Bresciaoggi – La Centrale si rimette in moto, ritrovata la scossa vincente
La Centrale torna a casa e puntuale come una cambiale arriva la vittoria. Due punti con- quistati in rimonta contro un Casale Monferrato che ad un certo punto della sfida aveva cullato più di una speranza di poter violare il San Filippo. Basti pensare che all’inizio della ripresa, con un canestro del lungo Martinoni, i piemontesi se ne erano scappati sul +19, con la Leonessa che pagava un primo tempo a dir poco imbarazzante. Ma come gli “Irriducibili”, il gruppo organizzato dei tifosi bresciani, hanno intonato lo slogan: “i bresciani non mollano mai”, ecco che d’incanto i biancoblù si sono sbloccati. Tutti quei tiri che nel corso della prima parte della partita non ne volevano sapere di entrare, hanno incominciato a sforacchiare la retina avversaria, quella difesa che sembrava impegnarsi vanamente su fantasmi che sgusciavano da tutte le parti è finalmente diventata efficace e soprattutto la Novipiù ha incominciato a sbagliare qualche tiro. Quando si tirano le somme dei primi minuti della ripresa, la Leonessaha quasi recuperato del tutto il pesante fardello accumulato ed al 26′, dopo un 6/6 da tre punti, con Brownlee (3), Passera, Loschi e Benevelli vincitori del festival della “tripla”, arriva un liberatorio 60 a 60. Con quattordici minuti ancora da giocare la contesa non poteva assolutamente considerarsi conclusa, ma la perdita di fiducia della formazione ospite, la spinta dei 2500 del San Filippo e un Brescia che aveva cinque leoni in campo, fornivano più di una garanzia per unafinale da brindisi. E difatti così andrà a finire, anche se Casale Monferrato ce ne ha messo un bel po’ prima di cedere definitivamente, con la sfida che si è decisa solo nei cento secondi finali. Un passo indietro è doveroso per raccontare quanto di non bello aveva combinato nel primo tempo la compagine cittadina e soprattutto per descrivere come nasce la rimontona. Pessimo l’approccio bresciano con Casale che vola sull’7 a 0, Tomassini protagonista e Fernandez subito out con due falli commessi in un amen. Per l’italo argentino sarà il preludio della sua gara non eccelsa. La Centrale non ingrana, mentre gli ospiti, sulle ali del- l’entusiasmo e supportati da una grande precisione al tiro, toccano il +16 (25-9 al 17), per poi chiudere il primo periodo avanti sul 32 a 23 e Alibegovic che segna da tre punti sulla sirena. La musica non cambia nel quarto successivo, con Amato che come suo solito fa male alla difesa bresciana e Leonessa che resta a galla (per modo di dire: 27-40, 34-48, 36-55) solo grazie a qualche sporadica iniziativa di Cittadini e Nelson. Nel frattempo Juan Fernandez si era fatto notare solo per qualche palla persa ed un paio di falli, di cui uno tecnico costato caro alla sua squadra. La ripresa però, dopo il momentaneo +19 firmato da Martinoni, è terreno di conquista per la Centrale del latte, che per qualche minuto pare addirittura indemoniata. Brownlee insacca tre “bombe” di fila, imitato di lì a breve da Passera, Loschi e Benevelli. Il Brescia è un fiume in piena e Casale non ha più le forze per arginarlo. Il vantaggio bresciano prende consistenza sul 74 a 67 di inizio ultimo quarto, magli ospiti sfruttano un eccezionale gioco da quattro punti di Blizzard (bomba più tiro libero) per impattare un ultima volta sul 77 a 77. Mancano quasi tre minuti e Casale non segnerà più, mentre, con fatica, la Leonessa condurrà in porto una significativa vittoria: questa è una squadra che non molla mai. Un’affermazione che vale tanto, che cancella, caso mai ce ne fosse stato bisogno, il mezzo regalo fatto a Biella domenica scorsa, ma che soprattutto conta per rimanere in scia a Verona, che la Centrale affronterà fra una decina di giorni, match che con ogni probabilità deciderà la leadership del campionato. Prima però la Centrale è attesa da un altro match interno, quello che domenica sosterrà contro la Pallacanestro Trieste di Eugenio Dalmasson.
