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Giornale di Brescia – I coach più amati dai bresciani si sfidano per Brescia

I più amati dai bresciani. Eugenio Dalmasson e Alberto Martelossi – citati in ordine di apparizione nella nostra terra -hanno saputo meritarsi l’affetto oltre che la stima nelle piazze nelle quali hanno lavorato. Il primo, mestrino del 1957, ha portato Montichiari in B1 (l’attuale Silver) nel 1992/93 per poi ripetersi a Lumezzane, dove ha allenato dal 2001 al 2006. Il secondo, classe 1966, friulano di Udine, ha guidato dal 2012 al 2014 il Basket Brescia, ottenendo al primo colpo la finale play off. Da oggi (ore 20.30 diretta su Sky Sport Plus, canale 204) saranno di fronte negli ottavi di finale dei play off per la serie A, serie al meglio delle tre partite, che mette in palio la sfida con la Centrale del Latte. Dalmasson sulla panchina di Trieste, che occupa per la quinta stagione consecutiva; Martelossi a Ferrara, dove è approdato l’8 dicembre scorso, prendendo il posto di Furlani (primo coach della storia della Centrale) in una giornata particolare per lo sport estense, visto che contemporaneamente venne dato il benservito a Brevi (già difensore per quattro stagioni a Lumezzane) rimpiazzato da Semplici (dal quale saremmo curiosi di sapere se a casa sua abbia un Giardino e si gli piaccia il Miele…). Con 15 vittorie in 19 partite, «Martello» ha portato la Mobyt al secondo posto,così da incrociare Trieste piazzatasi settima grazie al successo di domenica scorsa dopo un supplementare a Ferentino e alla contemporanea sconfitta diAgrigento a Jesi. Una qualificazione ottenuta sul filo di lana, ma più che meritata, come sottolinea Dalmasson: «Siamo stati quasi sempre tra le prime otto e se non ci fossero stati tolti 6 punti, per la cancellazione di Veroli e Forlì avremmo raggiunto i playoff con buon anticipo. Episodi negativi che hanno danneggiato l’immagine del torneo, ma anche il cammino delle squadre, in particolare di Centrale e di Ferentino, costrette a una sosta forzata di quindici giorni che secondo me spiega le recenti difficoltà di entrambe». Se davvero restare fermi è un handicap, il compito di Brescia contro la vincente di Trieste-Ferrara potrebbe ulteriormente complicarsi… «È una variabile che si aggiunge al fatto di giocare ogni due-tre giorni e in impianti nei quali farà molto caldo. Di sicuro Brescia troverà una squadra già rodata».Che serie sarà quella con Ferrara? «Gli ottavi mettono di fronte per la prima volta formazioni che vengono da campionati diversi, ma secondo me molti vicini. Quelle di Gold hanno tutto da perdere, in particolare Ferentino e Biella. Ferrara è un’avversaria difficile, con americani solidi e italiani di buona esperienza». «In realtà dei miei giocatori solo Casadei Benfatto e Ferri hanno precedenti nei play off – gli fa eco Martelossi -. Hasbrouck, che pure ha girato parecchio, mi ha detto di non aver mai giocato una post season. Tra l’altro contro Latina ha ricevuto una ginocchiata alla coscia e non è al meglio» Come vede la serie con Trieste? «L’unica certezza è che il 30 aprile, giorno dell’eventuale gara-3, io mi troverò a casa.In caso di sconfitta perché abito a Trieste, in caso di vittoria perché verrò a Brescia, che è la mia seconda casa».

Franco Bassini