Skip to main content
             

Bresciaoggi – Diana guarda già oltre «Una serata che ci servirà»

 Diana guarda già oltre «Una serata che ci servirà»

Il PalaOlimpia è un autentico spettacolo di tifo: i 4.932 spettatori che lo affollano non solo si divertitono davanti a uno spettacolo di categoria superiore; loro stessi sono parte integrante dello show. Tantissimi i supporters biancoazzurri, vicini alle 1.000 unità e sparsi per tutto il palasport. I soliti sfottò ma mai una parola o un gesto fuori luogo, da una parte o dall’altra. Applausi meritati a fine partita da parte di entrambi gli allenatori e dei giocatori: «Applaudo il pubblico: grande soddisfazione giocare di fronte a questa cornice – dice Andrea Diana -. Ringrazio entrambe le curve: uscire tra gli applausi di entrambe le tifoserie è stato bellissimo. Una gara avvincente, siamo soddisfatti di questo aspetto». Ma non solo di quello. Il coach della Centrale riesce a restare sereno nonostante la sconfitta: «Faccio i complimenti a Verona, ha dimostrato determinazione e agonismo. Ha avuto la capacità di leggere certe situazioni. Servirà a noi per fare esperienza». Quella di ieri sera è una prova generale per la Final Six di Coppa Italia e per i play-off: «Capire come si gestisce un’ emozione del genere per una squadra come la nostra non è una cosa da tutti i giorni. Ed è bagaglio tecnico anche per me come capo allenatore». L’umiltà di Diana emerge anche da queste parole: di fronte a Sandro dell’Agnello, seduto in tribuna e suo mentore al primo anno di Legadue, l’allenatore della Centrale, ha dimostrato di non essere più il vice coach di bottega. Ma questo a Brescia lo avevano già scoperto: «Dobbiamo far tesoro di quanto successo stavolta». Certe pecche non sono proprie di questa squadra: «L’abbiamo persa ai tiri liberi e ai rimbalzi: abbiamo subito troppo sotto le plance ed è questa la chiave. Certo, molti rimbalzi erano palle lunghe e vaganti. Siamo stati poco reattivi». E anche l’8 su 15 dalla linea della carità grida vendetta: «Gli errori dalla lunetta sono inusuali. Non siamo stati pronti e reattivi in quegli aspetti che fanno la differenza: Verona sì». E gli scaligeri sono tornati in testa con una gara in meno di Brescia: «Non è stata una partita da dentro o fuori. Ora pensiamo solo a Ferentino e a riprendere il nostro cammino», conclude Diana.

Alberto Banzola

Loschi fa un’ ammissione, «Noi battuti da una grande»

Ancora una volta sotto la curva del settore ospiti del PalaO-limpia. Stavolta, però, non ha dovuto chiedere scusa a nessuno Federico Loschi, anzi. Applausi a scena aperta da parte dei mille bresciani, presenti in giro per il PalaOlimpia, e che hanno tenuto un comportamento encomiabile all’interno del palazzetto, al pari dei supporters gialloblù. In sala stampa arriva col sorriso, che però è spento. Non è il solito, tutto sommato Brescia poteva uscire con i 2 punti: «Sapevamo di andare incontro a una battaglia, di affrontare una grande squadra: abbiamo perso di 8 ma la considero una vittoria». Del resto Verona è stata costruita per la promozione: «Abbiamo obiettivi diversi. Ma Verona è come noi: un grande gruppo. E non sbaglia niente». Cosa che solitamente riesce anche alla Leonessa: «Noi abbiamo fallito in cose che sono nostre, solitamente: i liberi, dove ho fatto io stesso 0/2, la lotta a rimbalzo. Sotto questo aspetto sono amareggiato, ma il primo posto è meritato da entrambe : complimenti a noi e a loro». Un aspetto ha emozionato il capitano biancazzurro: «Abbiamo dimostrato di non demoralizzarci mai. Di buono c’è questo aspetto che abbiamo utilizzato campo per rimontare. E da capitano mi ritengo soddisfatto: continuiamo a lavorare sulla strada corretta». Come Diana, anche Loschi ha la filosofia di chi guarda un passo alla volta: «Penso a sabato prossimo: sarà ancora più importante contro Ferentino, che è terza». Parlando del post gara torna in mente l’immagine di Loschi a mani giunte a chiedere perdono ai tifosi che avevano voltato le spalle, cosa che non è accaduta. Anzi: «Mi era dispiaciuto l’anno scorso per l’imbarcata dei minuti finali. Stavolta credo che il pubblico abbia apprezzato il nostro comportamento. Dopo il fallo tecnico chiamato a coach Diana nei minuti finali, abbiamo provato a restare uniti, senza mollare un centimetro e difendendo foltissimo». E Loschi ha fatto il capitano: «Ho detto a tutti che dovevamo star lì con la testa. È un gruppo diverso: usciamo con qualche rammarico, ma sappiamo che Verona ha vinto più per merito suo che per demerito nostro».

a.b.

