Sarà la pressione della grande occasione, sarà il piglio con il quale Trieste ha affrontato la gara volando in un amen sul 4-12, ma Ferrara, sempre senza Benfatto, incappa in una serata di lunetta storta e vanifica con un raccapricciante 16/32 nei liberi (3/10 al 10′) il vantaggio del fattore campo conquistato tre giorni prima al PalaRubini. Il distacco che separale squadre alla sirena è lo stesso di gara-1, a conferma del grande equilibrio di questa serie, che ha registrato due successi esterni. Giovedì si torna a Trieste, dove la Mobyt ritroverà la leggerezza del non avere nulla da perdere, ma anche la determinazione di un’avversaria che è stata capace di sbarcare su quella che era l’ultima spiaggia. Giuliani subito in fuga. Il già citato parziale di 4-12 (al 3’29”) è il preludio al primo vantaggio in doppia cifra degli ospiti, ottenuto sul 10-20 del 6’50” e ribadito dalla «bomba» di Tonut del 14-24 a fil di sirena. E qui ci fermiamo un attimo per diverse ragioni. La prima delle quali è che, finale alla mano, la gara si è decisa proprio nel quarto iniziale; i successivi parziali si sono dipanati sul filo di un equilibrio che comunque avvicinava progressivamente e inesorabilmente Trieste alla meta. Ma questi dieci minuti hanno racchiuso anche i temi che risulteranno decisivi: già detto delle difficoltà ai liberi della squadra di Martelossi (un buon 15/18 finale invece per gli ospiti) non si può certo ignorare IT /10 da 3 dei ferraresi cui fa da contraltare un clamoroso 8/10 dei giuliani. Merito di un ritrovato Tonut (15punti all’intervallo, uno soltanto in meno del fatturato totale di giovedì) ma anche di un ispirato Candussi (10 punti in 15’43” sul parquet), che però incapperà in una disavventura quantomeno singolare. Tre locomotive in affanno. Il pivot di Trieste viene espulso sul finire del secondo parziale in seguito al secondo antisportivo. Una rarità resa quasi unica dalla circostanza che il fischio decisivo lo accomuna a Castelli: un doppio fallo antisportivo dunque. A quel punto però i direttori di gara avevano già perso la trebisonda e non la ritroveranno più. A loro parzialissima attenuante la fisicità e l’aggressività di entrambe le squadre, che hanno determinato un’infinità di contatti. Botte da orbi, insomma.