Giornale di Brescia – Diana: «Tutti utili nessuno indispensabile
Si gode un successo prezioso quanto meritato coach Andrea Diana, giunto alla fine di un testa a testa serrato con Ferentino durato fino alla sirena fìnale. «Dobbiamo parlare di una grande vittoria – esordisce il tecnico livornese – perché siamo riusciti a superare una diretta concorrente, ponendo oltretutto a nostro vantaggio la differenza canestri». Ferentino si lamenta per un arbitraggio troppo permissivo, ma Diana preferisce non entrare nel merito. «Non sono abituato a parlare dell’operato degli arbitri né nelle vittorie né nelle sconfitte e anche questo caso non fa eccezione. Mi permetto di dire solo che mi dispiace per il fallo tecnico che mi è stato sanzionato, ma in certi frangenti ti fai prendere dalla foga e reagisci in modo istintivo. È un aspetto sul quale devo migliorare». Analizzando la gara dal punto di vista tattico, Brescia ha dato l’ennesima dimostrazione di forza, segnando 93 punti di cui solo 9 dagli americani (tutti di Brownlee). «Nella nostra squadra tutti sono importanti, ma nessuno è indispensabile. Devo comunque fare i complimenti a Nelson, che nonostante fosse ancora a zero punti segnati non ha mai forzato. Stesso discorso per Brownlee, che si è fatto trovare pronto nel momento decisivo con quel canestro dopo il rimbalzo in attacco». Adesso tutti a Rimini per le Final Six, un appuntamento da preparare nel migliore dei modi. «Ai ragazzi ho detto che dovremo farci trovare pronti dal punto di vista fisico e tecnico. Treviso o Ferentino? Per noi l’avversario non ha importanza». Sull’altra sponda del fiume coach Gramenzi è furioso nei confronti dell’operato degli arbitri rei, che a suo dire hanno condizionato in maniera determinante la partita. «A Brescia non si può giocare. Non è ammissibile che una squadra come la Centrale che mette così tanto le mani addosso arrivi all’ultimo minuto del quarto quarto con un solo fallo commesso. Se a questo aggiungiamo un pubblico molto caldo che mette pressione agli arbitri ecco spiegate le difficoltà che non solo noi, ma anche Torino e Casale Monferrato, hanno dovuto affrontare in questo impianto». Sotto l’aspetto tecnico il tecnico ciociaro non ha particolari recriminazioni da fare, nemmeno sull’accoppiamento difensivo Fernandez-Thomas. «È una scelta che abbiamo fatto anche nel match d’andata e che non rinnego. Ghersetti fuori nel finale? Nel primo tempo ha fatto bene, nel secondo ho preferito Pierich che ci dava più equilibrio».
Simone Rizzolo
Basket Centrale, missione compiuta: e ora la Final Six
Per la serie «Il pericolo è il mio mestiere», la Centrale soffre fino alla fine, ma piega Ferentino rimediando anche al -3 dell’andata. I riflessi sulla classifica sono rilevanti: i ciociari eliminati dalla contesa per la piazza d’onore, Torino che, ammesso che oggi batta Mantova in casa, resta a distanza di sicurezza e Verona che scenderà in campo a Biella con un po’ di pressione di più addosso. In chiave Coppa Italia, anche in questo caso ammesso e non concesso che Ferentino nei quarti abbia ragione di Treviso, la partita di ieri annuncia una semifinale al calor bianco, visto che i biancoblù non potranno disporre dell’effetto San Filippo, anche se saranno alcune centinaia i tifosi che li seguiranno a Rimini per una Final Six dall’elevato