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Dietro le quinte della Leonessa: alla scoperta degli assistenti allenatori

I destini di una squadra di basket dipendono da tanti fattori, molti dei quali non hanno la visibilità e l’impatto mediatico dei gesti atletici compiuti dai giocatori in campo. Uno di questi è il lavoro certosino e paziente degli assistenti allenatori, chiamati a supportare il proprio head coach in ogni sua scelta. Un lavoro spesso svolto lontano dalle luci della ribalta, ma che alla fine risulta fondamentale per la gestione della quotidianità di una squadra, per la preparazione dei giocatori e, dunque, per il raggiungimento di grandi risultati.

Alle spalle dell’head coach Andrea Diana, la Germani Basket Brescia può contare sull’operato di tre validissimi assistenti: Alessandro Magro, Max Giannoni e Matteo Cotelli. Diversi per carattere e per esperienza, uniti nei loro sforzi per fare in modo che la Leonessa possa competere al più alto livello possibile, li presentiamo ai tifosi bresciani e più in generarle agli appassionati di basket, che non potranno che apprezzare le loro doti e la loro totale dedizione al lavoro.

alessandro-magroDIETRO LE QUINTE  (Alessandro Magro) – “La gente non ha idea di quale mole di lavoro ci sia dietro una squadra e che tipo di sforzo comporti fare l’allenatore. Noi siamo quelli che operano dietro le quinte e hanno in mente solo due parole: preparazione e lavoro. Cerchiamo di essere il miglior supporto possibile per il capo allenatore, che è l’espressione tecnica in campo. Passiamo molte ore della nostra giornata cercando di rendere più facile e magari anche più divertente l’apprendimento dei nostri giocatori. La cura dei dettagli per noi è essenziale, divertimento e qualità del lavoro sono le caratteristiche fondamentali per avere la possibilità di competere e vincere”.

max-giannoniCURA DEI PARTICOLARI (Max Giannoni) – “Noi rappresentiamo il supporting cast, non solo nei confronti dell’allenatore, ma anche nel rapporto con i giocatori, che è fondamentale. Anzi, a volte è più facile che un giocatore si possa confidare con un assistente piuttosto che con il proprio allenatore. Il prodotto finale è quello che viene fuori dalle varie riunioni, sintesi delle idee di tutti”.

matteo-cotelliIL RAPPORTO CON I GIOCATORI (Matteo Cotelli) – “Il nostro ruolo ci impone di mantenere una certa distanza con i giocatori. Siamo lì per aiutarli e fare di tutto perché in campo possano esprimersi nel migliore dei modi. Il tipo di rapporto che abbiamo cambia da giocatore a giocatore, con tutti però abbiamo il compito di trovare la chiave per poter permettere al giocatore di aprirsi verso di noi: con qualcuno ci si rapporta in modo più scherzoso, con altri in modo professionale, ma l’obiettivo è comunque quello di creare un rapporto che sia il più proficuo possibile per la squadra”.

alessandro-magroCAMPIONI E GIOVANI (Alessandro Magro) – “Di solito il rapporto che all’interno di un roster si instaura tra i grandi campioni e i più giovani dipende molto dalla loro personalità. Ci sono grandi campioni che hanno la disponibilità ad accogliere e aiutare i ragazzi. Credo che il nostro compito sia quello di mantenere una professionalità che non distingua il grande campione dal ragazzo giovane. Anzi, forse la mostra responsabilità nei confronti dei giovani è ancora più grande perché dobbiamo fare in modo che possano continuare a coltivare il sogno di diventare in futuro grandi campioni. Con il grande campione abbiamo il compito di capire che tipo di percorso ha fatto, perché sia per noi uno stimolo ad arrivare sempre preparati e non lasciare niente al caso. Per questo lavoriamo a 360 gradi, perché non esista una strada intentata per arrivare al nostro obiettivo, quello di competere per vincere”.

max-giannoniSINTESI E ANTITESI (Max Giannoni) – “Se l’allenatore è la sintesi del lavoro fatto dallo staff, è fondamentale che all’interno del gruppo di lavoro ci sia anche l’antitesi, ovvero che gli assistenti manifestino le proprie idee. È dallo scambio di opinioni e idee che viene fuori un lavoro di qualità. Per uno staff è altrettanto fondamentale che ognuno a metta a disposizione della causa le proprie doti personali: la crescita di uno staff e il miglioramento del tipo di lavoro passa anche e soprattutto da questa cosa”.

