Giornale di Brescia – Centrale: pomeriggio di festa, «bombe» e relax
Ci sono partite – poche, sempre di meno – nelle quali gli obiettivi vanno oltre la vittoria, considerata pressoché scontata. Nella gara di ieri al San Filippo, che apparteneva a questo novero, la Centrale ha regalato ai suoi tifosi un pomeriggio di relax (a ben vedere il primo di questo campionato) e a se stessa risposte convincenti. Agevolata, va detto subito, dal virus influenzale che ha costretto in panchina per l’in- tera partita Alex Legion, l’americano più forte di Veroli, ma mettendoci tanto del suo. Il primo obiettivo era mettere al sicuro il risultato nel minor tempo possibile, missione compiuta già al termine del primo quarto (27-12) ovvero, per i più pessimisti, sul 49-28 dell’intervallo. E una vittoria netta, al termine di una gara a senso unico, rappresenta sempre un’iniezione di fiducia e manda al tempo stesso un messaggio agli avversari di questo torneo così equilibrato, che da ieri non ha più una squadra imbattuta, visto il ko che Napoli, pur reduce da tre sconfitte, ha saputo infliggere a Verona, peraltro sempre priva di Monroe. Lo so, alcuni di voi penseranno che non ci sia molto merito nello sculacciare i bambini, considerando l’età media bassissima di Veroli (19 anni e mezzo non contando Legion; 20 a pieno roster). Nello sport però il termine maramaldeggiare non trova asilo (…) ed è anzi manifestazione di rispetto nei confronti dell’avversario schierare almeno inizialmente la migliore formazione. La banda di ragazzini ciociari ieri è uscita dal campo a testa alta, sapendo che i pur pochi punti segnati erano comunque merito loro e non gentile, paternalistica concessione degli avversari. Altro discorso per Shaw e Wojciechowski, che nel giorno in cui avrebbero dovuto fare qualcosa di più vista l’assenza di Legion, terminale principale della squadra, hanno invece fatturato 10 punti in due con un modestissimo 5/19 totale al tiro, ma questo riguarda unicamente la squadra di D’Arcangeli. La Centrale negli ultimi minuti ha messo in campo i suoi due minorenni, Federico Ferrari e Giacomo Piantoni, entrambi al debutto in categoria, cogliendo così un altro obiettivo della vigilia: gratificare chi settimanalmente si rende utile in palestra. Così come è senz’altro un risultato positivo la buonissima prova dei due americani, decisivi nell’indirizzare la partita nella direzione voluta: nel primo quarto Brownlee ha realizzato 11 punti con 4/5 al tiro e Nelson 9 con 3/5. Quest’ultimo poi ha dimostrato di aver smaltito completamente l’infortunio alla caviglia, saltando come un grillo e conquistando 7 rimbalzi, uno in meno del connazionale. Diana ha inoltre utilizzato a lungo Giammò e Tomasello e al tempo stesso concesso un pomeriggio dopolavoristico a Cittadini, sul parquet meno di 19 minuti, complice un colpo al ginocchio che ci si augura non abbia conseguenze. Tutto questo regalando spettacolo a un pubblico come sempre numeroso, a conferma che gli appassionati bresciani vengono al San Filippo per sostenere e ammirare la loro squadra a prescindere dal valore dell’avversaria. Uno spettacolo prevalentemente balistico, visto il 57% finale nel tiro da 3 punti, frutto di 16 «bombe» a bersaglio su 27 tentativi, con Fernandez (3/3) e Alibegovic (4/5) a trascinare il gruppo. La Centrale chiude così nel miglior modo possibile un novembre sfibrante che l’ha vista in campo sette volte, cinque delle quali in trasferta. Il parziale di 4-3, oltre ad essere evocativo di ben altre glo- rie, va dunque considerato più che positivo e non a caso vale il secondo posto solitario, in attesa di Torino-Trieste in programma stasera. Al termine dell’andata, che promuoverà le prime quattro classificate alla fase finale della Coppa Italia (obiettivo particolarmente caro al patron Bonetti), mancano cinque partite, nessuna proibitiva, nessuna facile. Ma sulla scorta di quanto abbiamo visto finora ci sentiremmo di escludere il ripetersi del «dicembre nero» che ha caratterizzato gli ultimi tre campionati della Leonessa.
