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Bresciaoggi – Centrale, beffa supplementare, il sogno svanisce sul più bello

È il 39´. Il sogno di Brescia di riportare Torino al San Filippo dura fino all´ultimo giro di lancette. Fernandez ha il match-point a 5″ dalla fine. Il pallone non entra e all´overtime Torino batte la Centrale (91-86) dimostrando di avere più energia e forza sia a livello fisico che mentale.
Sul più bello, quando lo striscione dell´ultimo chilometro è ormai davanti agli occhi, la bicicletta buca e arriva il sorpasso dei gialloblù di casa, che nel complesso sicuramente meritano di approdare in finale. Ma è un peccato per i biancazzurri, che danno l´anima al PalaRuffini.
Era la partita da vincere a tutti costi, gara4, per non uscire e riportare la serie a Brescia. E la Centrale del Latte mette in campo tutto quello che ha, come chiesto da coach Andrea Diana: cuore, energia, faccia tosta, lottando sempre in una gara estenuante. Purtroppo non servirà a portare Brescia avanti. Si chiude così una stagione fantastica, andata comunque oltre le previsioni di inizio stagione.
Alla contesa del PalaRuffini, la Leonessa entra con i soliti 5, ossia Fernandez, Nelson, Loschi, Brownlee e Cittadini. In maniera speculare, Torino ripresenta Giachetti, Lewis, Rosselli, Mancinelli e Fantoni.
LA PARTENZA, che in tutta la serie è sempre stata di dominio piemontese, in gara4 per Brescia è con una zona adattata. Mischia le carte sin dalle battute iniziali Andrea Diana, che vuole mettere in difficoltà i padroni di casa e ci riesce nei minuti iniziali (8-7). La concentrazione permette a Brescia il primo sorpasso (10-12) e col passare dei minuti la Leonessa fa capire di essere presente più che mai, fuggendo via (19-27 al 10´) grazie ai ritrovati Nelson e Fernandez (12). La Centrale c´è, la gestione della difesa sull´ultimo attacco di Torino è una perla rara, con la possibilità per Giammò di impedire a Miller con 2 falli in fila la tripla del -5.
La ripartenza è tutta pro Torino (23-27): Brescia non si impaurisce e si rimette a giocare come nei primi 10´ (23-33) con Alibegovic a segnare la tripla del +10. È il momento migliore. Il traguardo comincia a intravedersi. Torino non ci sta e carica (31-35), Brescia non si scompone (31-40): la Centrale resiste all´onda d´urto della squadra gialloblù che nel suo momento migliore sfrutta il fatto che Fernandez sia seduto in panchina. Il rientro in campo dell´argentino permette a Brescia di riallungare (35-43). I minuti finali sono tutti per i padroni di casa, che alzano i ritmi in difesa. E allora Brescia si ritrova in difficoltà (43-44): Rosselli (14) e Mancinelli (11) hanno voglia di chiudere la serie in casa, grazie anche ai 13 rimbalzi offensivi conquistati. L´imbocco degli spogliatoi vede Brescia avanti di 2 punti, ma con Torino più che mai intenzionata a girare la partita dalla sua parte.
Al rientro in campo arriva il 9-2 della Manital che mette la freccia (52-47): il ritorno della difesa a uomo permette alla squadra un gioco offensivo più congeniale. In attacco Cittadini tiene le speranze accese (58-55). Brescia si complica però la vita con scelte affrettate nei momenti chiave, pagando una situazione falli complicata e soprattutto tutti i secondi palloni recuperati in attacco. Alla terza sirena Brescia arriva sul – 4 (66-62) grazie ad una tripla di Alibegovic: gli ultimi 10´ diventano decisivi.
La Leonessa dall´arco aggancia Torino (68-68) con Passera. Si accende Brownlee con 5 punti in fila (72-73) in un finale totalmente in equilibrio con sorpassi e minivantaggi continui. A 90” dalla fine +4 Brescia sul 77-81, ma Torino ritorna sotto (79-81) e Fernandez sbaglia 2 volte il tiro in attacco, lasciando a Torino la palla della vittoria a 10” dalla fine: Brescia decide di mandare in lunetta Giachetti per giocarsi l´ultimo possesso con 5”, con Fernandez a sbagliare il tiro della vittoria. L´overtime parte con una tremenda fiammata di Torino (91-81) e la Leonessa in ginocchio. Dalla lunetta Brescia si avvicina (91-86), ma a 30” dalla fine decide di non far fallo: Torino non segna più, gestisce e se ne va in finale.

