Giornale di Brescia – La Centrale non finisce mai quante vittorie nel finale
Le grandi squadre sono quelle che non finiscono mai, che tengono botta, che azzannano l’avversario alla giugulare quando serve, cioè negli ultimi minuti di una partita. Come è successo a Brescia martedì sera quando il 2-0 nei quarti play off su Trieste è arrivato grazie a un tiro da 3 punti di Justin Brownlee sul morire della sirena. Se l’anno scorso la Centrale del latte aveva problemi di durata (ben cinque sconfitte ai supplementari), quella di quest’anno ha spesso e volentieri delle pile di scorta con le quali trova l’energia per andare a prendersi il match. Preferibilmente in casa, ma anche in trasferta i biancoazzurri di Diana hanno saputo tenere i nervi saldi vincendo con l’ultimo, il penultimo o il terz’ultimo tiro partite che si stavano complicando. Di misura. Sono cinque, su ventotto, le vittorie, tra campionato e play off, ottenute tenendo gli avversari a un solo tiro di distanza. Il segnale di un cambiamento rispetto alla scorsa stagione lo si ebbe già alla seconda giornata quando Loschi e compagni regolarono Mantova al San Filippo 68-66. Tre settimane più tardi ecco il successo per 85-82 sul campo della Novipiù Casale Monferrato, una roccaforte nella quale nei due anni precedenti per Brescia e’erano state solo lacrime. Come quelle versate da alcuni giovani giocatori di Trieste martedì in via Bazoli. Dopo aver perso di 2 (78-76) in casa con Verona e di 3 a Ferentino (74-71), Brescia ha ritrovato un’invidiabile forza di nervi il 14 dicembre quando ha stoppato Agrigento al San Filippo: 83-81 grazie a un buzzer beater di Fernandez. Altre vittorie di misura sono state quella con Torino in casa (98-96) il 25 gennaio e appunto il 79-77 dell’altra sera nel play off con Trieste. In mezzo anche il 70-68 subito a Biella per un totale di cinque vittorie e tre sconfitte con un divario limitabile a un tiro. Bilancio positivo, quindi. L’esatto contrario del campionato scorso. Sotto la doppia cifra. A conferma di una solidità mentale e di una forza di carattere nelle partite con una storia più o meno fino alla fine, la Leonessa dei canestri ha ottenuto ben sedici vittorie (su 28 partite, niente male…) con un margine sotto i dieci punti ovvero senza uccidere il match. Per qualcuno può essere un limite, ma dipende da quale prospettiva si analizza questa situazione. Saper restare sul pezzo e portare a casa il risultato è un segnale di forza mentale e fisica. Un applauso va infatti an- che alla preparazione di Max Di Giovanni. Si segnalano alla prima giornata un + 8 con Jesi (82-74), un + 6 a Trieste (87-81 ), + 7 a Codogno con Ca-salp (69-76), + 7 anche aNapo-li(71-64)e + 6aTrapani (94-88 per chiudere l’andata). Nel ritorno + 6 (104-98) con Casal-pusterlengo), + 8 con Casale Monferrato (85-77) e Trieste (96-88) in casa e + 6 con Ferentino (93-87). Da aggiungere infine il 96-88 con Trieste di domenica scorsa. Ritrovati. La partita dell’altro ieri oltre ad aver messo in mostra un monumentale Cittadini per come ha dato e preso botte, segnando e acchiappando rimbalzi e un Brownlee più che mai prima opzione offensiva, una sentenza con quella tripla a un secondo dalla fine, ha restituito a Diana anche il miglior Fernandez (opaco in gara-1) e Nelson che sembra essersi lasciato definitivamente alle spalle l’infortunio all’anulare. La forza con cui si è messo a difendere e prendere rimbalzi e con cui ha segnato dai 6.75 al primo tentativo sono pari al sorriso con il quale è uscito dal palasport. Un giocatore ritrovato. Un’arma in più. Con la quale andare domani a Trieste per chiudere i conti.
Cristiano Tognoli
Dalmasson: «Meritavamo noi Torneremo al San Filippo»
Eugenio Dalmasson aveva preferito non rilasciare interviste nel dopo gara di martedì. Troppo arrabbiato per una sconfitta maturata anche alla luce di alcune decisioni che riteneva penalizzanti. Il giorno dopo l’allenatore di Trieste evita polemiche: «A giudicare gli abritri ci penserà il commissario che era presente al palasport, lo devo solo far capire ai miei giocatori cosa ancora ci manca per battere Brescia con la quale abbiamo perso quest’anno quattro volte su quattro. Il mio rammarico principale è dettato dal fatto che potevamo chiuderla prima questa partita che comunque meritavamo di vincere. Ora si gioca in casa nostra, mi aspetto un gran pubblico, voglio tornare al San Filippo».