Alla Centrale «gira» la testa, stop nello scontro al vertice

La Centrale del Latte Brescia non salva la pelle nella tana della Tezenis, che la batte nella splendida cornice di un Pala Olimpia gremito in ogni ordine di posti e la aggancia in vetta alla classifica. Una resa con onore e un plauso ai quasi mille tifosi bresciani che hanno seguito la squadra a Verona e che alla fine, nonostante la sconfitta, hanno applaudito l’uscita dal parquet della Centrale. Ha vinto Verona e la sua vittoria non fa una grinza, ma Brescia ha lottato come suo solito, sebbene stavolta non sia riuscita a esprimersi come consuetudine. Brava la compagine veronese a scardinare le difese che coach Diana aveva preparato, seppure, soprattutto nel primo tempo, gli adattamenti difensivi siano andati meno bene rispetto a un’avversaria che ha saputo realizzare da ogni dove. E quando la partita si è incendiata, dopo i grandi recuperi di cui si era resa protagonista la Centrale, alcune palle perse hanno irrimediabilmente segnato la gara a favore dei veronesi. Peccato per la Centrale perché la Tezenis, pur dimostrandosi un po’ più forte, non ha mai dato l’impressione di essere di molto superiore. Passera, Benevelli e Nelson non sono stati all’altezza della situazione e tre giocatori regalati in un match di così elevata importanza è troppo. Verona e Brescia giocano un ottimo primo periodo. La Centrale fatica molto in difesa nel contenere Monroe e Ndoja, ma sa riparare in attacco con Nelson e Brownlee. Marco Passera, entrato in quintetto in luogo dell’acciaccato Juan Fernandez, non ha un grandissimo impatto sull’incontro, cosicché dopo sette minuti di gioco coach Diana rischia il suo play titolare. Mossa azzeccatissima se non altro perché il regista italoargentino esordisce con due «triple» di fila che servono alla Leonessa per rimanere in scia di una Tezenis che sbaglia veramente pochissimo. Il 30 a 25 con cui termina il primo quarto non è certo un inno alle difese, ma ai cinquemila del Pala Olimpia va benissimo così. Ottimo l’avvio di secondo periodo di cui si rende protagonista la formazione biancazzurra, che firmando un secco 6 a 0 passa a condurre sul 31 a 30. Giuri e Monroe replicano e nel giro di un paio di minuti le chiavi del comando sono di nuovo in mano agli scaligeri (37-31). Brescia non molla, ma l’inerzia del match rimane in mano al team gialloblù che dimostra una grande solidità, un ottimo tiro dalla lunga distanza (7/10) e un netta supremazia a rimbalzo (31 contro 21). Quasi scontato quindi che il primo tempo si chiuda con la Tezenis avanti di 9 punti, massimo vantaggio del primo tempo, sul 50 a 41. All’uscita dagli spogliatoi la Centrale è una formazione che sembra aver più voglia di dedicarsi alla difesa. Verona fatica a ritrovare il feeling con il canestro e così grazie aFernandez la Centrale riesce a rifarsi sotto sul 53 a 55 (27). Gandini è una continua spina nel fianco per Cittadini e Brownlee e grazie a lui la Tezenis tiene il naso avanti (63-57). L’ultimo vero sussulto bresciano avviene al 33′, quando una fiammata di Alibegovic riporta Brescia sul -1 (62-63). La Tezenis si riprende (71-62 al 35′) e la Leonessa, pur senza mollare di colpo, non può che ritrarre gli artigli e prepararsi alla resa. La Tezenis torna in vetta raggiungendo la Centrale del latte, ma in sostanza è la regina dll”A2 Gold in virtù del doppio successo ottenuto contro Brescia e della partita in meno. Anche se la lotta resta aperta.

Folco Donati

Le pagelle

6,5 FERNANDEZ Non avrebbe dovuto giocare, ma il peso specifico della partita e la non perfetta prova del suo alter ego Passera, lo hanno spinto presto nella bagarre. Entra subito in partita con due «bombe» che spaccano la difesa scaligera, ma poi con il passare dei minuti la sua efficacia cala a vista d’occhio.

7 CITTADINI  II primo a prendere botte, l’ultimo ad arrendersi, ma stavolta la sua determinazione non è stata sufficiente a salvare l’intera baracca. Epico il match durato quasi trenta minuti con «mister muscolo» Darryl Monroe: le ha prese e le ha date.

6,5 ALIBEGOVIC Va di nuovo in doppia cifra, segna canestri di grande fattura, ma subisce tanto in difesa. Un canestro di meno e un paio di palle recuperate in più, soprattutto nel finale, forse sarebbero servite di più.

5 BENEVELLI Non è riuscito a centrare le retina veronese. Non ha saputo entrare nel ritmo della partita, zero in attacco, poco o niente in difesa

6,5 LOSCHI Non arriva al cinquanta per cento nella media di realizzazione e questo per un tiratore non è un grande merito. Però si sbatte nel marcare il suo avversario e nel raddoppiare quello dei compagni. Perde un paio di palloni sanguinosi che purtroppo Verona trasforma in oro manco fosse la zecca di stato 5 PASSERÀ Bocciato e senza tante attenuanti, se non che come Femandez arrivava da un infortunio. Diana gli consegna le chiavi della squadra, ma lui incautamente le perde quasi subito. Stranamente abulico e in confusione, non dà mai la sensazione di trovarsi a suo agio nel tourbillon della contesa

7 BROWNLEE Con Cittadini il migliore della Centrale. Non è straripante come suo solito, ma sa farsi valere sulle due sponde del rettangolo di gioco. Difende mostrando i muscoli, ma è poco supportato dai compagni di reparto. Sono comunque suoi i punti che riportano sotto a più riprese la Centrale, peccato che stavolta serva a poco

5 NELSON I cinquemila spettatori del PalaOlimpia si sono accorti di lui solo per un paio di spunti nel primo periodo. Per il resto assente ingiustificato in una serata in cui la Centrale avrebbe avuto bisogno di lui come l’aria per respirare.

F.D.