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Giornale di Brescia – La Centrale si ferma: Biella forza, con arbitri così

Prima o poi doveva capitare, e la trasferta al Biella Forum – per la qualità dell’avversaria, il calore del suo pubblico, le tre gare in otto giorni dei biancoblù – si presentava tra quelle più a rischio. A maggior ragione non potendo schierare Fernandez, colpito nella notte da un virus. Dopo dieci vittorie consecutive, una sconfitta era da mettere in conto,ma quella maturata ieri all’ora in cui di solito ci si alza da tavola è davvero difficile da digerire. Perché ai demeriti della Centrale, che ha tirato malissimo dalla distanza (3/20 da 3 punti) e non ha segnato negli ultimi 3’55’’e ai meriti dell’Angelico, che non si èmai persa d’animo, vanno ad aggiungersi una serie di scelte arbitrali che hanno avuto un peso quintalesco sull’esito della gara. Singole decisioni – come il quarto e quinto fallo fischiati in rapida successione a Loschi che aveva recuperato un pallone e poi si era messo le mani nei capelli – ma anche l’aver consentito a Biella, nel quarto parziale, di mettere le mani addosso senza pagar dazio. Arrivando così al paradosso dell’unico fallo fischiato ai locali quando mancavano 8’’ al termine, con relativa beffa rappresentata dai due che l’Angelico ha potuto spendere (e in questi casi il trio è prontamente intervenuto…)per spezzettare l’ultima azione della Centrale. «Cinquanta sbavature di grigio»ha felicemente sintetizzato un tifoso; «Dannazione eterna»ha commentato il nostro ghost writer. E qui mi fermo, in primis per tributare alla Centrale quell’ovazione che merita per ciò che ha fatto in queste prime venti giornate e in particolare nelle ultime dieci, esattamente come si indirizza l’applauso più caloroso al portiere che ha stabilito un record di imbattibilità dopo che ha incassato il gol che l’ha interrotta. La squadra di Diana vince moltissimo e quindi perde raramente, sempre di misura e uscendo a testa alta dal parquet.  Altissima nel caso di ieri, dopo aver reagito alla mazzata dell’indisponibilità di Fernandez con una partenza al fulmicotone: 9-0 in 2’05’’ con 7 punti di Brownlee, mentre Cittadini firmava il primo vantaggio in doppia cifra sul 17-7 e la Centrale chiudeva il quarto iniziale sul +7 (24-17) con i due «lunghi» nei panni dei mattatori, decisivi anche nel 15-5 a rimbalzo, con il prezioso contributo di Nelson (4) che inoltre smazzava assist per tutti, ma non per lo scoutman della Lega che gliene attribuiva uno soltanto. E il +7 per Brescia sarà il tema conduttore della partita: 38-31 all’intervallo, al quale Raymond arrivava con 2 soli punti realizzati con un insolito 1/9; 61-68 a poco meno di quattro minuti dalla sirena, quando Benevelli (ieri in versione trapassato prossimo in latino, ovvero piùccheperfetto: 6/6) realizzava la«bomba»del 68-61. Per arrivare a tanto, la Centrale, che quando faceva rifiatare Passera affidava la regia a Nelson, aveva saputo far fronte alla reazione di Biella che proprio grazie al suo ritrovato americano aveva operato il primo sorpasso sul 39-38, mentre il secondo (e penultimo) vantaggio locale portava la firma di Lombardi sul 49-47. Ma torniamo al 68-61. Non un’ipoteca, ma un vantaggio interessante oltre che meritato. Brescia però non riusciva più a segnare, perdeva alcuni palloni in maniera banale, mentre De Vico, Raymond da 3 e infine Berti propiziavano il 68-68. Ancora un attacco senza fortuna della Centrale e Infante si incuneava in area biancoblù. Una penetrazione forzata, che portava il «lungo» a concludere con la schiena al canestro, ma anche a trovare due liberi che capitalizzava, mentre la successiva entrata di Nelson non veniva premiata né da un canestro, né tantomeno da un fallo. In serata, le rivali della Centrale hanno tutte vinto: Verona torna così solitaria al comando, mentre Ferentino e Torino, insieme a Biella, si portano a 6 punti dai biancoblù e Casale, che domenica sarà al San Filippo, a otto. «Bisogna saper perdere» cantavano i Rokes (in coppia con Dalla) al Festival di Sanremodel ’67.«Che colpa abbiamo noi» era il loro precedente successo…

