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L’AVVERSARIA | Happy Casa Brindisi

Nello sport riuscire a confermarsi ad altissimi livelli non è semplice per nessuno. Neanche per l’Happy Casa Brindisi, che lo scorso anno era stata capace di chiudere al secondo posto la regular season e di disputare la semifinale dei playoff scudetto, persa con i futuri campioni d’Italia della Virtus Segafredo Bologna. A testimoniarlo è la classifica della formazione pugliese, che dopo un inizio brillante, culminato con la conquista della semifinale della Supercoppa italiana e con sei successi nelle prime sette giornate della regular season, sta vivendo un momento di flessione, certificato dalle cinque sconfitte maturate nelle ultime sei giornate e dall’eliminazione dalla Basketball Champions League al termine del girone di qualificazione.

Negli ultimi giorni, ricchi di incertezza per via del focolaio Covid che si è acceso in riva all’Adriatico, si sono sentite forti le parole del presidente Ferdinando Marino, utili a tranquillizzare una tifoseria un po’ spiazzata dopo le recenti sconfitte, a cui evidentemente non era più abituata. I risultati raggiunti nelle ultime stagioni dalla formazione brindisina, infatti, sono sempre andati ben oltre alle aspettative, grazie alla capacità della dirigenza di trovare giocatori interessanti e sempre funzionali al gioco orchestrato dal superlativo lavoro in palestra compiuto da un coach affidabile come Frank Vitucci, diventato una vera istituzione nella città pugliese.

Per capire l’attuale momento dell’Happy Casa Brindisi – che con 14 punti in classifica e due gare da disputare per chiudere il girone d’andata è comunque in piena corsa per un posto alla Final Eight di Coppa Italia – è necessario partire da lontano, ovvero dai giocatori che la scorsa stagione avevano reso vincente il progetto del club pugliese. La scorsa estate, infatti, Brindisi ha dovuto rinunciare a giocatori del calibro di Darius Thompson (ora al Lokomotiv Kuban), D’Angelo Harrison (gioca in Ucraina nel Prometej) e Derek Willis (a Badalona), senza dimenticare chi era stato capace di ritagliarsi uno spazio importante e garantire un ottimo rendimento, come Josh Bostic o Ousman Krubally.

Per necessità o scelta, dunque, l’Happy Casa ha dovuto rivoluzionare il proprio roster, pur mantenendo l’ossatura italiana della propria rosa, composta da Raphael Gaspardo, che sta vivendo una delle migliori stagioni della sua carriera, da Mattia Udom, da Riccardo Visconti e Alessandro Zanelli, insignito dei gradi di capitano, sulla via del recupero dopo l’infortunio occorso durante l’ultima partita con Pesaro.

Il segreto del successo del club biancoblu passa dagli stranieri che compongono il roster, a cominciare da Nick Perkins, l’unico giocatore non italiano confermato dalla scorsa stagione, che si sta dimostrando il più efficace, con un rendimento davvero eccezionale: i 18.2 punti (è secondo nella speciale classifica solo dietro ad Amedeo Della Valle), i 6.8 rimbalzi e i 2.2 assist di media a partita lo rendono lo straniero più produttivo di tutto il campionato, dando all’Happy Casa una notevole dimensione sotto le plance.

Wes Clark e Jeremy Chappell, entrambi a Brindisi nella stagione 2018-2019, sono due cavalli di ritorno di sicuro affidamento, così come si è dimostrato più che affidabile Nathan Adrian (11.7 punti di media a partita), assente nell’ultima uscita contro la Carpegna Prosciutto. Più ondivago, invece, il rendimento dell’altro Perkins, Josh, e dell’argentino Lucio Redivo, che si sta dimostrando un tiratore più che affidabile (ha il 48% nel tiro dalla lunga distanza) anche se finora non è riuscito a incidere così come sperato. Resta un rebus, invece, il rendimento di Myles Carter, che molti vedono prossimo al taglio qualora la dirigenza decidesse di intervenire sul mercato per cambiare qualche carta del mazzo a disposizione di coach Vitucci.

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