28 a 17, è tranquillamente avanti per 28 a 20. I dieci minuti che precedono l’intervallo lungo sono fra i peggiori in assoluti giocati quest’anno da Loschi e soci. Da lontano non si segna mai (2/15 al riposo), ma neppure da sotto Cittadini e Brownlee riescono più a far male. La formazione di Luca Bechi ha così modo prima di recuperare (24-28,28-32) e poi di passare a condurre sul 38 a 36 con una tripla dello scatenato Lewis. Aiutata pure dall’ex di turno, Lollo Gergati, Torino sfrutta il black out di Brescia e chiude in scioltezza la prima parte della gara sul 43 a 36. Parziale del secondo periodo che dice Torino 23 a Brescia 8. Un mezzo disastro con percentuale nel tiro da tre punti ridicola (2/15) e nessun punto realizzato dai giocatori bresciani entrati dalla panchina. LA sosta negli spogliatoi giova alla compagine di Andrea Diana, perché quando riprendono le ostilità la Leonessa gioca con maggior piglio. Ma la Manital è avversario troppo esperto e di qualità per non sfruttare sino all’osso la serata non eccezionale dei bresciani. Si accende Nelson, che per due volte riporta la Centrale a contatto (44-49, 53-56), ma Giachetti e Gergati realizzano i punti che spediscono le due formazione all’ultimo mini intervallo sul punteggio di 62-3. Torino sembra sul pezzo, ma non ha fatto i conti con questa Centrale che non molla. A quattro minuti esatti dallo scadere dei tempi regolamentari Juan Fernandez realizza la tripla che vale il sorpasso (72-71), la Manital traballa (77-72 al 37), ma con un immarcabile Giachetti prova a piazzare il colpaccio (81-83 al 39′). Nelson pareggia dalla lunetta (83-83) e Fernandez fallisce il tiro da tre punti che sarebbe valsa la vittoria al 40′. Nell’overtime due siluri da tre punti di Justin Brownlee spianano la strada alla Centrale, ora troppo concentrata per lasciar rientrare Torino. È il tripudio, e mercoledì sera a Mantova (20,30) si tenterà di riprendersi la testa.

Folco Donati

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Diana al settimo cielo «È la vittoria più bella ora voglio il primato»

E sono 9: una serie che continua ad allungarsi, una festa per Brescia che pare non voler finire mai. E gli oltre 2700 del San Filippo ieri in mezzo al campo mentre festeggiavano con la squadra, sembravano festeggiare una promozione. Di positivo per Brescia, che si ritrova a +6 sulle inseguitrici Torino e Ferentino, c’è che a Mantova potrebbe arrivare di nuovo la testa della classifica. Ma all’ingresso della sala stampa questi non sono i pensieri di Andrea Diana. Anzi. Il coach pensa ancora alla partita: «Vincere contro una grande squadra sarebbe stata una grande soddisfazione: fino a ieri non ci eravamo riusciti. È la vittoria più bella». Per sottolinearlo, Diana dà il voto alla squadra: «Diamo 8 politico a tutta la squadra: se si arriva a giocare la domenica queste partite, vuol dire che il merito è di tutta la squadra e del lavoro iniziato il martedì in palestra. I ragazzi hanno dato tutto in campo: lottando senza mollare mai». SULLA PARTITA Diana analizza così i 40′ in campo : «Tenere Torino a 83 punti è stato importante. Se vai sotto, recuperi, rivai sotto e recuperi è un segnale importante». Già perché per battere una grande squadra, ci vuole una grande squadra. E una grande squadra cambia i protagonisti delle vittorie, di partita in partita. «Mi aspettavo la prestazione di Roberto Nelson: in settimana aveva mostrato grande attitudine. Si merita questo, dopo quello che ha passato». Una chiave di lettura della partita è stato il rendimento proprio di Nelson utilizzato con Fernandez e Passera, a discapito di Loschi e Alibegovic: «Marco Passera è stato tenuto dentro per alzare la pressione sul playmaker ospite ed avere 2 giocatori abili sugli scarichi, capace di giocare sul pick’n’ roll. Nel momento in cui tutto ciò ha reso, si è continuato a giocare così. Tutti però hanno dato il 100 per cento». Qualcuno si stropicciava gli occhi alla quarta sirena: la panchina ospite ha prodotto 24 punti. Quella di casa una virgola. Come si fa a vincere? «Con il cuore, con la spinta dei tifosi: di fronte avevamo una grande squadra». Già, il San Filippo per una notte deve essere sembrato un palasport greco: «Il San Filippo così per noi è un risultato notevole: ricordo quando io e Max Giannoni ci chiedevamo nel riscaldamento se sarebbe arrivata gente: ieri ammirare il palazzo riempirsi alle 16,30 è stato bellissimo. Ringrazio il pubblico di Brescia». A proposito di tifosi e di San Filippo. Si è rivisto ieri lo striscione per il sindaco Del Bono: «Emilio penso positivo?». Per la seconda volta in 7 giorni i tifosi della curva si fanno sentire con questa «dedica» ai vertici di palazzo Loggia: in settimana sulla pagina non ufficiale di Facebook della squadra, il primo cittadino aveva battibeccato con i supporters della Leonessa che temono di non vedere realizzato in tempi brevi la «loro casa». La carenza si è fatta sentire anche ieri: parcheggi pieni da subito, un solo bagno da utilizzare e tifosi a strettissimo contatto, con qualche piccolissimo fastidio in dirittura di quarta sirena. Il parquet fa passare però tutti i mal di pancia dovuti al campo di casa. Perché alla fine c’è qualcosa di magico al San Filippo, campo imbattuto dal derby novembrino con Verona. «In settimana abbiamo parlato con il sindaco – ha fatto sapere a fine gara la presidente Graziella Bragaglio -. Abbiamo espresso le nostre necessità: sono preoccupata seriamente, anche perché al piano di sopra non sono ammesse deroghe».