Franco Bassini

Diana: «Un supplementare sarebbe stato più giusto»

I sogni di grandezza sono una piantina che va irrigata una goccia per volta, una partita dopo l’altra: la piantina della Centrale dopo ieri non è certo morta, semmai un po’ deperita. Non è certo colpa della mancata cura dei biancoazzurri, quanto di una serie d’interventi sabotatori dei signori in grigio che – al netto degli errori bresciani rimasti nel finale circa quattro minuti senza fare canestro – hanno indirizzato la gara verso i padroni di casa. Andrea Diana in sala stampa si morde la lingua e risponde senza esagerare a chi gli chiede se non sia stato strano vedere Biella con un solo fallo negli ultimi secondi. «In effetti il loro basket è molto fisico, fatto di “mani addosso” e di un’intensità che questa volta è stata premiata. Il basket è uno sport fatto di contatti, vorrà dire che in settimana ci alleneremo ancora di più in tal senso… Certo il fatto di avere un solo fallo gli ha consentito di “spezzettare” la nostra ultima azione facendoci arrivare ad un tiro con soli tre secondi sul cronometro, ma comunque il la up per portare la gara al supplementare l’abbiamo avuto e sarebbe stato l’epilogo più giusto. Peccato aver sbagliato, ma ai ragazzi non ho nulla da rimproverare». Giocare altri cinque minuti sarebbe stata la cosa più giusta anche se per Brescia avrebbe voluto dire doverlo fare senza Fernandez, out dall’inizio per un virus intestinale, e Loschi messo fuori causa dagli arbitri. «Certo per noi dover rinunciare a un uomo come Fernandez non è il massimo – continua Diana -, ma chi l’ha sostituito è stato bravissimo (Passera, ndr) e anche gli altri si sono sacrificati aiutandosi l’un l’altro. Siamo venuti su un campo caldissimo a giocarcela fino all’ultimo secondo e di questo dobbiamo essere orgogliosi. Peccato aver interrotto la serie, ma adesso è doveroso ripartire da capo e sfruttare nel nostro palazzetto i due turni interni consecutivi che il calendario ci propone». I complimenti alla Centrale arrivano sia dal coach di casa Fabio Corbani che dal bresciano doc Nicola Minessi, team manager dell’Angelico Biella. «Il basket -dice il “Mine” – è uno sport crudele perchè non prevede il pareggio, ma questa era la classica partita da “X”. Noi abbiamo dato tutto e siamo contenti, Brescia non meritava assolutamente di perdere». Rispetto a un anno fa la Centrale è cambiata molto. «Tutta un’altra cosa- conclude Minessi -. Ora c’è una squadra che gioca un bel basket senza egoismi».

