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Giornale di Brescia – Centrale verso la grandezza

Amaro in bocca, cerchio alla testa. La Centrale si risveglia più vecchia e stanca il giorno dopo la beffa con Verona. Ma non è il day after quello che preoccupa. Non è il male ne la botta, bisognerà piuttosto capire quanto impiegherà a riassorbire il livido che si è formato. E dopodomani a Ferentino si rientra nella centrifuga di un campionato che, si sapeva, ha concentrato 6 partite in 22 giorni per i biancoazzurri. Dopo averne vinte tre in quattro trasferte consecutive, dall’albero è caduta anche la mela della prima sconfitta interna. Ma non è un frutto marcio. Anzi… Anche se qualche considerazione più profonda s’impone, alla luce del fatto che le due sconfitte sono maturate con le due favorite alla vittoria finale: Torino e Verona. Al netto dei torti arbitrali (la società di via Bazoli ha mandato al capo degli arbitri un video con le malefatte dei tre in grigio di mercoledì sera e ha chiesto conto del perchè non ci fosse un commissario al tavolo nonostante si trattasse dell’unica partita in programma) significa che ai biancoazzurri manca ancora qualcosa. Innanzitutto per battere le più forti, squadre profonde costruite con budget da piano superiore, occorre che tutti siano in serata. Al PalaRuffini ci fu una prova monstre dei due americani (29 di valutazione per Brownlee, 24 per Nelson), ma vennero a mancare due preziosi puntelli della panchina come Alibegovic (-1) e Benevelli (-4). In più ci fu l’infortunio di Passera che accorciò le rotazioni. Quel giorno la difesa non funzionò (106 punti subiti), ma aver tirato con il 62% (43% da 3) diede la misura delle potenzialità. Con Verona Nelson non ha saputo giocare sul dolore della caviglia, cosa che invece ha fatto Passera; lo yankee ci ha messo ben poca tensione emotiva e senza quella non ha potuto colmare il gap degli allenamenti a scartamento ridotto. Il ragazzo di Santa Barbara ha chiuso con un – 2 (0/6 al tiro, cinque errori dall’arco) per la peggior prova stagionale. Brownlee si è acceso nella ripresa (clamorosa la schiacciata partendo lateralmente quasi dalla linea del liberi), Fernandez ha avuto la solita relazione complicata con i falli (splendido invece il flirt con compagni e pallone quando è stato in campo) e Benevelli ha dato poco in attacco e in difesa. Rispetto a Torino Brescia ha anche tirato peggio: 59% (27% da3) eppure aver tenuto la capolista sotto i suoi standard realizzativi stagionali (81 di media a partita) non è stato certo un risultato banale. Spannometricamente parlando si dovrebbe quindi dire che la Centrale non è da primissimi posti. Calma e sangue freddo: la squadra c’è, l’allenatore pure e siamo solo all’ottava giornata. Nella Silicon Valley del San Filippo coach Diana ha strumenti e uomini per progettare uno strumento rivoluzionario. Basta continuare ad essere affamati e anche un po’ folli. Se chiudiamo gli occhi rivediamo i quasi tremila stipati nel San Filippo. Gente che si è divertita, al di là del risultato. Questo è il germoglio che serve per far crescere uno sport.

Cristiano Tognoli