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7 FERNANDEZ. La rabbia accumulata in gara3 per le chiamate dei signori in grigio gli danno maggiori stimoli. Comincia con 12 punti nel primo quarto. Poi gli prendono le misure e resta nell´ombra fino alla rimonta dell´ultimo quarto. Sbaglia i 2 tiri finali: bisogna avere il coraggio per prendere certe scelte. Lui ce l´ha.

8 CITTADINI. Lui ci mette cuore e coraggio, chiamato per l´ennesima volta agli straordinari di una stagione infinita. Ennesima doppia doppia. Capitano nascosto della squadra di Andrea Diana, collante ideale di qualsiasi squadra. Il prossimo anno sarà ancora a Brescia. Un ottimo punto da cui ricominciare.

6.5 ALIBEGOVIC. Da Mirza ci si può aspettare di tutto. Nel bene come nel male. Fa il suo, giocando una partita senza esagerare, prendendo dei signori tiri, senza forzare e senza farsi prendere la mano. Una prova di maturità, per un giocatore che resterà nel cuore dei tifosi.

6 BENEVELLI. Per tutta la stagione è stato il valore aggiunto della Leonessa: stavolta nella «spazzatura» non riesce a rovistare come fa di solito. Carattere comunque gladiatorio.

6 LOSCHI. Il capitano ha dato l´impressione in tutta la serie di non essere al meglio, anche se in gara3 aveva lanciato dei messaggi di ripresa negli ultimi 10´. Dà fondo alle energie residue. Non al meglio al tiro (1/6), ma con grande generosità difensiva.

6 PASSERA. Cerca di dare la scossa. Una sua tripla illude tutti. Ci mette faccia e cattiveria, ma in questo match non gli è possibile fare di più. Spinge e mette il cuore contro il gemellino Gergati: alla fine è l´ex biancazzurro ad andare in finale. E lui mastica amarissimo.

5.5 NELSON. La prova incolore di venerdì sera andava lavata in qualche maniera: nei primi 10´ parte con il turbo innestato, poi sparisce poco per volta. E coach Diana lo tiene spesso in panchina anche per preservarlo in una situazione falli veramente difficile da gestire. In pratica si mette nei guai da solo nella serata in cui doveva essere impeccabile.

6.5 BROWNLEE. Fa 15 punti, 9 nel secondo tempo. Esce alla distanza, in una serata da incubi. Perché Mancinelli gioca un altro sport. Lui tiene botta e frusta la retina nei momenti in cui Brescia si illude di portare la partita a gara5. Non sarà così alla fine: nell´overtime crolla anche lui.A.B.