fascino. Abbiamo però quasi una settimana per occuparci della Coppa Italia e del relativo sogno europeo (e un mese per tornare a raccontare della Centrale in campionato…) e non troppe righe per raccontare questa nuova impresa della formazione di Diana che è riuscita a battere una delle protagoniste dell’A2 Gold nonostante mi avvio ad handicap e la serata storta dei due americani, in particolare di Nelson, che ha chiuso con ima sconfortante “virgola”. Ma la forza di Brescia è anche quella di saper sopperire ai passaggi a vuoto di uno o più dei suoi giocatori chiave. Fernandez, senza andare troppo indietro nel tempo, era incappato in una gara da dimenticare contro Casale, un’altra delle squadre di prima fascia, eppure la Centrale si era imposta; ieri proprio il Lobito ha fatto pentole e coperchi chiudendo con 30 punti e 36 di valutazione, per la disperazione di chiunque abbia cercato di marcarlo, compreso Thomas. E insieme a lui ha disputato una partita straordinaria Cittadini, già migliore dei biancoblù a Verona, che, nonostante i problemi di falli che gli hanno consentito di rimanere in campo soltanto 20 minuti, ha realizzato 16 punti con ottime percentuali, vincendo per distacco la sfida con Biligha. E con l’asse play-pivot in grande spolvero, Brescia è tornata a giovarsi, dopo il passaggio a vuoto di Verona (classico esempio di eccezione che conferma la regola) di una panchina produttiva, 27 punti contro i 16 degli avversari, con Alibegovic e Benevelli (quest’ultimo pure non al meglio fisicamente) a suddividersi il bottino. Già, perché se Nelson non è riuscito a segnare alcun punto, anche Brownlee è rimasto sotto il suo (ottimo) standard, conquistando però due rimbalzi offensivi negli ultimi minuti dall’elevatissimo peso specifico. E dopo aver rubato il mestiere al collega e amico Cristiano Tognoli, che ieri sera è rientrato a casa con dieci centimetri di altezza in più di quando ne era uscito in mattinata per muoversi alla volta di Varese (merce rara un turno da 5 punti e non certo per colpa della Centrale…) proviamo a sintetizzare una partita che non ha lesinato i colpi di scena. Ancora una volta allo sparo dello starter la Centrale non si alza dai blocchi: 0-4 e poi 2-10 dopo 3’10” con Thomas e Ghersetti a fare la parte dei leoni. Proprio l’ex Brescia sigla il 13-21, mentre un’azione di Biligha da 3 punti vale il 15-24 a 1’09” dalla prima sosta, sulla quale Ferentino sfreccia con 9 punti di margine che ci stanno tutti, visto l’11 /17 al tiro e il 9-4 a rimbalzo. Il secondo quarto vede però la replica dei biancoblù, che pure giocano a lungo senza americani. I ciociari ci mettono del loro (8 palle perse nel parziale) anche se noi preferiamo evidenziare la migliore applicazione difensiva di Brescia e all’intervallo è parità. I primi minuti dopo la pausa sembrano poter essere quelli che incanalano la partita nella direzione sperata, ma il + 8 al 26’25” (60-52) è una rondine che non fa primavera. Al punto che al 35′ Bucci riporta avanti i suoi (73-75). È come se si giocasse un supplementare, con gli ospiti che hanno segnato i primi due punti. E la Centrale di quest’anno sa farsi valere negli overtime e, incassato un ultimo sorpasso sull’80-81 a meno di 180″ dalla sirena, piazza un 13-6 che vale la vittoria e la differenza punti. Lieto fine, la serie può proseguire.
