Bresciaoggi – La Centrale sa soltanto vincere, rimonta di forza e poker da url
Ci ha preso gusto la Centrale del Latte. E non si ferma più. Vince anche a Napoli, per la quarta giornata di fila, e mette in cassaforte l’accesso alla final six di Coppa Italia. Davvero un bel regalo sotto l’Albero biancazzurro, una prova di forza che chiude nel migliore dei modi la settimana del «caso» Brownlee. Con Brescia che dimostra ancora una volta di essere da piani altissimi, fa fronte all’assenza di Nelson, ritrova in extremis Alibegovic, e risalendo la china dal -18 del secondo quarto (38-20), si riscatta trascinata dal carisma tattico e non solo di «Lobito» Fernandez. Ciliegina sulla gustosa torta l’ottima condizione di Cittadini e Benevelli, quest’ultimo decisivo a rimbalzo nella ripresa. Partenza col doppio play per entrambe le squadre: alla contesa Brescia schiera Fernandez, Passera, Loschi, Brownlee e Cittadini; Calvani risponde con Sabbatino, Traini, Ganeto, Brooks e l’ex Brkic. Non è ottimo l’impatto, con Brooks che si fa sentire contro Brownlee (5-0). Brescia non incide dal pick n’roll, è più ispirata in velocità, ma Napoli con la coppia di lunghi Brooks-Brkic tiene gli ospiti sul -5. Passera si dà da fare con l’assist per Cittadini e il jumper del 10-7, a 5’19” dalla prima sirena mentre per Napoli c’è il rientro in campo dopo quasi due mesi di Valerio Spinelli. Brescia ricorre alla zone press, ma Napoli risponde in transizione, scaldando la mano con Brkic, e trovando l’area con un Brooks incontenibile. La partita è piacevole e Fernandez è l’anima della Centrale: firma cinque punti di fila per il 17-16 e permette ai biancoazzurri di tornare a contatto. La Givova risponde con un altro 7-0 (e il il 12esimo punto di Brooks); per i ragazzi di Diana c’è solo lo spazio per il jumper di Passera del 24-18 del 10′. Si riprende con Napoli a zona per contenere Brescia. Funziona: in campo ci sono solo i padroni di casa che arrivano al +18 (38-20). Nel mezzo del parzialone partenopeo (14-2) c’è un Brownlee opaco, e l’uscita di Fernandez che leva brio e idee al gioco della Leonessa, affidato ai soli Loschi e Alibegovic, con Passera defilato. Brescia cala anche nelle percentuali, ma poi torna «Lobito», che al primo fallo subito sfrutta alla grande il bonus di Napoli. Brescia si fa forza: il 16-2 di controbreak appare quasi naturale con Fernandez in palla e Benevelli molto più lucido a rimbalzo. L’inerzia è cambiata, e dopo il 40-36 all’intervallo lungo, nemmeno la situazione falli scoraggia la truppa di Diana: il terzo di Cittadini, il secondo e il terzo a carico sia di Brownlee sia di Loschi, deboli nel pitturato, portano Brescia a esaurire il bonus in soli 2’20”, ma dopo il -5 sul 43-38 per Napoli, Benevelli torna a impadronirsi dell’area piccola, e Fernandez torna mattatore: suo il ribaltamento per Passera che propizia il pareggio a 6’31”. Da qui è battaglia. La Givova cerca di rallentare il ritmo con la zona, ma è frettolosa in attacco, rinuncia all’uno contro uno; mentre dall’altra parte Brescia trova l’anello con grande naturalezza, proprio come la tripla di Alibegovic sullo scarico di Fernandez per il 48-50 del 30′. Il PalaBarbuto alza i decibel, avvio all’insegna degli ex di lusso Brkic e Cittadini, il clima è bollente sulla rimessa pro-Brescia dopo un rimpallo tra Spinelli e Benevelli, e diventa da bolgia dopo il fallo di Sabbatino sulla tripla a fil di sirena di Alibegovic: il figlio d’arte ringrazia conservando il 100% di squadra (3/3, 52-55). E proprio i liberi diventano il fattore decisivo: da una parte 1/2 a go-go con Spinelli, Ganeto, Brkic e Brooks, dall’altra Loschi, Passera e Fernandez infallibili (56-61). E ancora Fernandez che ruba palla e piazza il coast-to-coast, quindi propizia lo scarico per Benevelli: sua la tripla che a 116″ chiude di fatto il match, sul 60-66.