———-
Flashback: Brescia a -19 che rimonta nel secondo tempo. Due stagioni fa, in casa con Verona, derby del Garda; sì, ok, allora furono 18 i punti da recuperare e non 19, ma la sostanza poco cambia. Fu la squadra su cui nessuno puntava e che alla fine sfiorò la promozione. Ieri sera una storia molto simile. Rientro in campo e Brescia che in meno di 8′ riprende il comando della gara: esaltando un pubblico che all’ingresso negli spogliatoi aveva battezzato la seconda sconfitta casalinga della stagione. «Le grandi squadre si vedono da come riescono a vincere e perdere – osserva 0 coach Andrea Diana : potevamo pensare di averla già persa entrando negli spogliatoi: e invece…». Invece è arrivata la remuntada. «La reazione della squadra è stata grandissima – spiega il tecnico -. E alla fine abbiamo avuto la lucidità necessaria per chiuderla». La svolta nella ripresa «Nel terzo periodo siamo rientrati difendendo alla morte – rimarca Diana -. E nostro pubblico è diventato ancora di più il sesto uomo in campo: andare negli spogliatoi sotto di 17 e sentire il pubblico che ci incitava e ci sosteneva ci ha dato un’enorme carica». Nella serata storta di Fernandez, un evento più unico che raro: «Dispiace per Juan ma è un essere umano anche lui. È partito subito con due falli…è chiaro che questo ha contaminato la sua partita», ammette il tecnico. E adesso… si pensa già al derby con Verona. «No -reagisce Diana -: la nostra forza è stata sempre quella di pensare una partita alla volta: arriva Trieste, restiamo concentrati su quellapartita». A fine gara il bollettino dell’infermeria mitiga l’euforia: Marco Passera è claudicante. «Dovrò fare degli esami – conferma -: in un movimento ho sentito una sorta di strappo». In campo si è visto però un play guerriero: a denti stretti ci ha provato in ogni modo a dare la scossa insieme agli altri: «A fine gara non ci credevamo neppure noi – ammette -: sarò banale, ma quello che avete visto ieri sera è solo il frutto del nostro lavoro. Quando si stabene assieme, tutto viene più facile; anche subire 22 punti in 2 quarti, quando nei precedenti due ne hai presi 55». Andrea Benevelli è raggiante: «Abbiamo cambiato atteggiamento e la gara si è rivoltata». La ripresa si potrebbe definire «zona Benevelli»: «Partire dalla panchina per me è un vantaggio – si schernisce Andrea – hai la capacità di vedere come va la partita, entrare nelle sue piegature». E se sei Benevelli, puoi cambiarne il destino.
———-
5 FERNANDEZ Che non sia la sua partita si vede presto: un fallo, poi un altro e Diana è costretto a chiamarlo in panchina. Rientra e non incide, anzi colleziona un paio di palle perse che non fanno che confermare l’idea che si era avuta ad inizio partita. Terzo e quarto fallo in un amen e addio alla sfida. Ma rimane comunque il miglior play della categoria.
7 CITTADINI. Lotta, corre, intreccia braccia e gambe contro tre cagnacci come Samuels, Fall e Martinoni ed alla fine ne esce vincitore. Segna dal campo che è una meraviglia e dalla lunetta è una macchina perfetta (7/7). Uno dei migliori in campo.
6 ALIBEGOVIC Non incisivo come al solito in attacco, ma la «bomba» sulla sirena di fine primo periodo è manna dal cielo per una Leonessa che sembrava morta e decrepita.
8 BENEVELLI Una delizia per i palati fini che si assiepano sulle tribune del SanFilippo. Un sesto uomo così lo vorrebbe anche l’allenatore che gestisce la squadra più forte del mondo. Tutto suo il 6-0 con cui la Centrale inaugura l’ultimo periodo e vola sul 72-67: è il segnale che Casale è tramortito.
