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Giornale di Brescia – Centrale a Torino per riprendersi il fattore campo e la serie

Inizia stasera al PalaRuffini una serie al meglio delle tre partite che proietterà la vincente nella finale che vale la promozione. A Torino è sufficiente vincere la due partite in casa – la seconda è in calendario domenica – per raggiungere l’obiettivo; Brescia deve effettuare almeno un blitz per allungare la stagione e riaprire il San Filippo. Momento cruciale. Stiamo dunque per vivere il momento più delicato di quest’annata eccezionale, iniziata con l’obiettivo di conquistare i play off e trasformatasi in una cavalcata vincente, che ha consentito alla Centrale non solo di assicurarsi la post season con ampio anticipo, ma addirittura la seconda piazza ai primi di aprile. Il cammino percorso, le vittorie ottenute (dieci consecutive «nel bel mezzo di un gelido inverno») la crescente consapevolezza dei propri mezzi non disgiunta alla piacevole scoperta della vulnerabilità di avversari che si presentavano di altra levatura, hanno inevitabilmente fatto alzare l’asticella. Fino all’attuale, notevolissima misura. Torino. Per di più diventata padrona del fattore campo. Che tra domenica a martedì, al San Filippo, è stata avanti per 73’43”, ma anche vinto quattro parziali su otto. I primi due di ogni sfida, con margini tali però da costringere Brescia a un autentico miracolo per vincere gara-I e successivamente da impedirle di rientrare. Più 20 il massimo vantaggio piemontese in gara-I; più 25 in gara-2, tradotti all’intervallo risDettivamente in +16 e in +24. Una situazione che non si deve ripetere stasera (palla a due alle 20.30: diretta su Radio Bresciasette e aggiornamenti in tempo reale su www.giornaledibrescia.it) tanto più in una situazione ambientale ben diversa, davanti a cinquemila tifosi della Manital che pregustano quella finale sfuggita un anno fa nelle stesse condizioni. Benevelli recuperato. «Dobbiamo partire forte – esordisce coach Diana in attesa di partire alla volta diTorino – senza concedere loro quelle situazioni favorevoli che sisono verificate nelle prime due gare. Mi riferisco ad esempio ai coast to coast di Rosselli, al sottomano di Gia-chetti con fallo subito, a Lewis che tira libero da 3 punti. Contro squadre “normali” ce lo si può permettere, contro Torino no: si paga un prezzo troppo alto. Quindi il primo obiettivo è partire bene e poi crescere. Perché abbiamo visto che giocare venti minuti al top non è sufficiente. E se è vero che il grande cuore e lo spirito di squadra rappresentano i nostri punti di forza, è necessario che a questi affianchiamo disciplina e aggressività». La Centrale nel frattempo ha recuperato Benevelli, che ieri mattina si è allenato regolarmente, e perso Giammò, vittima a sua volta di un virus intestinale che gli ha impedito di partire con i compagni, che potrebbe peraltro raggiungere in giornata nel caso in cui si sfebbrasse. Per contro la Manital non dovrebbe schierare Rosselli, vittima di un infortunio muscolare al polpaccio nel corso di gara-2. Così fosse, Torino perderebbe quello che si è dimostrato «L’uomo in più» di queste prime due sfide, giusto per citare l’opera d’esordio di Sorrentino, in questi giorni a Cannes con un titolo che invece sembra fatto apposta per incoraggiare la Centrale, «Youth», giovinezza. Dieci punti e sette rimbalzi in 17 minuti in gara-2, 6 dei primi 12 punti di squadra in gara-I la dicono lunga sull’apporto dell’ex nazionale, la cui marcatura ha rappresentato un rebus per la difesa biancoblù. Limiti offensivi. Diana non è soddisfatto della prova in attacco dei biancoblù. «Martedì abbiamo sbagliato diversi tiri facili, peccando in attenzione e concentrazione. Dobbiamo migliorare sotto questo profilo, perché quegli errori sono stati seguiti da canestri in transizione dei nostri avversari che hanno così trovato fiducia, mente il nostro morale finiva sotto i piedi. E poi in difesa dobbiamo mordere di più». Quasi a chiudere un cerchio, le ultime parole del tecnico della Centrale ci riportano al tema iniziale, declinato sotto il profilo psicologico: «Non possiamo avere in avvio un atteggiamento così reverenziale verso i nostri avversari. Serve la nostra consueta sfrontatezza, anche se di fronte ci sono dei campioni. A Brescia soltanto dopo l’intervallo ho visto la faccia giusta, quella cattiva. Ora la voglio vedere fin dal primo minuto».

