19 Apr 2020

‘Alla Salute! Un aperitivo con l’esperto’: bere è star bene!

Per la terza settimana consecutiva ‘Alla Salute! Un aperitivo con l’esperto’, format ideato nel contesto del progetto Sport & Salute di Basket Brescia Leonessa e Poliambulatorio Oberdan, è stato proposto in forma virtuale attraverso una seguitissima diretta streaming pubblicata sulla pagina Facebook di Poliambulatorio Oberdan.

In continuità con il precedente incontro, in cui si è discusso dei benefici dell’esercizio fisico all’interno delle mura domestiche sottolineando l’importanza di una corretta alimentazione, l’ottavo appuntamento è stato dedicato ai benefici di un’efficace idratazione.

L’argomento è stato approfondito da una coppia di esperti del settore: il Prof. Alessandro Antonelli (specialista in Urologia e docente presso l’Università degli Studi di Verona) e il Dott. Sergio Berardi (esperto di acque minerali naturali e amministratore di Fonti di Vallio Srl), coadiuvati negli interventi dal dott. Federico Maffezzoni (dottore in psicologia clinica), come di consueto, in veste di moderatore.

Per fronteggiare al meglio l’attuale situazione di lockdown, risulta indispensabile abbinare l’esercizio fisico a un’equilibrata alimentazione e a un’idratazione corretta e consapevole. Il team di esperti ne spiega i benefici illustrando, inoltre, le patologie strettamente collegate.

“L’acqua è il primo elemento di vita e la materia di cui siamo maggiormente composti – esordisce il dott. Sergio Berardi -. Sul mercato esistono molte acque e, in particolare, in Italia si riconoscono tre tipologie: le acque minerali naturali, considerate un po’ più nobili e tra cui rientrano anche quelle termali, destinate a prevenire o curare determinate patologie; le acque idonee al consumo umano o potabili, tra cui la cosiddetta “acqua del sindaco”; infine, una categoria meno conosciuta è quella che comprende le acque di sorgente, senza particolari caratteristiche e potabili all’origine. Le più bevute sono, naturalmente, le acque minerali naturali: non sono tutte uguali, bensì distinguibili a seconda dei minerali che le compongono”.

“Oggi le persone sono spesso fuorviate, in quanto il mercato induce a bere acque minerali demineralizzate o con pochissimi minerali disciolti, che ne rappresentano però il principio attivo – prosegue il Dott. Berardi -. É bene distinguere i minerali definiti desiderabili, tra cui calcio e magnesio, da quelli indesiderabili come il sodio. Bisogna prestare attenzione alla composizione dell’acqua e, in base a tale composizione, i medici o i consumatori interessati possono capire se essa è più o meno idonea. L’acqua delle Terme di Vallio, ad esempio, è un’acqua bicarbonato alcalina, con un’alcalinità dunque importante. Nella politica del “senza”, che sul mercato va per la maggiore negli ultimi anni, è sbagliatissimo confrontare e valutare un’acqua migliore di un’altra in base al residuo fisso”.

“Vetro e plastica sono due contenitori ben diversi – prosegue Berardi -: il vetro è un materiale più nobile, poiché è inerte e non cede né assorbe sostanze, risultando dunque il miglior contenitore di alimenti. La plastica ha preso molto piede, fin dalle origini, per comodità e resistenza e, via via, il mercato dell’acqua in plastica si è sviluppato al punto da arrivare ad un 90% di utilizzo. Negli ultimi anni, tuttavia, sta tornando la risposta del vetro: le persone hanno capito che la bottiglia di plastica ha il grande svantaggio di favorire i processi di micro-cessione e micro-assorbimento sopracitati. Basti pensare al sapore diverso dell’acqua contenuta in bottiglie di plastica in determinate circostanze, tra cui la vicinanza a fonti di calore. Il vetro garantisce meglio il prodotto e, tanto più il vetro è scuro, meglio è: l’acqua ha infatti bisogno di protezione dalla luce”.

“É difficile avere una buona sensibilità relativamente alla tipologia di acqua, perché il mercato è condizionato in maniera quasi schiacciante dalla pubblicità – chiarisce il Prof. Alessandro Antonelli -. Il fatto che ci sia un consumo di acque minerali così diffuso ha creato un indotto economico tale per cui le persone sono assolutamente vincolate dal messaggio pubblicitario, più che dalla reale qualità del prodotto. Se pensiamo all’Acqua Castello, l’alcalinità è un fattore importante nella qualità terapeutica dell’acqua, soprattutto in rapporto alla prevenzione della calcolosi: bere un’acqua alcalina significa fare un buon gesto preventivo ed è assolutamente sbagliato pensare che meno minerali si assumono, minor rischio si corre nell’incappare in problemi urinari in rapporto alla calcolosi. La scelta dell’acqua è dunque fondamentale e altrettanto importante sarebbe avviare un lavoro di sensibilizzazione al riguardo, da parte degli esperti”.

“La patologia urinaria nella nostra società è emergente, in parte perché si abbina all’invecchiamento, in parte perché c’è un’attenzione verso questo tipo di patologia che è stata favorita nel corso del tempo – continua Antonelli -. Le differenze di disturbi tra individui maschili e femminili sono di tipo anatomico e ormonale, con condizioni dell’apparato urinario differenti. A grandi linee, differenziamo in maniera netta il rischio di patologie all’apparato urinario sulla base di fattori di natura anagrafica: le infezioni sono tipiche della giovane donna, mentre nel maschio colpiscono tendenzialmente in età un po’ più avanzata. Le patologie si differenziano inoltre per severità: episodi di natura infettiva si verificano con meno gravità nelle donne, mentre negli uomini tendono ad essere particolarmente gravi. La calcolosi, invece, si distribuisce in maniera equivalente: nelle società più ricche e industrializzate ha avuto un incremento in termini di frequenza che è progressivamente aumentato nel corso degli anni, in virtù di un fattore generale che riguarda aspetti di natura ambientale e comportamentale, tra cui le abitudini dietetiche”.

“Nei pazienti con calcolosi suggeriamo idropinoterapia – conclude Antonelli -. Sulla quantità di acqua da bere ci sono delle difficoltà di comunicazione con i pazienti: in generale, consigliamo di verificare che l’idratazione sia sufficiente a diluire le proprie urine, perché questo è il principio: riuscire a mantenere una concentrazione delle urine al di sotto delle quali i cristalli delle urine tendono ad aggregarsi. Teniamo conto che il rapporto tra l’idratazione e la minzione è diretto: in questo, è molto importante chiedere a chi manifesta disturbi nell’urinare, in particolare in chi ha l’impressione di avere una frequenza urinaria eccessiva, anzitutto di giudicare quanto beve per valutare se è un’esigenza dipesa dal volume di idratazione o meno”.

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