Passera: ci è mancato l’ultimo passo

Essere capaci di sorridere dopo una sconfitta è la vittoria finale. Così dice il saggio. E così gira in casa Centrale del Latte basket Brescia Leonessa. Sorrisi tirati certo, perché se anche prima o poi doveva succedere, non era obbligatorio succedesse: «A maggior ragione – osserva Marchino Passera – dopo una partita in cui siamo stati avanti per 39 minuti». A casa Centrale non si perdeva da un pezzo, ma nessuno si è scordato di come i vincenti sanno incassare anche i ko più amari e color grigio come le divise degli arbitri. Per digerire e metabolizzare quello di Biella servirà qualche giorno, ma il boccone intanto è inghiottito insieme alla tentazione di darsi alla dietrologia. È così che la disamina del match da parte di Passera, play chiamato agli straordinari per il forfait di Juan Fernandez, mantiene il focus su quello che è mancato in proprio alla Centrale. E quello che è mancato: «È davvero poco. Sarebbe bastato poco per centrare un altro risultato da favola. Ci è mancato l’ultimo passo in un palazzetto dove il fattore campo è decisivo. Gli arbitri? Fa specie che una squadra aggressiva come Biella sia arrivata la fine con un solo fallo, ma resta il fatto che la partita avremmo potuto portarla a casa lo stesso. Così in effetti fa male». Brescia nel finale ha avuto un black out a canestro di 4 minuti: è stato questo il demerito? «Trovarsi contro una squadra che gioca sempre mani addosso non è facile… e gli arbitri non hanno fischiato molto nella seconda parte di gara però è vero anche che noi abbiamo magari forzato alcune situazioni anziché giocare di squadra». Quell’ultimo passo che la Centrale non è riuscita a compiere è ascrivibile alla stanchezza data da tre partite in una settimana? «No… perché comunque – dice ancora Passera – abbiamo disputato una grande partita. Ci siamo presentati in forma su un campo molto, molto difficile». La chiosa è di patron Matteo Bonetti che mantiene il garbo mentre il suo mirino va sui signori in grigio: «Che strano vedere Biella arrivare con un solo fallo a fine gara, ma voglio credere nello sport. Fatemi dire grazie alla squadra e ai tifosi: intorno a noi c’è un affetto incredibile».

LE PAGELLE

CITTADINI 6  La trama della sua recita sembra scritta senza una vera e propria sintassi: parte forte e infatti nei primi 12 minuti a rimbalzo non c’è storia ( 15 -5), ma già all’intervallo i biellesi avevano riequilibrato il fatturato (25-25). Quantomeno rivedibile il fallo che gli appioppano a 8″ dal termine su Infante che segna i liberi decisivi. Decisivi e insanguinati.

ALIBEGOVIC 5  Fuori sincro, stavolta il buon Mirza. Nella partita in cui Brescia «cicca » al tiro da 3 (3/20) lui, che di tutto questo è uno specialista, non va oltrel’1/5 (2/8 totale). Un Elvis Presley imbolsito.

BENEVELLI 8  È l’autore dell’ultimo canestro, la bomba del 68-61 che a 4′ dalla fine regala l’illusione di un’altra grande impresa. E invece quel canestro resta un figlio unico, triste e malinconico. Non sbaglia nulla: 5/5 da 2,1/1 da 3 più 3 rimbalzi e una palla recuperata.

LOSCHI 5  Nei momenti di tempesta avversaria non riesce a mettere al sicuro la propria ciurma. Un misero 17% al tiro (1/7) e una difesa, seppur volenterosa, non sufficiente su quel diavolo di Voskuil che, com’è come non è, ha viaggiato con il 50% al tiro e finito miglior marcatore del match a quota 24. Un’ingiustizia il quarto fallo e successivo tecnico sul 60-65.

PASSERA 7.5   Da cambio a play unico, senza Fernandez si spreme per 33 minuti dando, come sempre per l’altro, materiale per un eventuale remake di quel grandissimo film del 1989 di Spike Lee: Fa’ la costa giusta. Segna, gestisce, passa. Un metronomo.

NELSON 6   Al tiro è per la Centrale da… latte alle ginocchia: 2/13. Attenzione, però, perché vorremmo sempre avere un americano che apre uffici per i compagni, anziché mettersi in proprio, catturando 9 rimbalzi e smazzando 5 assist. Un cuore grande così, magari la prossima volta si ricordi di togliere le mani dal congelatore.

BROWNLEE  7   Quando Diana dice «Non posso rimproverare nulla ai miei» pensiamo proprio a Justin, che fa quasi tutto bene, ma non propriamente tutto. Sfiora la doppia doppia (19 punti e 9 rimbalzi), ma lo 0/4 da 3 pesa nell’economia di una partita in cui dalla lunga distanza per Brescia c’era il tappo sul canestro.

BIELLA Chillo 5.5, Laquintana 5, Infante 7, Lombardi 7, Berti 6, Raymond 7, Voskuil 8, De Vico 6. cri. tog.