6 LOSCHI Stesso voto di Alibegovic, più o meno la stessa partita del compagno di reparto. Difende come un ossesso anche se con minor efficacia di altre volte ed al tiro si esibisce con minor frequenza. E oggi compie 25 anni: auguri.
8 PASSERA L’uomo della partita per come ha saputo sostituirsi ad un Fernandez in ombra. Corre, difende, imposta e segna. Accipicchia se segna: appena intravede l’occasione di bucare la retina non perdona. Una delle sue migliori gare in casacca biancoblù.
8 BROWNLEE Sa che dall’altra parte del campo si schiera Samuels, il giocatore a lungo inseguito in estate dalla Centrale ed alla fine scartato proprio in suo favore, ed allora il georgiano di Tifton esibisce tutto il suo miglior repertorio. Cattura ogni pallone che passa nei suoi dintorni, alla fine i 13 rimbalzi che abbranca sono decisivi, ma soprattutto ha il merito di insaccare le tre «triple» consecutive che cambiano i connotati alla partita.
7.5 NELSON. Altra esibizione da applausi: serve sei assist ai compagni, si fa trovare pronto sugli scarichi e non disdegna qualche iniziativa personale. Anche lui determinante quando la Centrale decide di fare sul serio.
f.d.
———-
È proprio così: questa Leonessa è una squadra destinata a volare alto, il suo destino non è sicuramente quello di fare da semplice comprimaria alle altre squadre di A2 gold. La capacità di riaprire una partita che sembrava chiusa dopo il primo possesso del terzo quarto (38-57) è solo nel dna di una grande squadra. Da -19 a + 2 in meno di 8′: se non è un record da salvare negli annali, poco ci manca. Applausi a scena aperta da parte di tutto il pubblico: anche da un irrequieto Omar Pedrini, pronto a mangiarsi gli arbitri nei primi due quarti, come la campionessa mondiale di ginnastica Vanessa Ferrari, premiata da Graziella Bragaglio all’intervallo. E la grande prestazione della Centrale del Latte ha esaltato il sindaco Emilio Del Bono presente per la seconda volta al San Filippo, in prima fila ieri sera assieme a Franco Dusina, il presidente della Centrale del Latte: «Uno spettacolo esaltante e bellissimo – ha dichiarato il primo cittadino dopo la quarta sirena -. In campo ma non solo: vedere il San Filippo pieno, carico di entusiasmo e con così tante famiglie è uno spettacolo nello spettacolo». Al giro di campo finale volano 5 alti tra Del Bono e Cittadini che si fermano a parlottare: «Ho fatto i mie complimenti a lui, da dividere con il resto della squadra: non ci avrei scommesso nella rimonta; invece i ragazzi di Diana sono stati magnifici, una serata da incorniciare. E posso anche dire che tifare questa squadra regala adrenalina e permette di scaricare la tensione che si accumula nella settimana». I tifosi prima della gara dedicano un coro all’Eib: «Li capisco – ammette Del Bono -. Ma possono stare tranquilli : il percorso amministrativo è a buon punto. Adesso ci vorranno i tempi tecnici». La domanda che tutti si pongono e quando la Centrale riuscirà a mettere piedi nella sua nuova casa: «E prossimo campionato è da escludere, purtroppo: non ci sono i tempi tecnici per riuscire a consegnare l’impianto». Che è destinato ad essere inaugurato nel 2016. Resta il dubbio sul che fare se Brescia si dovesse ritrovare in serie A: «Abbiamo qualche mese per capirlo – risponde la presidente Graziella Bragaglio -. Ora concentriamoci su altro». Tipo questa squadra incredibile? «Siamo belli: non c’è nulla da fare». E quei primi 20 minuti? «Forse non ci aspettavamo questa mani addosso dall’inizio. Quando questa squadra ha capito che doveva girare la frittata, è emersa la Leonessa che conosciamo: una grandissima squadra». Che adesso può cominciare a sognare.
A.BANZ.