Alberto Banzola
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8 Fernandez. 20 punti, 4 assist 2 palle recuperata Fondamentale il suo rientro per dare il via alla rimonta, ègla-ciale quando si tratta di fare male, destreggiandosi nel traffico. Un vero leader.
7 Cittadini. Il Citta rispetta in pieno la legge dell’ex, interpretando alla perfezione il ruolo di «core n’grato». Con Brkic dà vita a un duello fatto di tecnica e agonismo, ma il suo apporto offensivo non si limita Le pagelle agli appoggi semplici: c’è grande vena r balistica nel 6/9 dal campo. E il primo a soffrire quando il pick and roll non riesce al meglio (4 palle perse), è lui in prima fila quando si tratta di consolidare il recupero.
6 Alibegovic. Non doveva essere del match, ma visto che si trova sul ring non resiste alla tentazione di menare colpi. Colpi di gran valore considerando il punteggio basso: 6 punti in appena 11′ di utilizzo. Soffre quando con Loschi guida la manovra, ma è scaltro nel subire il fallo sulla tripla di Sabbatino, preciso nel colpire da tre, bravo quanto basta nel saper fare di necessità virtù.
7.5 Benevelli. Per favore non ci si limiti al tabellino. Entra a freddo, 11/6 dal campo è figlio anche del suo ingresso a match già in corso. Andrea carbura come un diesel: in area prende le misure contro una batteria più attrezzata, riuscendo a chiudere con appena 3 falli, ma soprattutto 9 rimbalzi di cui 4 offensivi. Come se non bastasse limita Brooks, e segna la tripla del +6 a l’16” dalla fine. Chirurgico e operaio.
6 Loschi. Il duello con Ganeto limita molto il suo potenziale, soprattutto da tre, e quando deve portare palla mette in crisi Brescia. Se si tratta però di riportarla sui giusti binari, le sue abilità di guardia-ala si rivelano vincenti: 10 punti in 33′, 4 rimbalzi, 3/8 da due ma soprattutto 3/4 da tre nel momento clou.
6.5 Passera. Non si conferma in avvio quel maestro del pick and roll che può e sa essere, quando c’è Fernandez sente meno pressione, meno responsabilità, e le sue qualità fanno la differenza, soprattutto in transizione. Anche lui cecchino dalla lunetta. 113 con 4 assist sono davvero un bel bottino.
5 Brownlee. Contro Brooks non c’è storia sotto le plance, non ha fatto nulla perché questa fosse la sua partita, ma viste le premesse (e l’avversario) era difficile potesse far meglio. Rimandato.
Al.Ban.