Franco Bassini
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È un Federico Loschi raggiante quello che si presenta davanti ai microfoni. «Siamo felici per questo successo – esordisce il capitano biancoblù – perché abbiamo vinto agevolmente una gara che alla vigilia non era facile da preparare. Quando di fronte non ti trovi avversari blasonati non è immediato trovare le giuste motivazioni, ma noi oggi (ieri ndr) ci siamo espressi davvero alla grande». La squadra ha messo subito le cose in chiaro Fin dai primi possessi e neanche le continue rotazioni operate da Diana per coinvolgere tutti gli alfieri biancoblù hanno abbassato la qualità del gioco. «Siamo stati concentrati per tutti i quaranta minuti e dimostrazioni ne è il fatto che Veroli alla fine ha segnato la miseria di 44 punti. La compattezza è la nostra forza; non abbiamo il Giddens della situazione, ma tanti giocatori che quando vengono chiamati in causa sanno portare il loro contributo alla causa». Dopo un inizio di stagione sofferto, Loschi sta piano piano trovando la sua dimensione come ala piccola titolare. Un ruolo che il prodotto della Marca trevigiana rivendica con forza. «Partire in quintetto o uscire dalla panchina per me fa tutta la differenza del mondo. Quest’anno mi sento maggiormente coinvolto e il fatto di dover marcare spesso gli americani dimostra la fiducia che coach Diana ha nei miei confronti». Loschi nelle rotazioni entra giocoforza in competizione con Mirza Alibegovic, altro giocatore in crescita esponenziale, ma secondo il capitano biancoblù non esiste nessun dualismo. «Siamo molto legati anche fuori dal campo e quindi tra di noi non c’è nessun problema. Sono convinto che Mirza sia un giocatore sottovalutato; il suo compito, come lo è stato per me negli scorsi anni, è di uscire dalla panchina e di spaccare in due le partite». Raggiante a fine gara patron Matteo Bonetti non pone limiti ad un gruppo che pare poter ambire a un ruolo da protagonista nel campionato A2 Gold. «Finora, per un motivo o per altro, siamo stati la squadra più penalizzata. Nonostante questo però stiamo facendo benissimo e anche contro Veroli si è visto. Dove può arrivare questa squadra? Credo davvero molto in alto».
s.rizz
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Provato, nonostante l’ampio margine con cui la sua squadra ha vinto il match, coach Andrea Diana vuole anzitutto rendere l’onore delle armi agli avversari. «Il mio primo pensiero va a Veroli – spiega il tecnico biancoblù – ; una squadra giovane che ha affrontato la gara senza l’americano Legion, suo principale terminale offensivo. Quest’assenza chiaramente ha fatto sì che la gara perdesse di spessore tecnico». Al di là delle defezioni della squadra ciociara la Centrale si è comunque disimpegnata alla grande, non togliendo mai il piede dall’acceleratore fino alla sirena finale. «Volevamo riscattare le due sconfitte patite contro Verona e Ferentino. In parti-colar modo quella contro gli scaligeri, perché perdere davanti al nostro pubblico ci ha lasciato un’amarezza in più». Nonostante il risultato finale non sia mai stato in discussione, i biancoblù hanno continuato a macinare gioco, anche quando in campo c’erano le seconde linee. «La nostra principale forza è la coesione del gruppo – afferma Diana – e la dimostrazione è il fatto che i giocatori si passano volentieri il pallone. Ho negli occhi alcune azioni nei quali i miei giocatori si sono cercati e trovati alla grande». Diana si tiene un rammarico: «Abbiamo giocato a Ferentino stanchissimi dalle sei partite in ventun giorni Vola sempre più in alto Justin Brownlee mentre con Veroli abbiamo potuto prepararci al meglio secondo la settimana tipo. Se fossero state invertite le due partite…». La squadra sembra aver acquisito una continuità a livello di prestazioni che lascia ben sperare per il futuro; resta da chiedersi quali possono essere gli ulteriori margini di miglioramento di un roster che si sta esprimendo su livelli ottimi. «Siamo un gruppo giovane e possiamo ancora aumentare la qualità della nostra pallacanestro. Ci manca ancora qualcosa in termini di esperienza, ma sono convinto che nel corso del campionato in questo senso faremo ulteriori passi in avanti». Prossimo ostacolo Forlì, che nonostante le vicissitudini incontrate, si presenta come avversario ostico. «Sappiamo bene quali sono le difficoltà nel giocare nell’impianto romagnolo, un palazzetto molto caldo dove il pubblico si fa sentire. Non so che squadra affronteremo, ma il loro gruppo di italiani ha già dimostrato di avere orgoglio e qualità. Dovremo stare attenti».
Simone Rizzolo