Giornale di Brescia – Nelson, l’americano generoso
Quella che c’è trai giocatori della Centrale in allenamento è una rivalità sana, come Federer-Nadal, non spigolosa alla McEnroe-Lendl e tutto questo porta anche un giocatore che ha la poesia nelle mani, che porterebbe anche a letto il pallone, che in campo mette sempre tutta la propria passione, ad essere sia leader che gregario. Roberto Nelson, un diamante bianco, una rarità in un campionato italiano dove siamo abituati a vedere gli americani che vengono dai giornalisti a mostrare il referto di fine gara lamentandosi perchè hanno potuto prendere meno tiri di un compagno dal pedigree meno famoso. Nelson una scena di questo genere non ce la regalerà mai. Può capitargli di chiudere con 28 punti (high stagionale con Torino il 25 gennaio) oppure con 2 (il minimo, dopo la virgola in soli 6 minuti a Jesi) come il 19 novembre con Verona eppure non gli vedrete mai cambiare perdere quel sorriso contagioso alla Eddy Murphy. Per lui esistono anche altre voci di cui andare fiero: i rimbalzi (Ila Trieste, 9 a Biella, 7 in casa con Biella e Veroli), le palle recuperate (3 a Mantova), gli assist (8 con Jesi, 6 con Casale Monferrato), la valutazione complessiva (indimenticabile il 36 con Torino). Roberto Nelson, soddisfatto di viaggiare a una media di 12.6pun-ti a partita nel suo primo anno in Italia? «Dovete capire che a volte un assist mi dà la stessa soddisfazione, o anche superiore, di un canestro realizzato. Quando lo dichiarai il primo giorno che sbarcai a Brescia vidi in voi giornalisti, ma anche nel coach e nei miei compagni, un po’ diffidenza, forse pensavate che stessi scherzando o che dicessi certe cose per farmi una buona fama, ma adesso credo abbiate capito quali sono le mie caratteristiche. Se vedo che la squadra ha difficoltà a segnare non mi tiro indietro e prendo le mie responsabilità, viceversa se ci sono dei compagni caldi cerco di sfruttarli usando anche la mia abilità nei passaggi». Di solito i cestisti americani sono fatti diversamente: si esaltano se il loro tabellino splende… «Io guardo il risultato finale. Gioco in una squadra la cui forza è quella di trovare in ogni partita giocatori in grado di gonfiare la retina e su quelli, di volta in volta, bisogna puntare». Ce n’è uno che lei ammira particolarmente… «Sì, è Andrea Benevelli. Non ho mai visto un giocatore così bravo a segnare tanti punti in pochi minuti. Io lo chiamo forno a micro onde perchè sembra che si porti in panchina un fornellino nel quale riscalda la mano e quando entra in campo si scatena subito». Come spiega però certi parziali negativi che la Centrale ogni tanto subisce andando sotto pesantemente? «Questo è il basket. Magari ti capita di difendere come al solito, ma dall’ altra parte trovi una squadra tipo Casale Monferrato che parte con8/9da3.In quel momento non puoi farci nulla, solo aspettare che passi il momentaccio. E quando passa poi esce la nostra forza». Qual è il segreto del secondo posto di Brescia? «Il lavoro del coach, il tifo del nostro palazzetto e quanto ci sacrifichiamo in difesa. Non potete nemmeno immaginare quanta fatica facciamo nel mettere intensità in ogni allenamento. È cosi da settembre, mail lavoro del nostro preparatore atletico Di Giovanni sta dando frutti importanti». Sente nell’aria l’attesa che c’è tra i tifosi per il derby di venerdì prossimo a Verona? «Certo ed è fantastico, sto assistendo a una vera e propria corsa al biglietto: tutti vogliono esserci, per noi sarà una grande carica. Ma non dobbiamo dimenticarci che prima c’è il match con Trieste: se perdiamo quello, perde valore anche quello di Verona». Sempre innamorato del calcio? «Certo, in tv faccio scorpacciate di partita. Quella più bella alla quale ho potuto assistere dal vivo è stata Barcellona-Real Madrid. Ma per la Champions di quest’anno vedo favorito il Bayern. Mi sto organizzando per il prossimo fine settimana visto che saremo liberi. Sabato mi piacerebbe venire a vedere Brescia-Perugia e domenica una bella partita di serie A».
Cristiano Tognoli