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Pagelle

8 JUAN FERNANDEZ.

Sbaglia qualche canestro, ma quelli che servono vanno sempre a bersaglio. Per i più sembra non aver gestito al meglio l’azione che poteva dare la vittoria nei tempi regolamentari, preferendo tirare da fuori che cercare un fallo. Ma forse ha avuto le sue ragioni.

8 ALESSANDRO CITTADINI. Lezioncina all’ex capitano della nazionale azzurra Stefano Mancinelli e 38 minuti da grande protagonista. Gli arbitri non lo tutelano mai, ma niente e nessuno può fermare il Citta. Pochi rimbalzi (5) è vero, ma l’8/9 da due e il 2/2 ai tiri liberi bastano e avanzano.

5 MIRZA ALIBEGOVIC. Questa volta toppa di brutto, ma poco importa: la Centrale ha vinto. Tira poco e male, ma mercoledì sera, sicuramente, risorgerà.

6 ANDREA BENEVELLI. Sufficienza stiracchiata e solo perché alla fine la Leonessa ha brindato nel calice del successo. Arriva alla sufficienza anche perché almeno raccatta quattro palloni nelle aree colorate. Ma serviranno anche i suoi punti per cercare di spuntarla a Mantova.

5 FEDERICO LOSCHI. Non ce la fa a raggiungere il 6. Utile come sempre in difesa, in attacco non l’ha mai messa se si esclude un tiro facile facile da sotto.

5 MARCO PASSERA Non sta attraversando un gran periodo di forma e lo si vede. Quando gioca al posto di Fernandez, questa volta lo fa rimpiangere ed è la prima volta in stagione. Un passaggio a vuoto ci sta e per fortuna è arrivato in una gara che la Centrale ha ugualmente vinto.

9 JUSTIN BROWNLEE. Il migliore al pari del connazionale Roberto Nelson. Spettacolare come sempre nelle ultime gare, è l’arma che Andrea Diana utilizza per affossare la Manital Torino. Gioca sotto e nessuno lo ferma, si allontana da canestro e si dimostra un cecchino quasi infallibile. Difende come un ossesso su Mancinelli, Bruttini e Fantoni. Mezzo punto in meno per lo 0/2 dalla lunetta che a 4 secondi dalla scadere ha regalato l’ultima speranza a Torino.

9 ROBERTO NELSON. Ben tornato Ammiraglio. Il californiano gioca la sua miglior gara da quando veste la casacca biancoazzurra entrando in tutti i momenti importanti della sfida. Sono suoi i sei punti (tripla + gioco da tre punti) che servono a Brescia per rinascere e suoi sono i tiri liberi che determinano l’83 a 83 del 40′. Essenziale, speriamo che duri.