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Giornale di Brescia – Le 10 giornate di Brescia valgono un meritato primo posto

Tutte le vittorie sono belle e preziose. Quella ottenuta ieri sera dalla Centrale al PalaBam di Mantova appartiene al limitato novero delle memorabili. Per quello che l’ha preceduta, per come è maturata, per i riflessi sulla classifica. La circostanza di aver eguagliato il record della Cidneo 1981/82 – che vinse dieci partite consecutive dopo la sconfitta in casa con la Libertas Livorno che aveva interrotto a nove il primo filotto – è il giusto riconoscimento, quasi una laurea ad honorem, per questa squadra che continua a incantare non potendo più stupire. Cominciamo dal prima: scendere in campo reduci da nove vittorie significa anche sfidare la legge dei grandi numeri e dare agli avversari una motivazione in più: fermare la corsa degli Invincibili. Un fardello che avrebbe potuto diventare un’autentica zavorra, unito alle ruggini fisiche e non solo dei 45 minuti disputati 72 ore prima con Torino. Non bastasse, Mantova è stata protagonista di un avvio sensazionale, che le ha permesso di volare sull’ 11-2 in poco più di 2 minuti con un perentorio 5/5 al tiro, comprensivo di tre «bombe». Un fuoco di paglia? Per nulla: al termine del primo quarto la percentuale dei virgiliani era il 79%, con uno straordinario 86% (6/7) da 3 per 30 punti realizzati a fronte di una media stagionale di 73. E senza che Brescia conquistasse un solo rimbalzo. Un’altra squadra, qualsiasi altra squadra, avrebbe concluso con un ritardo pesante se non irrecuperabile. La Centrale era invece lì, a 5 punti, con Landi che aveva appena segnato da metà campo a fil di sirena. In quel primo quarto di sofferenza, ma anche di prodezze, Brescia ha messo in chiaro di non essere né stanca, né appagata. Uno squillo di tromba, anzi un trionfo di ottoni, per un’autentica sinfonia finale. I biancoblù hanno concluso con otto giocatori in doppia cifra (ci vorrà del tempo e della pazienza per trovare un precedente, se mai esiste) il 64% nelle «bombe» (16/25) e 4 rimbalzi in più dei virgiliani, che dopo l’ingaggio di Wojciechowski sono di gran lunga la squadra più alta e pesante del campionato. La ricaduta sulla classifica è il primo posto, riagguantando Verona che aveva allungato approfittando proprio del rinvio della gara del PalaBarn. Con alcuni corollari quantomeno gustosi. Le dieci vittorie consecutive migliorano il record stabilito in avvio dagli scaligeri, che non potranno non essere impressionati dal rendimento di una squadra che presenta un allenatore all’esordio come head coach e nove giocatori ingaggiati in estate. Una squadra che nessuno in- dicava tra le favorite e ora vanta 16 punti di vantaggio sulla nona (magari c’è ancora qualcuno che si guarda alla spalle e pensa ad assicurarsi i play off…) e vanta una tifoseria altrettanto formidabile, che ieri ha raggiunto in massa Mantova sovrastando sonoramente i supporter locali. Soltanto domenica scrivevamo che la Centrale sperimentava diversi modi di vincere. Non immaginavamo però che tre giorni dopo ne avremmo ammirato un altro, diametralmente opposto: Brescia è infatti passata da quattro giocatori che avevano realizzato 96 punti a otto racchiusi tra i 10 di Cittadini e i 19 di Loschi, compresi dunque Passera, Benevelli e Alibegovic reduci da un’inconsueta «virgola». Ma ci eravamo lasciati sul 30-25 del 10′ per Mantova. Meno di 5 minuti nel secondo quarto e una tripla di Alibegovic valeva il primo vantaggio di Brescia sul 36-35. Il primo deciso allungo è propiziato da Fernandez a -4’10” dal termine del terzo parziale, un 63-53 di fatto ribadito sul 63-72 del 30′. Mantova però non si arrende, grazie anche alla messe di liberi che un po’ si guadagna e un po’ le vengono graziosamente concessi (avete notato, vero, che ne hanno tirati 24 contro i 5 di Brescia?). Proprio dalla lunetta con un Jefferson che non si vedeva da tempo su questi livelli, i virgiliani si portano a -2 (70-72) ma la Centrale riparte a – 1’30” Benevelli mette la «bomba» del 95-85 che chiude la partita.