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Il cuore della Leonessa questa volta non è bastato. Un peccato, perché negli occhi resta quel tiro aperto di Juan Fernandez stampato sul ferro sul più bello. Niente da fare, titoli di coda e stagione che va agli archivi.
Occhi lucidi in sala stampa per Andrea Diana: «Avevo chiesto ai miei ragazzi una prova di dignità ed orgoglio e sono stato accontentato». La volontà era quella di giocare una gara che non avesse nulla a che fare con quanto visto in campo venerdì sera e che aveva stupito tutti, in negativo: «Queste 2 partite di Torino riflettono l´andamento della stagione – osserva il coach della Centrale -. dopo la scoppola di gara3 non era facile pensare che ce la giocassimo così. Invece è emerso l´animo di questa squadra in questa stagione. Ho allenato una squadra orgogliosa, di grandi uomini, prima che grandi atleti. Perdere le partite come abbiamo fatto noi in gara 2 e 3 e giocare come abbiamo fatto stavolta, ripeto, non era da tutti».
Un coach orgoglioso Andrea Diana, che però ci aveva creduto fino alla fine: «Faccio un applauso ai miei ragazzi. Mi aspettavo questo atteggiamento. Li ringrazio per tutto quello che hanno dato, per tutta la stagione. È un motivo di orgoglio averli allenati. Quello che avevamo promesso all´inizio era grande passione e il pubblico ci ha ripagato con la stessa moneta». La delusione però è tanta: «È mancato un briciolo. E Juan Fernandez mi ha ripetuto nello spogliatoio mille volte “l´ho visto dentro quel tiro”. È un vero peccato».
TITOLI DI CODA. Scorrono anche i crediti della prima stagione da head coach di Diana: «Finisce qui una annata che voglio dedicare a mia moglie Valentina: con un bambino piccolo, Federico, non è stato facile stare vicino a me. Ringrazio per la grande occasione Matteo Bonetti e Graziella Bragaglio. Un ringraziamento va a tutto il mio staff tecnico e medico. Sempre puntuali, sempre a curare i ragazzi. E ringrazio il pubblico di Brescia che ci ha sempre sostenuto».
Nei secondi finali del tempo regolamentare la Centrale ha voluto fare fallo sulla rimessa: «La scelta è stata mia. Volevamo evitare di subire canestro e fallo; così abbiamo fatto fallo sulla rimessa e spedito Giachetti in lunetta. Avevamo 5″ per rimettere e trovare una conclusione. Peccato non sia entrato il tiro di Fernandez. Parleremmo di altro». Certo che il break di 14-0 tra fine regolamentare e overtime è stato il modo peggiore per chiudere una stagione comunque bella: «Soprattutto quei 4 punti che hanno permesso a Torino di arrivare all´overtime. Avevamo speso anche tanto a livello di energie. Non ho nessuna recriminazione, avevo chiesto di non avere rimpianti al termine della partita: noi abbiamo dato tutto, questa era la cosa più importante».A.B.

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Occhi lucidi, sguardi bassi. Benevelli non riesce a parlare a fine gara, Cittadini è stanchissimo, Loschi guarda nel nulla.
«Non volevamo finisse così, ci credevamo – racconta il capitano -. C´è tanto rammarico; vorresti tornare in campo e giocare di nuovo. Ma è andata così. Accettiamo il risultato del campo, anche se a fatica». Abbracci con i 150 tifosi, che restano sulle tribune a salutare, applaudire ben oltre i 45´ disputati. Coloratissimi come al solito: prima della contesa striscioni di incitamento («Crederci, lottare, vincere, fino alla fine») alzati in rapida sequenza e contornati da bandierine biancoazzurre. «Fa male – dice Federico Loschi – anche perché i nostri tifosi come noi ce l´hanno messa tutta».
È una grande stagione comunque, come sottolinea Marco Passera: «Pensi che in finale c´è Agrigento e che era un avversario con cui potevi provare a tentare il salto in serie A grazie ad un gruppo fantastico. Peccato».
I COMPLIMENTI in sala stampa di coach Luca Bechi («Brescia ci ha dato filo da torcere») e Guido Rosselli («Grinta e carattere») non servono a lenire il dolore di Matteo Bonetti: «Ho sentito il profumo della serie A – ammette il patron -: essere +4 a 1´ dalla fine, giocarsi 2 attacchi per vincere e non riuscirci fa male. Gli dei della pallacanestro ci hanno voltato le spalle: inutile girarci attorno, meritavamo noi. È un peccato, perché vincere ci avrebbe dato la carica per andare avanti. Per la seconda volta vediamo sfilare via la serie A. Mi spiace per la squadra, per la gente. Ci meritavamo di tornare nel nostro San Filippo. Chiudiamo alla fine al terzo posto dopo aver disputato le finali di coppa Italia, con tante scommesse vinte. Ci hanno fatto i complimenti ovunque ed abbiamo un pubblico bellissimo. Mancano solo la serie A, in definitiva, ed un palazzetto per fare del grande basket. Adesso però è giusto omaggiare squadra e tifosi: stiamo già lavorando per una grande festa».A.B.