Franco Bassini
Lobito, il leader di un grande gruppo
Partita cinque stelle extralusso quella di Juan Fernandez che, con gli americani in serata storta, ha preso per mano la squadra. I numeri sono da capogiro: 30 punti con 12/18 dal campo (4/7 dall’arco), 8 rimbalzi, 5 assist per un 36 complessivo di valutazione. L’ennesima perla di una stagione superlativa per il playmaker argentino. «Sapevamo che sarebbe stata una partita dura e così è stato – spiega il “Lobito” -. Ferentino è una squadra esperta che esprime una bella pallacanestro e questo dà ancora maggiore risalto alla nostra affermazione». Gramenzi, come all’andata, ha messo sulle sue piste Omar Thomas. Una scelta che la Centrale si aspettava e sulla quale si era lavorato nel corso della settimana. «Sapevamo che Ferentino voleva difendere in quel modo su di me e in allenamento ci siamo preparati al meglio. Thomas mi sognerà stanotte? Non credo; lui è un giocatore forte, il vantaggio forse è quello di conoscerlo molto bene, visto che l’anno scorso giocavamo insieme (a Sassari ndr)». Adesso arrivano le Final Six di Rimini; un appuntamento dove Brescia, parola di Fernandez, vuole giocarsi tutte le sue carte. «Bisogna cambiare mentalità rispetto al campionato perché lì ci si gioca tutto in una partita secca. Se dovessimo affrontare nuovamente Ferentino non sarà facile e credo in quel caso possa venir fuori una partita molto tattica. In ogni caso noi vogliamo andare in Romagna per vincere la Coppa, il che rappresenterebbe un traguardo straordinario per tutto l’ambiente». Dello stesso avviso anche il giemme Ferencz Bartocci, che sottolinea la qualità del successo biancoblù. «Abbiamo vinto contro una delle squadre più forti del campionati, nonostante avessimo Nelson con problemi fisici per tutta la settimana. Sono due punti fondamentali, a maggior ragione visto che dopo la Coppa Italia avremo due turni di riposo». Provato come uno dei suoi giocatori, il patron Matteo Bonetti fatica a trovare le parole per elogiare i suoi ragazzi. «Siamo partiti contratti, ma dopo i primi minuti la squadra si è sciolta e ha dato una nuova dimostrazione di forza. Questo è un gruppo straordinario che sta esaltando una città intera»
si. r.
Le pagelle
FERNANDEZ 9
In serate così non si ferma, se non a cannonate, ma bisogna anche in quel caso avere una mira formidabile. Nemmeno il miglior De Nicolao ieri gli avrebbe creato patemi. 30 punti (4/7 da 3), 8 rimbalzi, 5 assist. Un leader, onnipresente. Ieri non si è giocato quarto senza che lui avesse in mano la partita, senza che sapesse sempre come fare la cosa giusta. Starks lo vede solo a fine partita, fino a quel momento aveva visto qualcosa del suo bacino e tanto delle sue terga. Sontuoso.
CITTADINI 8
Gigante per gran parte del match, addirittura mostruoso nel finale. Biligha è uno dei migliori pivot del campionato, ma di fronte a Sua Maestà Alessandro, ieri l’ex Verolanuova si è fatto piccino. Ci vuole lo sfrontato, ed ecco Fernandez; ci vuole quello che strappa la partita, ed ecco Cittadini. Un casting eccezionale.
ALIBEGOVIC 7.5
Come Rembrandt non ha bisogno del compasso, ce l’ha dentro: se poi si convince, come ha fatto ieri, può anche attaccare il ferro oltre che essere perimetrale. Entra nel secondo quarto con la squadra in siccità offensiva e mette otto punti in un amen. Provvidenziale.
BENEVELLI 7.5
Cos’era quella «virgola» a Verona di venerdì scorso? Una parentesi sbagliata in una stagione comunque finora da incorniciare. È la fotografia della squadra, che ha voluto ad ogni costo frantumare il ricordo della piccola delusio- ne del PalaOlimpia. I grandi fanno così: si riscattano più prima che subito. Tempestivo.
LOSCHI 7
Precisione chirurgica (6/6) ai liberi, i punti dal campo nei momenti in cui la squadra ne aveva estremo bisogno. Quando la Centrale chiama, il suo capitano risponde. Presente.
PASSERA 5.5
Non è in un gran momento, la partita di Verona non era evidentemente un caso. Piccola flessione dopo aver tirato la carretta con la costanza di un mulo.
NELSON 5.5
Il mezzo voto in più è per come si mette al servizio dei compagni e la sua energia a rimbalzo all’inizio del secondo quarto è un fattore. Da un americano però non puoi accettare 0 punti, altrimenti la valutazione di cui sopra diventa una comoda giustificazione.
BROWNLEE 6.5
Sì, la prestazione non è da mettere in salotto accanto agli altri trofei di guerra, ma c’è una giocata che vale la partita: rimbalzo offensivo e canestro per l’87-83 a una quarantina di secondi dal termine. Determinante.
FERENTINO Guarino 6.5, Starks 6.5, Allodi 6, Bucci 6.5, Pierich 5, Ghersetti 7, Biligha 5.5, Thomas 8.
Cristiano Tognoli