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La serie A2 della prossima stagione sarà ancora a 32 squadre divise in due gironi, sempre che le aventi diritto superino i controlli Covisoc e possano garantire la fidejus-sione di 70.000 euro. Che non si chiameranno più Gold e Silver, ma probabilmente A e B. Di fatto però non cambia nulla, perché l’orientamento della Lnp sarebbe di utilizzare il criterio di merito e non quello territoriale, inserendo nel primo girone le squadre classificate nelle prime dodici piazze della Gold (meno ovviamente quella promossa in A, rimpiazzata da Caserta) e le prime quattro di Silver (Treviso, Ferrara, Treviglio e Recanati, con quest’ultima che potrebbe emigrare ad Ancona) e nel secondo le restanti dell’ex girone d’argento e le promosse dalla B. In ossequio alla dichiarata parità tra i due raggruppamen- ti, le prime otto di ciascun giro -ne parteciperebbero ai play off, con evidente vantaggio delle iscritte al «B» nel quale la concorrenza è inferiore. Fatto questo che rappresenta il principale tallone d’Achille della formula, che peraltro conflig-ge con la richiesta – condivisibile – di portare a due le promozioni in A: una diretta, l’altra attraverso i play off. Per fare ciò sarebbe necessario allargare la post season alla nona dell’attuale Gold, girone che assegnerebbe la poltrona più ambita, come sarebbe anche logico, viste le caratteristiche di «élite». Ne sapremo di più il 7 luglio, quando verranno chiuse le iscrizioni. D’altronde, che fretta c’è?

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Sorpresa ad Agrigento: quando i siciliani – reduci da due vittorie di fila a Casale Monferrato – erano pronti a festeggiare l’approdo nella finale per la serie A, arriva ilmo-to d’orgoglio dei piemontesi che vincono 71-69 dopo aver tenuto in pugno il match per tutti i 40 minuti. I siciliani – che hanno estromesso nei quarti Verona, grande favorita – potranno comunque rifarsi domani, sempre al PalaMonca- da, in gara-4. Agrigento paga con la prima sconfitta casalinga, nelle 6 gare di play off sin qui disputate, qualche carenza in fase difensiva. Il resto lo fanno la ritrovata vena dei monferrini, in particolare di Tomassini (21 punti) e di Sa-muels, autore della stoppata decisiva su Williams nel possesso finale, quando Agrigento sembra in grado di poter annullare lo svantaggio. La Fortitudo p aga soprattutto gli errori iniziali al tiro (1/10 dal campo). Casale prende coraggio e si porta sul +8 con cui chiude il primo quarto. I piemontesi allungano nel secondo portandosi a +13 all’intervallo lungo e cominciando a cullare sogni di gloria. Casale si spinge sino al +15 prima di subire il ritorno dei padroni di casa, che lentamente rosicchiano punti, a cominciare da un parziale di 7-0. Nel terzo quarto il gap siciliano scende a -6 e nell’ultimo la rimonta sembra cosa fatta, ma quando Piazza va in lunetta sul 68-70 fallisce l’occasione per pareggiare. Poi, come detto, sull’ultimo possesso, Williams trova la stoppata di Sa-muels.

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Uscito zoppicante dal parquet del San Filippo nel corso del terzo quarto. Guido Rosselli non si è più allenato. Il problema muscolare accusato al polpaccio lo ha costretto al riposo e difficilmente stasera lo vedremo in campo. Una ragione in più per consigliare cautela a un Bechi comunque prudente: «Al momento abbiamo vinto una partita a testa e quindi non dobbiamo commettere l’errore di pensare che il più sia stato fatto. La serie è ancora lunga, anche se sono convinto che la mia squadra saprà affrontare un’avversaria temibile come la Centrale con la stessa concentrazione in entrambe le metà del campo, che ho visto per lunghi tratti delle due partite che abbiamo giocato in trasferta».

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