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Sollevato, anzi felice: Andrea Diana in sala stampa si gode il meritato successo ottenuto a Napoli. Una settimana difficile, quella attraversata da Brescia, capace ancora una volta di sprofondare e poi risalire la china. «Sapevo che non sarebbe stata una partita facile – racconta il coach livornese -. Venivamo da una settimana particolare: abbiamo risolto la situazione di Brownlee ritrovando concentrazione, nonostante le assenze di Nelson e Alibegovic, e abbiamo cercato di allenarci nelle migliori condizioni possibili». In campo però i problemi si sono palesati, da subito: «Pur sapendo che la mia squadra ama correre e viaggiare a ritmo alto, non siamo stati al top in uscita dai blocchi, il tutto a vantaggio di Napoli, che nella prima parte di gara, sfruttando la sua esperienza, aveva preso un margine larghissimo. Devo ammetterlo: abbiamo avuto grande forza d’animo, portando la partita su un binario di punto a punto grazie al ritmo». La chiave della vittoria è stata trovata negli spogliatoi: «Nonostante Brooks e Brkic abbiano fatto molto bene dentro l’area, abbiamo controllato i rimbalzi nel momento clou. Questa fiducia ci ha dato la spinta per scavare il solco decisivo. Sotto 38-20, avevo detto che se avessimo continuato a camminare sarebbe stato difficile venirne a capo. Ma dentro di me sapevo che pian piano ci saremmo sciolti. Chiaro che tornando negli spogliatoi a -4, ci sentivamo pieni di energia all’idea di tornare in campo». Brescia festeggia la qualificazione «ufficiosa» alle Final six di coppa Italia: «Non era un obiettivo stagionale, ma essendo io ambizioso come la proprietà, siamo orgogliosi di esserci arrivati. Un premio al nostro impegno». In campo due giocatori si sono distinti: Fernandez e Benevelli. «Un nostro punto di forza è il fatto che ogni settimana riusciamo a mettere in evidenza giocatori diversi: stavolta è toccato a loro ed è conseguenza del mio modo di lavorare. Ho tanti giocatori in forma, ma Juan ha lavorato molto bene dalle situazioni di pick n’roll, mentre Benevelli è stato fondamentale con gli aiuti difensivi, i rimbalzi, la tripla che ha spaccato il match. Comunque lo ripeto: la miglior caratteristica della squadra è la voglia di passarsi la palla, creando situazioni differenti di prestazioni alte a livello individuale. Sono orgoglioso di tutti». Si parla anche degli aspetti meno lieti, come della serata di Justin Brownlee: «Sono stati giorni difficili. Lo aspettiamo. Sapevo che avrebbe avuto qualche difficoltà nel rimettersi al passo con la squadra, aveva saltato la partita di domenica e ha ripreso in settimana, ero conscio del fatto che non avrebbe avuto lo stesso ritmo degli altri ragazzi. Mi auguro che possa tornare a dimostrare quello che vale».
a.b.
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Adesso manca solo il conforto della matematica, ma ad occhio si può veramente dire che Brescia la qualificazione alle Final six di Coppa Italia l’abbia centrata: seconda, a 2 giornate dalla fine del girone d’andata, a +4 sulle quinte (Casale Monferrato e Trieste). L’unica possibilità che Brescia avrebbe per non centrare il viaggio verso la Romagna sarebbe quella di ritrovarsi tra 2 settimane con gli stessi punti di oggi, alla pari con Ferentino, Torino e Casale Monferrato, con quest’ultima vittoriosa domenica a Torino con uno scarto tra 1 e 13 punti: l’unica proiezione per essere esclusi dalle finali che portano a strappare un posto nell’Eurochallenge 2015/16 in caso di vittoria. In qualsiasi altro caso Brescia alle finali ci andrebbe. Si parla di ipotesi, ma non essendoci ancora il risultato del derby tra Torino e Casale non si può ancora brindare al viaggio riminese, la ciliegina sulla torta di una stagione complicata ma bellissima. Raggiante la proprietà: «È un gruppo super, non ho più parole per i miei ragazzi – racconta Graziella Bragaglio, presidente del Basket Brescia Leonessa, mentre corre a Capodichino per imbarcarsi sul volo serale che la riporta in città -. Abbiamo compiuto un’impresa, dopo una settimana da cancellare. Se i ragazzi volevano farmi un regalo di Natale… Beh, ci sono riusciti». In campo il protagonista è stato ancora una volta Juan Fernandez: «È stata una partita durissima. Abbiamo cominciato mettendo a proprio agio Napoli: troppo molli, ritmo blando. La chiave della rimonta? L’intensità. Non molliamo mai. Credo che solo una squadra con le nostre caratteristiche possa essere in grado di arrivare sul fondo e poi risalire a galla nel giro di un quarto. Non è la prima volta. Il prossimo obiettivo è quello di trovare una quadratura del cerchio senza dover annaspare. La finale di coppa? È un nostro obiettivo, arrivare a Rimini. Credo che ci siamo arrivati, anche se manca la matematica certezza. Ci penseremo a marzo, quando si giocheranno queste finali. Adesso dobbiamo essere concentrati su altro. Ovviamente… Se ci saremo, cercheremo di vincerla, questa coppa».
a.b.