Bresciaoggi – La Centrale trova la scossa: c’è una gioia supplementare
La Centrale del latte Brescia vince una partita incredibile contro la matricola Moncada Agrigento e rafforza la sua seconda posizione. Un match che la formazione bresciana ha preso per i capelli grazie ad un tiro di Juan Fernandez scoccato a 30 centesimi dalla fine del tempo supplementare, dopo che per lunghi tratti era stato il team siciliano a farsi preferire. Quasi eroica la compagine della presidentessa Graziella Bragaglio (in lacrime alla fine del match assieme al marito Matteo Bonetti), che si è presentata alla palla a due senza Justin Brownlee, a casa influenzato, e nel corso del terzo periodo ha perso pure Roberto Nelson, out per infortunio. A quel punto Brescia era sotto di 11 punti con il trend del match tutto a favore degli ospiti. Ma ancora una volta questa squadra è riuscita a tirare fuori, non si sa dove, non si sa come, una ventina di minuti di grande pallacanestro, nei quali prima ha recuperato e poi superato sulla sirena Agrigento. Il tutto condito da un arbitraggio sul quale tutto si potrà dire fuorché casalingo. Ma ormai lo si sa: questa squadra si esalta nelle difficoltà ed è capace di coinvolgere più di duemila persone, che anche ieri pomeriggio ad un certo punto hanno reso il San Filippo un autentica bolgia. La battaglia l’ha a vinta la Centrale in virtù di un finale giocato forse più sui nervi che su di un vero piano per vincerla, ma nessuno si è permesso di dire che la sfida l’ha persa Agrigento. Bravo per 39 minuti a tenere in scacco la compagine cittadina, il team siciliano ha ceduto due volte. Prima nel finale dei tempi regolamentari, acciuffando il pareggio per mera fortuna con una palla che a -68 centesimi è finita dopo un’incredibile carambola nella mani di Williams che non ha avuto difficoltà nel ribadirla a canestro per il 76-76 che valeva l’overtime. E poi alla fine del supplementare quando è stato infilato prima dalla «tripla» di Benevelli (81-79) e poi dalla chicca finale di Juan Fernandez che si è incuneato nel cuore dell’area per il definitivo 83-81. E così dopo i cinque tempi supplementari finiti male, la Centrale del latte sfata anche questa situazione, rendendo ebbra di felicità un’intera città che adesso sogna davvero la conquista delle final-six di coppa Italia. Il primo periodo è tutto di marca siciliana. I biancoblù di Franco Ciani, che adottano una difesa ai limiti del regolamento, con mani sempre addosso ai bresciani ed aggressività da vendere, sono i padroni del parquet bresciano per tutti i primi dieci minuti. La Centrale sbaglia molto e senza Brownlee non può neppure permettersi molti tiri perché i rimbalzi sono tutti preda di Dudzinski e compagni. Agrigento parte sul 4-0 ma Brescia trova il pareggio con un clamoroso gioco da quattro punti di Juan Fernandez che realizza una «bomba», subisce fallo ed insacca anche il libero. Ma come si diceva la Centrale procede a sprazzi. L’effimero vantaggio siglato da Alessandro Cittadini sul 10-9, illude la formazione di Andrea Diana, di lì a poco costretta a subire un pesante parziale che all’8′ la vede inseguire sul 12-20. Nei dieci minuti successivi la Centrale non riesce a distendersi perché la Moncada non cala di un solo attimo la sua intensità difensiva ed al riposo lungo sono gli ospiti meritatamente in vantaggio (33-42). La ripresa inizia nel peggiore dei mondi per Loschi e compagni, che in un primo momento piombano sul -16 (49-33) e poi in piena rimonta (42-53) sono costretti a rinunciare a Roberto Nelson che esce malconcio da una mischia furiosa. Loschi si scatena, Passera e Benevelli riportano sotto la Leonessa che con due liberi di Alibegovic pareggia sul 70-70. Fernandez realizza il 76-74, ma Williams trova il fortunoso aggancio al 40′. Nel supplementare parte meglio Agrigento (79-76), Benevelli segna i cinque punti del sorpasso (81-79), pareggiato da Piazza e poi lo show finale di Fernandez che sul sibilo della sirena insacca dolcemente la palla della vittoria.
