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Bresciaoggi – La Centrale rivive il passato e sogna un grande futuro

Una Leonessa da 10 in pagella: la vittoria consecutiva della doppia cifra (la numero 10 appunto, 101-87 a Mantova) è stata la ciliegina sulla torta di un gennaio fantastico in cui Brescia ha raccolto 5 successi meritatissimi, raddoppiando il risultato di dicembre. Così anche Andrea Diana è riuscito a riconquistare, come già annunciato nell’edizione di ieri, il premio come miglior coach del mese: la serie di vittorie consecutive lascia a bocca aperta e nella storia della Leonessa l’unico precedente è quello della Cidneo 1981-82, che in comune con questa squadra, oltre alle vittorie, all’ entusiasmo che sta creando (quasi 500 tifosi a Mantova due sere fa, 150 attesi a Biella domenica) e alla simpatia che sprigiona, ha maglie bellissime, come quelle che impaurirono il Billy di Dan Peterson. Chi indossava quella maglia e si ricorda bene della stagione del mito è Marco Solfrini, uno dei pochi trait d’union tra il vecchio basket Brescia e quello attuale: «A livello caratteriale mi sembrano veramente due squadre simili. Mi verrebbe da dire uguali: nella Cidneo ognuno faceva il suo, in campo si era sempre pronti a fare un passo indietro se si vedeva che un compagno era più in forma». Ancora una volta emerge la forza e la compattezza del gruppo: «È uno sport di squadra: non c’è spazio per le manie di protagonismo, come non mi sembra ce ne siano oggi e neppure allora». Al San Filippo «Dj» passa ancora a dare un’occhiata ogni tanto: «Ho visto Brescia giocare più di una volta: mi hanno impressionato Loschi e Alibegovic. Loschi é cresciuto, maturato, non si abbatte più: ha avuto qualche giro a vuoto ma ha dimostrato di essere comunque all’altezza della situazione, sfoggiando più di una gara da miglior marcatore. Alibegovic è un tiratore e non sempre il canestro si trasforma in una vasca. Sta dimostrando intelligenza, non forza mai. E poi, beh, poi c’è Cittadini». Non vale! È un conflitto di interessi: qui si difende il proprio ruolo: «Veramente Cittadini è il collante del gruppo, il secondo play in campo. Ha un ruolo fondamentale. Con lui in campo questa squadra mi sembra il Cibona Zagabria di Kresimir Cosic». A tanti tifosi nostalgici, ricorda più la sua Cidneo: «Sotto certi aspetti è anche più forte: guardate il tabellino di Mantova. 8 giocatori in doppia cifra e una vittoria dopo non aver preso nemmeno un rimbalzo nel primo quarto! Cose di questo genere le ho viste un paio di volte in maglia Banco di Roma. Non con la Cidneo». Allora Brescia vinse 27 partite su 32, arrivò primo e conquistò la promozione diretta. Ora 16 vittorie (di cui una non omologata, vista la sparizione di Forlì) e 3 sconfitte: la strada che porta ai play-off passa da 10 partite da affrontare, tra cui il derby con Verona, l’altra capolista, anticipata a venerdì 20 febbraio alle 20,30 e i tifosi della Leonessa si stanno muovendo per riempire più pullman possibili. Si parte alle ore 18,45 dall’ortomercato (per info chiamare Daniela al 338 80-91-692): «Si respira lo stesso entusiasmo di allora al palazzetto – conclude Solfrini -: questo aspetto può servire per arrivare molto più lontano di quanto si può immaginare». Brescia da 10 insomma. Per la lode si aspetta di passare l’esame Biella. ”

Alberto Banzola

Da Mantova: «Brescia merita la A1»

Un applauso speciale per la Centrale del latte arriva anche da Stefano Berni, direttore generale del Consorzio Grana Padano e alto dirigente della Dinamica Mantova: «Non avrei potuto mancare al derby con Brescia e, vivendo durante la settimana a Desenzano, ero parte della lunga colonna di auto che l’altra sera si è mossa dal Bresciano verso Mantova. Ovviamente sono dispiaciuto che non abbiamo vinto ma compiaciuto che a batterci sia stato questo Brescia». Brescia che ha colpito Berni per tre aspetti: «L’affetto delle centinaia di bresciani che con grande calore ed estrema correttezza hanno invaso il palazzetto di Mantova: un pubblico da Al». Inoltre [‘«organizzazione del gioco della Centrale del Latte che mai ha lasciato all’improvvisazione dei singoli gli attacchi e le difese. Un ottimo gruppo di giocatori gestiti da quello che considero il coach più bravo di tutta la A Gold». Infine, prosegue Berni, «a parte l’affetto per il bravissimo Mirza e la considerazione per i suoi eccellenti compagni sono anche stupito, l’avevo già visto più di una volta a Brescia, che un play come Femandez non sia in una squadra di vertice di Al». «AUGURO alla Centrale del Latte di arrivare prima nel campionato e affrontare i play off, nei quali spero possa entrare anche la mia Pallacanestro Mantovana, in posizione di vantaggio -conclude Berni-e mi piacerebbe il prossimo anno spartire la mia passione per il basket seguendo in primis il Mantova in A2 e poi il Brescia in Al. Del resto Desenzano è quasi a mezza strada tra i due palazzetti…».