matteo-cotelli VALORIZZARE GLI STAFF TECNICI (Matteo Cotelli) – “Spesso c’è poca attenzione al nostro lavoro perché quelli che vanno in campo e decidono le partite sono il giocatori. Eppure il lavoro che facciamo è fondamentale perché quei giocatori la domenica in campo siano pronti. Se lo staff tecnico fa un buon lavoro, avremo una squadra che avrà più possibilità di vincere. Nella nostra cultura viene enfatizzata molto di più la schiacciata del campione piuttosto che un adeguamento difensivo ordinato da un allenatore e che magari diventa la chiave per vincere una partita”.

alessandro-magroL’IMPORTANZA DELL’ORGANIZZAZIONE (Alessandro Magro) – “Quando ero a Siena ho avuto modo di giocare contro una squadra dell’NBA e ho testato con mano l’organizzazione delle franchigie: mai avevo visto un numero così alto di persone lavorare attorno a una squadra e non c’era nessuno che non sapesse che cosa doveva fare. Nel nostro caso, ognuno di noi ha dei compiti chiari: nel nostro staff siamo in tre non per caso ma perché in questo modo abbiamo la possibilità di guardare e curare più cose. Ognuno di noi fa cose diverse al fine di avere un prodotto di altissima qualità. Nella cultura sportiva italiana molte persone non hanno la consapevolezza dell’importanza che possa avere un coaching staff di un certo tipo. Se una società vuole puntare sul miglioramento dei giocatori, invece, a mio avviso non può prescindere dall’avere uno staff tecnico di qualità”.

max-giannoni CONTINUITÀ, SÌ O NO? (Max Giannoni) – “Dare continuità a un progetto tecnico, creando magari degli staff che si muovano seguendo i destini del capo allenatore, avrebbe aspetti positivi e negativi al tempo stesso. Se da una parte si correrebbe il rischio di perdere quel contraddittorio che è fondamentale all’interno di uno staff, al tempo stesso l’allenatore saprebbe di poter contare su persone fidate e che ragionano sulla sua lunghezza d’onda, risparmiando tempo ed energie per la loro formazione e per far capire loro il proprio pensiero”.

matteo-cotelliUNA DOLCE OSSESSIONE (Matteo Cotelli) – “Per noi allenatori il basket è quasi un’ossessione, perché cerchiamo di essere sempre sul pezzo, di restare aggiornati e farci trovare sempre pronti. Ma è una dolce ossessione, perché siamo fortunati a fare un lavoro che combacia con la nostra passione e credo che non ci sia niente di più bello”.

alessandro-magro CHE COSA PENSI DEI TUOI COLLEGHI? (Alessandro Magro) – “Max è super simpatico ed è una persona capace, assolutamente alla mano. Al mio arrivo a Brescia mi sono sentito subito ben accolto e so che non era una cosa scontata. Di Matteo posso dire che è permaloso come me, ma che ha un grande talento e sono sicuro che farà bene”.

max-giannoni(Max Giannoni) – “Alessandro è competente e puntiglioso, una cosa che molti considerano un difetto mentre io per il lavoro che facciamo considero assolutamente un pregio. Matteo lo conosco bene, è una persona molto precisa e per questo molto simile ad Alessandro. Ma la sua dote principale è che è entusiasta di questo sport in tutto quello che fa”.

matteo-cotelli (Matteo Cotelli) – “Alessandro e pignolo è permaloso come me, però estremamente professionale e competente: tra gli allenatori che conosco è uno di quelli che ne sa di più del mostro gioco e sono contento che faccia parte del nostro staff perché mi da modo di apprendere il più possibile. Max è soprattutto un grande amico ed è una persona che ha la capacità di dire la parola giusta al momento giusto. Pur essendo molto professionale, riesce a instaurare un rapporto interpersonale con chiunque e a trovare la chiave giusta per riuscire a parlare con tutti”.

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