Folco Donati
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Quinta sirena: scene di giubilo mai viste. Coriacea, dura a morire, Agrigento mette paura al San Filippo per 45′. Storia di una gara che Brescia ha rischiato seriamente di perdere, ma che ha vuto la grinta ed il coraggio necessari per girarla. E chiuderla alla fine. Stravolto, ma contento è Andrea Diana. Senza Brownlee prima, e senza Nelson poi, sotto di 16 punti a inizio terzo quarto: è una piccola impresa sportiva quella compiuta dai biancoa-zurri. «Sapevo di giocare una partita contro una squadra energica: una squadra tosta che sotto le plance è difficilmente limitabile». In settimana tanto il lavoro svolto sui giochi di coach Franco Ciani (che ha riconosciuto il valore di Brescia, e gli va dato atto, oltre a quello dei suoi ragazzi): «Difficile riuscire ad avere dei vantaggi in situazione di attacco e rimbalzo: siamo stati dominati nella prima parte di partita da loro. E se la differenza finale è solo di 6 rimbalzi (32 per Brescia, 38 per Agrigento) vuol dire che abbiamo messo qualcosa di importante in campo, soprattutto nel secondo tempo». Una vittoria di squadra. «Non è la prima volta, ma ribadisco una volta di più il concetto: devo fare i complimenti ai miei ragazzi. Dopo l’infortunio di Nelson hanno dato veramente il cuore. Non abbiamo mai mollato». Vero, questa squadra non ha mai dato l’impressione di lasciar perdere, anche sotto di 16 lunghezze (33-49) : fisicamente Agrigento era più forte ma siamo stati bravi a pescare il cambio di ritmo, ad aggredire Agrigento su tutti i palloni, a sporcarne tanti passaggi. «Non siamo la squadra invincibile: non possiamo dare sempre il 100% ma reagire alle avversità è capacità riservata soltanto alle grandi squadre». Di Roberto Nelson non si sa ancora definire una diagnosi ed una prognosi : «Dovremo fare tutti gli esami del caso, è ancora presto per dire qualsiasi cosa: lui dice di aver sentito il femore muoversi». L’impressione è che l’infortunio sia grave e sarebbe in tal caso un’autentica disdetta. Brownlee invece sembra essere bloccato da un forte stato influenzale: «Justin è bloccato a casa stava male : influenza e vomito». Questa però sembra essere la versione ufficiale: ufficiosamente sembra che Justin Brownlee sia sparito: non ri- sponderebbe al cellulare, a casa non c’è. Nessuno sa dove sia, insomma. Il Gm Ferencz Bartocci glissa con un: «Pensiamo a festeggiare stasera: a J penseremo da domattina». Ultime parole ancora per coach Andrea Diana, che si congeda dai mediafacendo gli auguri di Natale: «Una vittoria da dedicare all’ambiente – conclude Diana – la cosa più bella? Vedere il pubblico in campo festeggiare con noi: l’invasione di campo è stata l’apoteosi; : il pubblico riconosce i meriti del nostro lavoro».
Alberto Banzola
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Pomeriggio di festa al San Filippo: a Natale mancano ancora 10 giorni, ma in via Bazoli si tornerà solo dopo le feste affrontando Barcellona Pozzo di Gotto. E alloraieri pomeriggio tra babbi Natale curvaioli, ed il lancio di orsetti di peluche (Brescia ha aderito al Teddy BearToss e dopo il primo canestro di in campo sono volati tantissimi pupazzetti) a festeggiare dopo la quinta sirena è stato… tutto il San Filippo. Scene di giubilo che non si vedevano, come ricorda la presidente Graziella Bragaglio dal 20 maggio 2011, quando Sandro Dell’Agnello portò Brescia in serie A: «È stata una serata fantastica: ancora una volta la vittoria di un gruppo che posso definire eccezionale senza nessuna remora». Nessuna battuta sull’elezione a neo presidente di lega di Francesco Basciano. «Eredita un bel movimento: in bocca al lupo, anche se non dovrà fare molto. Fino a fine giugno vivrà di rendita sul lavoro svolto da noi». Sulla quinta sirena arriva il canestro di Juan Fernandez: Il San Filippo esplode, coach Franco Ciani ed i suoi escono a testabassa, bassissima: avrebbero meritato la vittoria anch’ essi. Onore delle armi per loro, a far festa è la Leonessa. Fernandez viene travolto dall’abbraccio del resto della squadra e dai 2300 del San Filippo: «Per fortuna che è entrato quel tiro – racconta il ragazzo di Rio Tercero – ce lo siamo meritati: questa squadra da inizio stagione si è data veramente da fare. Sono contento, ma lo sarei ugualmente lo avesse fatto un altro: sono soddisfatto anche perché la mia partita non era stata fantastica troppe palle perse (4). Diciamo che l’ho riscattata». Felicissimo anche capitan Federico Loschi: «Volevamo vincere per noi e per questo pubblico fantastico: è una vittoria che vale doppio perché ritrovarsi in palestra la domenica mattina e scoprire che la nostra bocca da fuoco principale (Brownlee, ndr) non ci sarà è mentalmente difficile. E spero che Brescia abbia capito l’importanza per noi del calore che il San Filippo sa regalarci». A.B.