Franco Bassini

Diana: ogni allenatore sogna una squadra così

«Per il coach di uno sport di squadra una vittoria così è quanto di più gratificante si possa immaginare». Scandisce le parole Andrea Diana, che fatica a trattenere l’emozione, mentre Marco Abbiati, incontrato sulla via della sala stampa, ripete: «Sta succedendo qualcosa di incredibile» e Ferencz Bartocci esclama: «Questa volta farai fatica a trovare dei precedenti…». «Otto giocatori in doppia cifra -prosegue Diana – mi rendono una volta di più orgoglioso di questa squadra. Li ho visti battersi per terra per recuperare un pallone, riempire l’area nei momenti di difficoltà, negare agli avversari un canestro che sembrava inevitabile essendosi travati a marcare un elemento più alto e più grosso. Questo è un grande gruppo, una squadra con la “esse” maiuscola, come ho sottolineato altre volte. Abbiamo vinto catturando più rimbalzi di Mantova che è la formazione più forte sotto le plance e tirando con il 64% da 3 punti, dimostrando quanto vogliamo passare la palla al compagno che si trova nella posizione migliore». «Adesso vi voglio raccontare un episodio accaduto lunedì mattina. Quando sono sceso dall’ufficio in palestra, un’oretta prima che iniziasse l’allenamento, ho trovato Brownlee che si allenava ai liberi. Non mi ha detto che la prossima volta non avrebbe fallito, ma mi ha raccontato di aver sognato tutta la notte i due che aveva sbagliato nel finale di gara con Torino. Ho bisogno di allenarmi, ha aggiunto». La presidentessa Graziella Bragaglio al suono della sirena schizza sulla poltroncina che la ospita e abbraccia, come già domenica con Torino, il marito Matteo Bonetti. Non si mette in terza persona, parla della squadra come se lei fosse una normalissima tifosa. «Ma avete visto che squadra? Che cuore, che fisico, che gioco. Questa Centrale non si ferma davvero più. Anche stasera i ragazzi hanno lottato come leoni, senza risentire della stanchezza del supplementare con Torino come poteva invece essere normale». Bonetti ammette: «Sarebbe facile adesso fare i fenomeni e dire che era tutto preventivato, in realtà non pensavamo di aver costruito una squadra così forte. Siamo entrati nella storia con dieci vittorie di fila ripetendo l’exploit della Cidneo della quale indossiamo orgogliosi la maglia. La gioia più grande è vedere 400 bresciani che di mercoledì sera ci seguono in trasferta. Ora andiamo a Biella e vogliamo provarci ancora: umili, ma convinti dei nostri mezzi».

Bassini-Tognoli

LE PAGELLE

FERNANDEZ10 Il duello con Fultz lo vede soccombere solo nel primo quarto, quando ex biancoazzurro mette sul parquet la voglia di rivincita. Poi esce Juan con 11 punti (5/7 dal campo) e 5 assist. Quando la partita ristagnava, lui l’ha sequestrata con la sua potente classe.

CITTADINI 1O È animato da una filosofìa ben precisa: tirare dritto sempre e comunque, chiunque si trovi di fronte. Wojciechowski è una montagna da spostare a mani nude, Jefferson un anguilla che scappa via da tutte le parte e, come se non bastasse, c’è anche Gaddefors che porta acqua al mulino dei pivot mantovani. Eppure segna 10 punti e arpiona 7 rimbalzi. Nel finale condizionato dai falli.

ALIBEGOVIC 1O Quando Mantova decide di sfidare Brescia nel suo territorio di caccia preferito, i tiri da 3 punti, è Mirza che fa la voce grossa e sblocca la Centrale dall’arco. Chiude con 3/4 dopo la virgola con Torino.

