15 Feb 2022

Successi e amarezze, quante avventure per la Germani Brescia nelle Final Eight!

Dopo aver conquistato il quinto posto al termine del girone d’andata, la Germani Brescia si appresta a disputare la quarta Final Eight della propria storia. Dalla Fiera di Rimini alla Vitrifrigo Arena di Pesaro, passando dal Mandela Forum di Firenze, la storia della formazione biancoblu nelle finali di Coppa Italia è ricca di capitoli interessanti e felici, ma anche di cocenti delusioni, alcune delle quali restano difficili da digerire anche a distanza di anni.

L’avventura della Germani nella Final Eight di Coppa Italia inizia alla Fiera di Rimini nel 2017: la vittoria ottenuta con Pistoia nell’ultima gara del girone d’andata del campionato che segna il ritorno di Brescia in Serie A spalanca le porte alla partecipazione alle finali di Rimini, alle quali il quintetto allenato da coach Andrea Diana arriva classificandosi al settimo posto.

Il primo avversario da affrontare è l’Umana Reyer Venezia, una squadra attrezzata per provare a conquistare il trofeo, nonostante una cabala fino a quel momento tutt’altro che favorevole nell’ambito delle finali di Coppa Italia. Quello che va in scena il 17 febbraio 2017 è un vero capolavoro: la Germani prende subito le redini della gara dei quarti di finale con i quotati orogranata, gioca una partita al limite della perfezione e fa sua la qualificazione alla semifinale con il punteggio di 76-68, frutto dei 19 punti di Marcus Landry, dei 15 di Christian Burns ma, più in generale, di una prova corale di grande spessore.

Il giorno successivo, la Germani affronta l’esperta Dinamo Sassari in semifinale, sfiorando la storica qualificazione alla finalissima. Il quintetto sardo, allenato da Federico Pasquini, riesce a spuntarla con il punteggio di 77-70, capitalizzando i canestri di Lacey e Stipcevic nelle battute finali del match. A Brescia non bastano i 20 punti di Landry e i 16 di Lee Moore per conquistare il diritto di giocarsi l’atto finale della manifestazione, vinta dall’Olimpia Milano all’epoca targata EA7 Emporio Armani.

Una splendida cavalcata realizzata nel girone d’andata della stagione 2017-2018, aperto con una striscia di 9 vittorie consecutive, spalanca alla Germani le porte della seconda Final Eight della sua storia, organizzata al Mandela Forum di Firenze. Un’esperienza eccezionale, quella di Brescia nel capoluogo toscano, che avrebbe meritato un epilogo diverso, lontano dall’amarezza provata nel vedersi sfuggire la conquista del trofeo all’ultimo canestro della finalissima.

Il primo avversario sulla strada della Germani è la Virtus Segafredo Bologna, arrivata a Firenze con un nutrito numero di tifosi al proprio seguito. Nonostante gli spalti siano colorati di bianconero, è l’Onda Blu bresciana a prevalere (97-73), grazie ai 22 punti di un indiavolato Lee Moore, ai 17 punti di Michele Vitali e, più in generale, di una prova superba di tutti gli uomini schierati da coach Andrea Diana.

Nella giornata di sabato 17 febbraio, la Germani affronta un’avversaria inattesa, la Red October/MIA Cantù, capace di dare una sonora lezione all’Olimpia Milano appena 24 ore prima. Brescia resiste alle spallate inferte da Thomas (20 punti), Smith (19) e compagni, anche se per riuscire a mettere le mani sul successo le serve un tempo supplementare, maturato dopo il 76-76 del 40′. L’overtime è un crescendo biancoblu: Luca Vitali (19 punti), Landry (17) e Moore (15) prendono per mano la squadra e la portano alla finale, infliggendo ai brianzoli l’87-82 che permette alla Germani di scrivere un’altra magica pagina della sua storia.

La ciliegina sulla torta, però, non arriva il giorno successivo, domenica 18 febbraio. Una delle giornate più amare per i tifosi bresciani. La Germani, infatti, conduce le danze a lungo nell’atto finale, disputato contro la Fiat Torino, ma è costretta ad arrendersi in un finale concitato, determinato dall’errore di Luca Vitali nel tiro che le avrebbe regalato il successo e dal beffardo contropiede orchestrato da Deron Washington e concluso da Sasha Vujacic con il canestro del 69-67 finale. Un epilogo amarissimo per Brescia, che avrebbe meritato di alzare il trofeo sotto il cielo di Firenze all’interno di una stagione che in ogni caso saprà regalare alla formazione bresciana altre grandi soddisfazioni, a cominciare dalla semifinale dei playoff scudetto.

Incapace di conquistare il pass per la Final Eight del 2019, la Germani Brescia risponde presente all’edizione successiva, quella del 2020. Una qualificazione meritata, quella del quintetto allenato da Vincenzo Esposito, capace di chiudere il girone d’andata al terzo posto e di meritarsi l’incrocio con la sesta classificata, la Fortitudo Bologna. Nonostante i favori del pronostico, alla Vitrifrigo Arena di Pesaro va in scena un’altra pagina amara delle finali di Coppa Italia della Germani, costretta a interrompere il proprio cammino ai quarti di finale.

Il 76-73 finale premia la Fortitudo Bologna di Sims (17 punti) e Aradori (15) e penalizza alquanto una Germani tutt’altro che in spolvero, capace di restare agganciata alla partita grazie alle giocate di Lansdowne (15 punti), Vitali (14) e Abass (10) ma non di piazzare la zampata vincente. Una zampata che la Germani proverà a lasciare tornando sul luogo del delitto – la Vitrifrigo Arena di Pesaro, appunto – con l’obiettivo di tessere nuovamente il filo con l’avventura della Final Eight e regalarsi nuove positive pagine della propria storia.

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