BENEVELLI 1O Stoppare, recuperare, bombardare quando la partita volge al tramonto: questo è il suo basket e guai a chi glielo tocca. Nel momento topico sente l’odore del sangue come uno squalo affamato e va a colpire la preda con puntualità famelica.

LOSCHI 1O Nella cascata di triple lui è quello che rompe da subito gli argini, finendo con 5/10. Si sbatte anche in difesa contro un «3» muscolare come Gaddefors. Subisce falli non fischiati e non si ferma mai. E fa bene perché ieri per avere un libero a favore bisognava presentare un certificato medico di 15 giorni.

PASSERA 1O I suoi duelli sono con Maccaferri, ex compagno ad Imola. Lo porta a scuola e gli fa anche il fiocco al grembiulino. 4/6 al tiro e 4 assist.

TOMASELLO 1O Cinquanta secondi per entrare anche lui nella storia.

NELSON 1O Partita di rara intelligenza. Tira solo quando serve (e segna: 11 punti) altrimenti scrive un trattato di come si passa la palla, senza mai sentirsi una star. GIAMMÒ10 Perché anche se scaldi il legno, ma fai parte di questo fantastico gruppo, vuol dire che hai stoffa.

BROWNLEE 1O Come nel supplementare con Torino, nell’ultimo quarto mette due «bombe» che spiegano chi è l’assassino della partita senza dover arrivare alle ultime pagine del giallo del PalaBam.

MANTOVA Jefferson 9, Moraschini 5, Gaddefors 8, Rullo 6.5, Fultz 6.5, Landi 6.5, Wojciechowski 7.5, Maccaferri 6.

cri.tog.

«Nemmeno nel settore giovanile»

Federico Loschi è pallido come un muro bianco latte appena tinteggiato. Stravolto. Ma felice. Pesca nei ricordi ed esclama: «Dieci vittorie consecutive, ma vi rendete conto cosa abbiamo fatto? Nemmeno nel settore giovanile mi era mai capitata una cosa così». Non finisce di stupirsi il capitano della Centrale ripensando all’exploit: «Già dopo aver battuto Casalpusterlengo non dico che eravamo sazi però pensavamo che almeno ci eravamo messi bene per giocare contro Torino senza aver niente da perdere anche in caso di sconfitta. E invece non solo abbiamo vinto con la Manital, ma pure questa battaglia di Mantova». L’elogio verso l’avversario non è fine a se stesso: «Loro sono una squadra profonda, a maggior ragione dopo aver preso anche Wojciechowski. Noi dopo Torino siamo riusciti a fare solo due allenamenti, di cui uno su metà campo quasi… camminando. Eppure ci siamo presentati in forma e nonostante ci fosse il rischio di arrivare nel finale con la lingua di fuori, proprio negli ultimi minuti li abbiamo travolti con grande energia». In questa squadra manca forse il «go to guy», l’uomo designato per vincere da solo le partite, ma proprio qui sta il bello di una squadra nella quale ogni settimana escono dei protagonisti diversi. «Io e Alibegovic – prosegue Loschi – con Torino siamo sembrati affaticati, ma tre giorni dopo abbiamo risposto presenti. Sembra ipocrita dirlo, ma non mi stuferei mai di giocare con questi ragazzi, sono orgoglioso di esserne il capitano». Si capisce che il gruppo si diverte a giocare insieme e i risultati sono il giusto compendio di una squadra che va sempre oltre i propri limiti. Già, ma quali sono i limiti? Meglio non scoprirlo o ancora meglio, il più tardi possibile. Adesso l’obiettivo diventa tenere il più possibile il primo posto per poi andare a giocarselo con Verona al Pala Olimpia venerdì 20 febbraio. «E quel giorno – dice ancora Loschi – voglio vedere mille bresciani sugli spalti. È stato fantastico venire qui a Mantova e giocare come se fossimo in casa. A inizio stagione puntavamo ai play off, ora siamo a + 16 sulla nona. Fantastici».

Cristiano Tognoli